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Brian Cookson
#1
in arrivo
 
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#2
COOKSON! L'Uci volta pagina.
UCI | L'Uci decide questa mattina il suo futuro. È in pieno svolgimento a Palazzo Vecchio l'assemblea elettiva della Federazione Internazionale che dvee scegliere il suo nuovo presidente fra Pat McQuaid, che insegue il terzo mandato consecutivo, e Brian Cookson, numero uno della federazione inglese.

Sono toni decisamente accesi quelli del dibattito che si sta svolgendo con accuse reciproche di una parte all'altra e in questo momento - siamo alle 10.35 - si arriva ad uno dei momenti chiave: la discussione sull'applicabilità retroattiva delle modifiche allo statuto dell'Uci. Un punto dal quale dipende la vittoria o meno di Pat McQuaid.

La conta empirica dei voti per uno o per l'altro dei candidati porta gli esperti a dare una sostanziale parità, con un paio di voti in più forse per McQuaid ma l'impressione è che i giochi non siano ancora fatti e che nel segreto dell'urna qualche matita possa cambiare la posizione della croce all'ultimo momento.

Al momento, nelle dichiarazioni di voto espresse, molti grandi paesi sono in appoggio a Cookson mentre i piccoli - vedi Marocco e Barbados - scelgono McQuaid in nome della globalizzazione del lavoro svolto finora. Grandi o piccoli che siano i paesi, il voto dei loro delegati comunque vale sempre «uno».

Respinta la modifica dell'articolo 5.3 con 26 voti contrari, 9 a favore e 1 astenuto. Gli altri sei grandi elettori si sono tenuti le mani in tasca e non hanno dichiarato nessuna decisione.

Approvato invece il comma dell'articolo 24 che permette alle federazioni continentali di avviare collaborazioni con gli stati nei quali non è presente una federazione nazionale (41 favorevoli e 1 astenuto). Polemiche sui conteggi: un membro dell'assemblea chiede un conteggio più chiaro ed evidente, McQuaid replica dicendo che non è possibile chiedere ai delegati di stare per minuti interi a braccia alzate. La tensione è palpabile.

Ed eccoci al momento chiave, quello in cui si discute la proposta malese di accettare candidature alla presidenza affiancando al paese per il quale è tesserato il candidato, anche quella di almeno due federazioni. Proposta simile avanzata anche dalla Francia. Si vota anche sulla proposta di Barbados e Turchia che chiedono che il presidente uscente possa candidarsi senza il sostegno di alcuna federazione.

Putrtroppo la connessione wi-fi va e viene e non è semplice aggiornarvi su quanto succede.

La Nuova Zelanda chiede di che queste proposte non siano retroattive, anzi che siano applicate dal prossimo anno in maniera che tutti possano recepirle al meglio. Si alza l'applauso, evidentemente è quello dei Cooksoniani.

Il dibattito si scalda: la Finlandia chiede di non votare oggi, la Korea replica chiedendo il voto ma la non retroattività della norma.
Da più parti viene chiesto il voto segreto su queste norme.
Un delegato africano commenta: «È ridicolo essere ridotti così nel XXI secolo». In effetti lo spettacolo è decisamente poco edificante.

Siparietto esemplare: chiedono se il Comitato Direttivo dell'Uci si sia espresso ieri riguardo queste questioni. Viene risposto di NO. Si alza Makarov e smentisce: «Certo, ne abbiamo parlato ieri». E McQuaid: «Ne abbiamo parlato, ma non sono state prese decisioni ufficiali». In discussione c'è la possibilità di cambiare il calendario dei lavori e qualcuno avanza la proposta di far slittare di un anno l'elezione del presidente. Sentiamo di tutto e il contrario di tutto.

McQuaid cerca di tirare le fila e di spingere verso il voto: «Chi è contrario si esprima in tal senso, se la mozione di Barbados e Turchia sarà respinta potrà essere ripresentata il prossimo anno».

Alla fine si vota con scrutinio segreto. Questo allungherà ulteriormente i tempi. Anche perché, se non abbiamo capito male, in caso di approvazione della modifica ci sarà una nuova votazione per decidere se potrà essere retroattiva o meno.

Intanto l'avvocato Verbist sta consultando lo statuto, l'assemblea si trasforma in una scolaresca disobbediente, gente che si alza e si sposta, chiacchiericcio diffuso che nessuno riesce a zittire.

