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Fare e Disfare, la precarietà del ciclismo 2.0
#7
Con la Coppa del Mondo s’è messa la prima pietra di composto organico mefitico sul ciclismo da parte dell’UCI. L’accorciamento dei chilometraggi è stato poi un altro consistente intervento a base di olio di ricino, quando c’era già bisogno di ben altra fantasia. Ed a proposito di questa, se i dirigenti di Aigle come quelli di Stadio Olimpico-Curva Nord-Cancello 11, conoscessero la storia del pedale, non avrebbero bisogno di scimmiottare gli altri sport per provare a vivere originalità e virtuosità. Qui sopra, s’è menzionata giustamente la Bordeaux-Parigi, qui si sono raccontate le pagine del GP Ciclomotoristico e qui si potrà pure scoprire che l’uso della Cronosquadre per farne veramente un vessillo di interesse e di spettacolarità, non si legava alla storpiatura di Giro e Tour e al relativo campionato mondiale (che non segue nessuno), ma viveva dal basso con ali di folla da…….Mortirolo.
In altre parole, se per strada incontrate un cretino tentacolare e un soggetto dall’evidente fiuto verso la devianza dell’imbroglio e della disonestà, ed ambedue vi chiedono quale potrà essere la strada migliore per giungere ad un futuro di vertice e di fama, col ciclismo avete l’altra faccia della moneta di risposta. La prima, perlomeno in Italia, è la politica, e la seconda, allargabile a livello internazionale, è la dirigenza nello sport della bicicletta. Adesso poi, che sul ciclismo sono arrivati gli anglosassoni, i margini per uccidere la credibilità di questa disciplina sportiva si sono allargati alla potenza.
E così…..dall’Appennino, con quella Bocchetta che stuzzicava la bellezza suprema di questo sport, dalle imprese di Anquetil e Van Springel sulla strada per Parigi, dalla ritmicità talentuosa di Bobet al rullo di Lorenzetti, si è giunti ai chetoni di compagnia anoressica e ai motori elettromagnetici aggiuntivi che ci sono e ci sono stati, per far dire, dietro le quinte: “Guarda come pedala sulla bici quel grande figlio di puttana”!
Che squallore! Per fortuna ci sono ancora quelli che san vedere talenti e corse come qui.
 
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RE: Fare e Disfare, la precarietà del ciclismo 2.0 - da Morris - 20-04-2019, 07:17 PM

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