23-10-2017, 01:12 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 31-05-2020, 10:31 PM da Luciano Pagliarini.)
As usual, non è così semplice.
All'epoca al Tour non partecipavano 200 corridori e anzi il numero era mutevole. Si passa dai 150 del 1970 ai 100 del 77, per poi tornare sui 150/170 nei primi anni 80 col muro dei 200 sfondato solo nell'86.
Non è tanto una questione di mercato, quanto del fatto che per un Gibi, un Beccia, un Prim (non italiano, ma corridore di assoluto livello che correva in Italia) non vi era proprio la possibilità di fare il Tour. Nell'80 e nell'81 addirittura non invitarono squadre italiane.
È un po' diverso il discorso per Visentini perché il Tour per la Carrera/Inoxpran ha sempre avuto un occhio di riguardo (invitati nel 79, 82 e dall'84 fino alla chiusura), ma a lui non fregava nulla della Boucle.
In tutto questo si era creato un certo disinteresse italiano verso il Tour.
Poi c'è la Vuelta e là è tutto un altro discorso.
All'epoca al Tour non partecipavano 200 corridori e anzi il numero era mutevole. Si passa dai 150 del 1970 ai 100 del 77, per poi tornare sui 150/170 nei primi anni 80 col muro dei 200 sfondato solo nell'86.
Non è tanto una questione di mercato, quanto del fatto che per un Gibi, un Beccia, un Prim (non italiano, ma corridore di assoluto livello che correva in Italia) non vi era proprio la possibilità di fare il Tour. Nell'80 e nell'81 addirittura non invitarono squadre italiane.
È un po' diverso il discorso per Visentini perché il Tour per la Carrera/Inoxpran ha sempre avuto un occhio di riguardo (invitati nel 79, 82 e dall'84 fino alla chiusura), ma a lui non fregava nulla della Boucle.
In tutto questo si era creato un certo disinteresse italiano verso il Tour.
Poi c'è la Vuelta e là è tutto un altro discorso.