Philippe Verbiest si pronuncia: «Se la maggioranza dei delegati voteranno per rinviare la modifica dell'articolo 51.1, questa sarà rinviata». E parte l'applauso. È sempre più complicato capire come e dove si andrà a finire: probabilmente anche gli esperti in diritto svizzero - più volte evocato - avrebbero delle difficoltà.
Anche i colleghi di madre lingua inglese faticano a capire, adesso c'è incertezza persino su cosa stiano votando i 42 delegati.

Fantastico: si vota per decidere se si debba votare o meno gli emendamenti all'articolo 51.1! Votazione a maggioranza semplice: se passa il sì, poi le modifiche dovranno essere approvate dai 2/3 dei votanti, altrimenti saranno respinte.

È evidente come sia in corso il braccio di ferro decisivo: l'esito di queste votazioni può convincere in un senso o nell'altro coloro che sono ancora indecisi.

Intanto a cinque chilometri da qui la corsa delle juniores è finita, le premiazioni sono state fatte, tra un'ora tocca agli Under, ma è come se tutto si stesse svolgendo su un altro pianeta.

La “chiama" è in corso, nel frattempo si infittiscono contatti e discussioni fra i delegati e i presenti in sala, luogo preferito il corridoio che porta alla toilette.

Votazione conclusa, si va allo spoglio delle schede.

Pensiero: chissà se i signori che occupano questa sala e stanno per decidere il futuro dell'Uci sanno che stamattina due squadre professionistiche - la Champion System e la Crelan Euphony - si sono aggiunte alla lista dei team che spariscono...

Parità 21-21. L'assemblea ha deciso di non votare le modifiche. Il risultato è la fotografia perfetta dell'assemblea in questo momento. Stiamo entrando nella fase decisiva. Sulla carta, brutta botta per il presidente uscente.

McQuaid si affretta a sottolineare come la sua candidatura sia ancora valida grazie alla sottoscrizione di Thailandia e Marocco. È il momento più difficile per il presidente uscente.

In sala ci sono tutti i pezzi grossi del ciclismo, presidenti federali, organizzatori, la Aso in forze con Prudhomme e Pescheux, Zomegnan organizzatore dei mondiali...

E adesso la confusione regna sovrana: come si prosegue? Mancano ancora 4 punti dell'ordine del giorno prima di arrivare all'elezione del presidente. Come direbbe Dan Peterson: «Mamma, aspetta a buttare la pasta, qui la partita è ancora lunga...».

Secondo logica e secondo votazione, la candidatura di McQuaid non sarebbe valida e quindi tutto dovrebbe finire qui, ma le pieghe dei codici di diritto sono piene di virgole e di distinguo.

Finalmente ci siamo. Superati velocemente i punti mancanti dell'ordine del giorno, si arriva alla votazione per l'elezione e Pat McQuaid cede la presidenza dell'assemblea.

Domanda suprflua: volete che in caso di sconfitta Cookson non faccia ricorso al Tas contro la candidatura di McQuaid?

Ora i due candidati hanno 10 minuti a testa per il discorso finale. Comincia Cookson, così ha deciso il sorteggio.

«Oggi abbiamo l'opportunità di entrare in una nuova era per il nostro sport. Serve una nuova credibilità per il ciclismo. In questo congresso abbiamo vissuto una situazione deprecabile che pregiudica la reputazione dell'Uci. Faccio appello ai delegati e garantisco loro che che sarò un costruttore di consenso, che voglio ascoltare tutta la gente del ciclismo e che di questo cambiamento beneficeranno tutte le federazioni. Mi presento a voi esattamente come sono, senza sotterfugi, accordi segreti e senza nessuna maschera. Io credo che la gente abbia bisogno di capire e di tocare con mano che il ciclismo sta davvero cambiando. È importante che i tifosi possano credere nei loro campioni e che i ragazzi possano aspirare senza remore a diventare i campioni di domani» dice Cookson.

Grandi applusi per Cookson, adesso tocca a Pat McQuaid.

«Il ciclismo è cambiato ed io sono orgoglioso di questo cambiamento - sottolinea McQuaid - e non bisogna dimenticare che Cookson non è un uomo nuovo, ma fa parte anche lui del ciclismo, dal 2009 è membro del direttivo Uci. Io vi dico: non si cambia il capitano quando la nave va nella giusta direzione. Perché nel ciclismo di oggi si puo' correre e vincere in modo pulito. Il nostro sistema antidoping e' il più sofisticato al mondo, la cultura del ciclismo è davvero cambiata».
McQuaid fa pesare il suo peso politico in seno al Comitato Olimpico Internazionale e promette di difender il calendario del ciclismo ai Giochi: un discorso chiaramente volto alle piccole (ciclisticamente parlando) federazioni che hannonei Giochi una vetrina eccezionale. «Un voto per Cookson sarebbe come riportare inidetro l'orologio, io invece ho ancora del lavoro da finire» ha concluso McQuaid sforando ampiamente lo spazio a sua disposizione.

