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Giro: Rodriguez, la biomeccanica e Piepoli
«Impossibile fare meglio. Anche solo un secondo meno sarebbe stato troppo. Se i miei compagni avessero accelerato mi sarei staccato perché ero davvero al limite». Così dice Joaquin Rodriguez, così ha scritto statamattina Claudio Ghisalberti su «La Gazzetta dello Sport». Ma non scrive solo questo, c'è dell'altro, come i segreti di una cronosquadre corsa da autentici protagonisti e preparata fin dall'inverno. «Abbiamo inziato a prepararla quest'inverno a Maiorca - si confida Rodriguez con Ghisalberti - anche facendo dei test nel velodromo. Abbiamo lavorato sul materiale, sia tecnico sia umano». Ma un piccolo segreto (oltre all'arrivo di Valerio Piva nello staff tecnico, come del resto quello del preparatore tedesco Sebastian Weber) è nascosto dietro le quinte. «Sto lavorando molto con il biomeccanico Alessandro Mariano. Abbiamo abbassato parecchio il manubrio, quasi 3 centimetri in due anni, e avvicinato le impugnature delle protesi. Ora finalmente posso dare sui pedali la poca potenza che ho a disposizione. Prima il problema nelle crono era proprio questo». Ma tra biomeccaici e preparatori tecnici, c'è una persona molto vicina a Purito: Leonardo Piepoli. «Leo è un bravo ragazzo e siamo grandi amici. Mi piace discutere con lui di ciclismo e di allenamenti perché è molto preparato. Seguo i programmi della squadra, ma Leo mi dà sempre spunti interessanti». Interessante.

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