GIORNALISTA MALGIOGLIO
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TOUR. Giallo nel giallo, quei chiodi sul percorso
Giallo nel giallo, come un libro di qualche anno fa.
Questa volta non ci sono assassini, ma soprattutto non è una brillante invenzione di uno scrittore.
Prima di tutto, i fatti. Vetta del Mur de Peguere, il gruppo dei migliori scollina e Cadel Evans scende di sella, ha forato, aspetta un compagno, che arriverà solo un paio di minuti dopo, e riparte. In molti pensano di essere tornati ai tempi in cui al povero Cadel succedeva di tutto, nessuno immagina quello che sarebbe successo di lì a poco.
Nei primi chilometri di discesa forano almeno trenta corridori, fra cui la maglia gialla Bradley Wiggins, Denis Menchov e Robert Kiserlovski, che cadendo si frattura la clavicola.
All'arrivo il mistero si svela, e si infittisce. Basta guardare le ruote bucate delle bici per vedere chiodi da tappezziere ancora incollati, perfino qualche ammiraglia è costretta a cambiare le gomme.
“E' successa una cosa terribile, e triste- dirà la maglia gialla, a nome del gruppo- Noi sappiamo che questo mestiere comporta più rischi di altri, ma non mi sarei mai aspettato di vivere momenti di panico come questi”.
Cadel Evans è abbattuto, ancora scosso. “Tre chiodi nella ruota all'inizio di una discesa non li auguro nemmeno al mio peggior nemico”. “E' criminale gettare dei chiodi a terra”, rincara la dose il suo direttore sportivo John Lelangue, usando le stesse parole di Levi Leipheimer.
Sul sabotaggio nessuno ha dubbi, ma ne restano molti sulla dinamica. E se il motivo resterà probabilmente ignoto, e comunque per ora non si possono fare che ipotesi azzardate, sembra più agevole risalire al momento e al luogo del gesto.
I battistrada, che erano undici quindi non pochissimi, sono stati risparmiati, e ciò può far pensare che il lancio sia avvenuto nel quarto d'ora fra il loro passaggio e quello del gruppo.
Le prime forature, fra cui quella simbolo di Evans, sono state avvertite fra il termine della salita e l'inizio della discesa. Considerando che la gomma della bici non è un palloncino che scoppia a contatto con la punta del chiodo, si può presumere che la “zona rossa” fosse al termine del Mur de Peguere, proprio nella sua parte più dura.
La gendarmeria ha aperto un'inchiesta, destinata probabilmente a non portare a granchè per carenza di prove, di appigli.
Non è una finzione e nemmeno un delitto, ma, nonostante il Tour avesse bisogno di una scossa, nessuno avrebbe voluto vivere una giornata così.
Tuttobiciweb.it
TOUR. Evans attacca i tifosi spagnoli
Non va generalizzato, ma è' un vero e proprio attacco, quello che Cadel Evans, al termine della drammatica Limoux-Foix, lancia nei confronti dei tifosi spagnoli.
“Tre chiodi sono entrati nelle mie ruote durante la tappa di oggi. Per tre volte, in un momento cruciale, mi è successo qualcosa che non può essere giustificato. Qualcosa di strano (non chiodi sulla strada) mi era già capitato due volte in Spagna, ed è il mio motivo per cui non corro quasi mai in quel paese. Mi dispiace per i miei molti amici spagnoli e per il loro fantastico popolo, ma ci sono persone che a volte esagerano”.
Un j'accuse bello e buono, dettato dal nervosismo del momento , ma che fornisce la versione di Evans su quello che è successo oggi.
Qualcuno ha voluto sabotare la corsa, forse lui in particolare. E probabilmente quel qualcuno è spagnolo.
Tuttobiciweb.it
TOUR. Botta e risposta fra Bmc e Liquigas
Giornata tesa, quella di oggi al Tour, ed ecco arrivare le prime schermaglie fra squadre che lottano per la classifica generale.
Dopo la foratura di Evans e di un'altra trentina di corridori, fra cui Wiggins, Menchov e Kloden, il gruppo aveva deciso di rallentare per aspettare il rientro di chi era stato danneggiato da “situazioni esterne alla corsa”, come dirà la maglia gialla.
Ma nella discesa del Mur de Pequere il francesino Pierre Rolland disubbidisce al diktat del gruppo e attacca, immediatamente reagiscono Liquigas e Lotto-Belisol, la squadra di Van Den Broeck, quinto in classifica, mentre Sky si limita a controllare e ad attendere.
“L'azione di Rolland non è stata una bella pagina di sport- attacca all'arrivo Jim Ochowitz, direttore sportivo della Bmc- Non perchè avesse forato Cadel, ma perchè era successo a trenta corridori. Liquigas e Lotto? Ero più concentrato su Evans, non saprei giudicare il loro comportamento”.
In realtà subito dopo l'arrivo la rabbia dello staff Bmc nei confronti delle due squadre, colpevoli di avere accelerato, era evidente. “Non capisco perchè debbano avercela con noi- repilica Stefano Zanatta, ds Liquigas-Abbiamo accelerato per riprendere Rolland, e quando abbiamo raggiunto il nostro obiettivo ci siamo rialzati. Se avessimo voluti staccare Cadel avremmo preso l'iniziativa appena ricevuto la notizia, non cinque minuti dopo”.
A far da mediatore ci pensa Wiggins. “Credo che nessuno in gruppo voglia che Cadel perda tempo a causa di situazioni esterne alla corsa”.
E se tutto va bene, dopo aver visto la registrazione di quel che è successo, scoppierà la pace fra Liquigas e Bmc.
Tuttobiciweb.it