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Storia e gloria del grande ciclismo prima della seconda guerra mondiale
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La generazione d'oro prodotta dal ciclismo francese negli anni '30 merita un focus: Magne, Leducq, Speichler, Lapébie, Vietto, Le Grevès, Charles Pelissier.

Non a caso, infatti, gli anni '30 furono l'unico decennio, da cent'anni a questa parte, in cui i francesi riuscirono a vincere il Tour de France con 4 corridori diversi (Leducq, Magne, Lapébie e Speichler).

Antonin Magne, detto "Tonin le sage", e André Leducq, conosciuto anche come "Dédé gueule d'amour et muscles d'acier", profondamente diversi, ma, nonostante ciò, grandi amici, sono stati le stelle più luminose della loro epoca.

Magne, boxer, come Merckx, prima di diventare ciclista, era un coraggioso, un corridore che, probabilmente, tutti quanti avremmo amato. Fu 6° nella generale e vincitore di una tappa al primo Tour della carriera, nel '27, mentre l'anno seguente confermò il sesto posto, ma conquistò una frazione in più. Fu anche uno dei primi grandi cronoman della storia, capace di conquistare tre GP delle Nazioni consecutivi tra il '34 e il '36.

Leducq, invece, era un corridore estremamente elegante e veloce, capace di vincere in ogni modo e su ogni terreno. E' l'ultimo corridore nella storia ad essere riuscito a vincere Tour de France, Parigi - Roubaix e Parigi - Tours, prima di lui ci riuscirono solamente Octave Lapize, Francois Faber e Henri Pelissier (Sean Kelly, invece, è l'ultimo ad aver conquistato Roubaix, Tours e uno qualsiasi dei grandi giri, lui e Moser sono, peraltro, gli unici ad esserci riusciti nel dopoguerra). Oltretutto le sue 25 vittorie di tappa alla Grande Boucle lo collocano al quarto posto dei plurivincitori di frazioni della corsa francese, alle spalle di Merckx, Hinault e Cavendish. Durante gli anni '30 fu, probabilmente, lo sportivo più amato di Francia.

Quando Desgrange, nel 1930, inaugurò il Tour per nazionali, per la Francia, ormai a secco da ben sette stagioni e vincente solo una volta negli ultimi 18 anni, arrivò la svolta. I cugini transalpini, difatti, potevano schierare un'autentica corazzata, con corridori del calibro di Charles Pelissier (vincitore di 8 tappe quell'anno), Marcel Bidot, i fratelli Pierre e Antonin Magne e, soprattutto, André Leducq.

Leducq strappa la maglia gialla a Learco Guerra nel corso della 9a tappa, la Pau - Luchon, che aveva visto vincente un altro italiano, il trombettiere di Cittiglio, Alfredo Binda. Binda, probabilmente l'unico che può realmente contendere a Merckx la palma di corridore più forte della storia, si ritirò il giorno seguente (pare avesse un accordo con Desgrange per correre le prime dieci tappe, inoltre, si dice, fosse furioso con la federazione italiana perché ancora non gli avevano dato i soldi che gli avevano promesso quando gli chiesero di saltare il Giro).

Ad ogni modo, con Binda ritirato, per Leducq la strada sembrava tutta in discesa, ma, ironia della sorte, fu proprio una discesa, anzi due, presenti nella stessa frazione, quella del Galibier e quella del Telegraphe, a riaprire i giochi. André cadde in entrambe e Guerra ne approfittò, attaccò e, ad un certo punto, arrivò addirittura ad avere 15 minuti di vantaggio sulla maglia gialla. Tuttavia la selezione francese si strinse attorno al proprio capitano, Bidot gli passò la bici, e, dando una dimostrazione di forza e coesione straripanti, ripresero tutti quanti, inclusa la "locomotiva umana". Il vincitore, quel giorno, fu proprio Leducq, il quale, allo sprint, superò il compagno Pelissier.

Quel guizzo fu la parola fine su un Tour dominato dalla nazionale francese, Leducq primo, due anni dopo il primo podio alla Grande Boucle (2° a 50' dal lussemburghese Frantz), Tonino il saggio 3°, Bidot 5°, Pierre Magne 6° e Pelissier 9°. 1° posto nella classifica a squadre con un'ora e 48 minuti sul Belgio e 12 tappe vinte (8 Pelissier, 2 Leducq e una a testa Antonin Magne e Jules Marviel).

L'anno seguente fu, invece, la volta di Magne. Il 1931 di Tonin le Sage, prima della Grande Boucle, fu tutt'altro che esaltante. Per via dei problemi economici della Alleluia - Wolber fu costretto a passare alla France Sport sul finire del 1930. La France Sport era tutt'altro che uno squadrone e spesso Magne era costretto a partecipare alla grandi corse da indipendente. Inoltre, una brutta caduta ne penalizzò l'inizio di stagione. A maggio, poi, venne al Giro, correndo per un'altra squadra modesta quale la Ganna, ma un problema meccanico, nella tappa con arrivo a Napoli, gli fece perdere moltissimo tempo e, per questo, non riuscì a far classifica.

Conclusa la corsa italiana Magne tornò in Francia e andò ad allenarsi sui Pirenei fino all'inizio della Grande Boucle. Qua, dopo un inizio tranquillo, fece fuoco e fiamme nella tappa che da Pau andava fino a Luchon. Partì tutto solo sull'Aubisque e nella discesa che precedeva il Tourmalet riprese un drappello di attaccanti, comprendente il pericolosissimo belga Jef Demuysere, già 3° nel '29, e l'italiano Antonio Pesenti, il quale aveva appena vinto il Giro battendo proprio il sopraccitato Demuysere, che si erano mossi in precedenza.

In seguito, sul Peyresourde, attaccò e si tolse di ruota tutti quanti. Pesenti fu 2° di tappa a oltre 4', mentre Demuysere, il quale, nel frattempo, era caduto, arrivò dopo 8'.

Da lì in poi corse sulla difensiva, forte di una nazionale solidissima in grado di proteggerlo in ogni frangente. Nella Nizza - Gap fu vittima di diversi problemi meccanici, ma Charles Pelissier, calatosi perfettamente nei panni di eccellente scudiero, rimase sempre al suo fianco e lo aiutò a contenere il distacco da Demuysere. Al traguardo Magne perse appena 2'22" dal belga.

Demuysere, in compagnia del connazionale tre volte vincitore della Roubaix Gaston Rebry, mise in atto un'imboscata disperata nei vari settori di pavé presenti nella penultima tappa, la Charleville - Malo-les-Bains. Magne, tuttavia, si inventò una prestazione fenomenale, arrivando al punto di mordere le ruote dei belgi pur di non mollarle. Rebry vinse la tappa con 11" su Demuysere e sullo stesso Magne che, quel giorno, mise il sigillo sul suo primo Tour de France.

Continua................
 
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RE: Ciclismo prima della seconda guerra mondiale - da Luciano Pagliarini - 12-10-2018, 11:50 PM

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