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Santambrogio: «Ho sbagliato, ma non posso stare senza ciclismo»
Dopo avere attraversato, per sua ammissione, i mesi più bui della sua vita, Mauro Santambrogio ritorna finalmente al ciclismo pedalato e lo farà con il team Amore & Vita-Selle SMP-Fanini gestito da Cristian e Ivano Fanini.
La sua squalifica, avvenuta durante il Giro d'Italia 2013 per essere risultato positivo ad un controllo antidoping, è stata ridotta a 18 mesi dopo che il 30enne ciclista di Inverigo ha collaborato con la Commissione per la Riforma del Ciclismo (CIRC) creata dal presidente UCI Brian Cookson.
Santambrogio ha firmato un contratto biennale con il team Amore & Vita-Selle SMP e lo abbiamo intervistato a Lunata, presso la sede del suo nuovo club, dove si è recato per definire l'accordo accompagnato dalla graziosa compagna Giulia Citterio.
Dunque la Toscana resta nel tuo destino?
«Evidentemente sì. Dopo l'esperienza dello scorso anno, ho accettato con entusiasmo questa proposta della famiglia Fanini, che mi consente di riavvicinarmi alle corse dopo un periodo da incubo. Da qui riparte la mia nuova vita ciclistica, grazie a loro».
Ma questo non è un incubo che ti sei tirato addosso da solo?
«Sì, ho ammesso tutte le mie colpe, sono responsabile al 100% di quanto mi è accaduto e confessare è stata una specie di liberazione, non ne potevo più di tenermi dentro questo peso enorme. Nel 2013 toccai il cielo con un dito vincendo la tappa di Bardonecchia al Giro e dopo una settimana invece ero già finito sottoterra. Quello che ho sofferto nei mesi successivi lo sappiamo soltanto io e la mia famiglia».
Si è parlato addirittura di un tuo tentativo di suicidio....
«Mi fa male ricordare quelle ore nelle quali la mia vita avrebbe potuto finire tragicamente. Se oggi sono qui lo devo ad Alessandra De Stefano ed ad alcuni amici giornalisti di RCS Sport che riuscirono ad intervenire in maniera efficace quella terribile sera, dopo avere valutato i miei sconvolgenti messaggi sul web. Sì, volevo proprio farla finita».
La chance che ti offre Fanini potrebbe però essere un’arma a doppio taglio, poiché dal team Amore & Vita sono stati espulsi anche ultimamente - vedi il caso Benedetti - dei ciclisti che nonostante le intenzioni di riscatto sono poi ricaduti nella palude del doping. Tu ritieni di poter diventare una scommessa vinta per patron Fanini?
«I miei nuovi dirigenti possono stare tranquilli, non causerò delle amare delusioni a nessuno. Nel 2013 ho dimostrato di avere degli ottimi numeri giovandomi di una maggiore libertà d'azione. Lo ripeto, ho sbagliato, ma il doping c'entrava poco con le mie prestazioni e lo dimostrerò nel 2015».
Dopo tante amarezze da qualche mese sembra che il tuo barometro stia volgendo al bel tempo, è così?
«E' vero, anche perché oltre al contratto con il team Amore & Vita, sto costruendo un legame solido con la mia compagna Giulia. La conosco da più di 10 anni, abitiamo a mezzo chilometro di distanza ma la scintilla fra noi non era mai scoccata fino a pochi mesi addietro quando, con un messaggio, lei mi chiese di incontrarci per bere un caffé. Giulia voleva aiutarmi in modo disinteressato, da amica e ciò mi ha fatto piacere. Ci siamo conosciuti meglio e ora stiamo bene insieme».
Giulia segue il ciclismo?
«Per niente, almeno fino ad ora. Tuttavia credo che nel 2015 mi seguirà anche in varie gare in giro per il mondo, magari da turista...».
Ma il doping nello sport è proprio impossibile da debellare?
«Un dato di fatto è che il ciclismo sia lo sport più controllato ed ho capito a mie spese che non conviene fare i furbi. Tuttavia sono convinto che un asino non possa diventare un purosangue grazie al doping».
Ma tu lo ami sempre questo ciclismo?
«A 30 anni non riesco tuttora a immaginare la mia vita senza la bicicletta, forse è perché ho iniziato a gareggiare quando ero ancora un bambino e questo bellissimo sport mi ha conquistato il cuore».
Come valuti la tua nuova squadra?
«Ambiente ottimo, grande entusiasmo e molta fiducia da parte della famiglia Fanini, alla quale devo molto. Tra i compagni di squadra conosco bene e stimo Mattia Gavazzi, con il quale ho battagliato spesso allo sprint nelle categorie inferiori. Ma negli ultimi anni le mie caratteristiche tecniche sono variate, poiché ho perso smalto nelle volate ma sono migliorato molto in salita».
La corsa che sogneresti di vincere?
«E' da sempre Giro di Lombardia, dove ho già ottenuto un quarto posto».
Il tuo maggior pregio e il tuo peggior difetto?
«Sono troppo buono: è un pregio ma può essere anche un difetto».
Che consiglio daresti ad un giovane ciclista affinché non commetta un errore come il tuo?
«Di condurre una vita sana, di credere in quello che fa e di allenarsi con tenacia, mettendoci cuore, polmoni e muscoli».
Patron Ivano Fanini ha seguito con interesse l'intervista al nuovo acquisto del team Amore & Vita e alla fine ha voluto ribadire il suo impegno nella lotta al doping: «Con il credito che accordiamo a Santambrogio - un ciclista che considero tra i più forti approdati alla nostra squadra -, dimostriamo ancora una volta di voler continuare la nostra lotta per uno sport pulito. Non è però una cosa facile, dato che ogni anno nella squadra dobbiamo far fronte a notevoli delusioni, cioè a dei ragazzi che tradiscono la fiducia nonostante i buoni propositi che essi hanno sbandierato quando sono venuti a bussare alla nostra porta, talora con sospetta umiltà. Se facciamo una statistica vediamo come almeno un paio atleti ogni anno vengano cacciati dal nostro team. Si tratta di ragazzi immaturi, che pensano di poter continuare a fare i furbi utilizzando il nome Amore & Vita come una comoda copertura, ma noi riusciamo puntualmente a smascherarli, come ad esempio è stato per il recente caso di Benedetti. E' bene ribadire che con noi non si scherza e che ogni pratica proibita, prima o poi, viene inevitabilmente a galla, poiché i nostri atleti ormai sappiamo bene come tenerli d'occhio».
Gli fa eco suo figlio, Cristian Fanini, team manager della Amore & Vita-Selle SMP: «I bari non ci piacciono e sappiamo come smascherarli. Detto questo sono felice dell'ingaggio di Santambrogio, che giudico un atleta completo e in grado di regalarci delle belle soddisfazioni nel 2015».
Giudizio positivo anche per la stagione 2014 del team che Cristian gestisce con oculatezza: «Abbiamo vinto finora 7 gare, delle quali 4 con il ritrovato Mattia Gavazzi. Comunque la stagione 2014 per noi non è ancora terminata perché proprio Gavazzi ed altri nostri atleti parteciperanno ad alcune gare in Cina fino a tutto il 16 novembre. Poi stileremo il bilancio definitivo che finora conta anche 30 piazzamenti nei primi cinque».
Stefano Fiori