Viene comunicato ora che il ritiro del sostegno svizzero alla candidatura di McQuaid è stato successivo alla chiusura delle candidature. Quindi McQuaid sarebbe eleggibile. Ma la discussione è aperta e il Tas è dietro l'angolo...

Parola ora ad un esperto di diritto svizzero che sta spiegando perché la candidatura di McQuaid è da considerare legittima e come va interpretato l'articolo 51.1: è incredibile come tutto questo avvenga pochi minuti prima dell'elezione.

Tra poco potrebbe esserci una votazione per decidere se la candidatura di McQuaid è legittima o meno. Il miglior autore di teatro comico latino non avrebbe saputo scrivere una farsa come questa... Soprattutto se la votazione in questione dovesse essere palese.

Scusate lo sfogo: abbiamo voglia di andare a vedere la corsa!!!!

Anche perché dal palco ci stanno parlando di diritto thailandese. Ha dell'incredibile che l'Uci abbia speso tanti soldi per farci sapere che la candidatura di McQuaid è valida.

Nove delegati hanno chiesto di parlare: ognuno di loro avrà diritto a cinque minuti. Il primo a parlare è il delegato colombiano.

La giornata si allunga, comncedeteci una battuta: è arrivato Gianni Savio in sala, addeso possiamo cominciare...

Di battuta in battuta. Il delegato australiani chiede: prima di votare voglio sapere se McQuaid è un candidato europeo, asiatico o africano. Bella domanda...

Nonostante gli interventi degli esperti, i vari delegati chiedono se la candidatura di McQuaid sia valida o meno. E vediamo tanta gente che cambia le batterie dei telefonini, ormai scariche e roventi.

Il delegato belga chiede una pausa, per fortuna gli viene negata. Così forse ce ne andiamo da qui prima di sera...

Applausi scroscianti per l'intervento del delegato di Barbados: «Abbiamo due candidati, votiamo, votiamo, votiamo!». Ragazzi, qui sono in molti ad avere fame...

Da cinque ore si discute se McQuaid è eleggibile o meno: qualsiasi organismo normale si sarebbe pronunciato tre mesi fa, evitandoci questa lezione di diritto costituzionale mondiale.

La richiesta di tutti è: votiamo. Poi discuteremo di battaglie legali. E il delegato colombiano Jorge Ovidio González sottolinea: «Stiamo dando uno spettacolo esecrabile».

Colpo a sorpresa di Brian Cookson che si alza ed esclama: «Adesso basta, siamo due candidati: votiamo!».

Si va a votare, forse...

Già, ma se finisce ancora 21 pari cosa succede? Rientreranno gli esperti di diritto svizzero?

So che non ci potete credere, ma sta cominciando la votazione per eleggere il presidente dell'Uci!

È iniziata la "chiama". Tra 42 crocette avremo il responso.

Per fortuna siamo nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio e dovunque volgiamo lo sguardo ci possiamo stupire delle sue bellezze.

Tornano i problemi di wi-fi, giusto per complicare le cose. In realtà tutti qui hanno in mano un cellulare, un tablet, un qualsiasi aggeggio che possa comunicare.

Votazione conclusa, tra poco l'annuncio del risultato.

Brian Cookson è il nuovo presidente dell'UCI. 24 voti contro 18. Evidentemente Asia e Africa non si sono presentate al voto compatte come ci si attendeva.

Ora il nuovo presidente dell'Uci sale sul palco per il suo primo discorso ufficiale, dopo che il presidente uscente McQuaid - che ha ripreso il ruolo di presidente dell'assemblea - si è congratulato con lui.
Brian Cookson ha 62 anni, è un architetto specializzato nell'arredo urbano e dal 1996 è presidente di quella federazione inglese che sotto la sua gestione ha fatto autentici passi da gigante.

«La mia priorità sarà quella di creare un sistema antidoping completamente indipendente, frutto di una collaborazione stretta con la Wada»: queste le prime parole di Cookson.

Ora l'Assemblea procede con i lavori per l'elezione del nuovo direttivo.

Inutile elencare qui tutto il lavoro che attende Cookson, siamo convinti che sia ben consapevole di quello che lo aspetta.
Sui social network stanno impazzando i post di chi esulta per questo cambio della guardia comunque storico: si chiude un'epoca durata 22 anni prima con Verbruggen e poi con il suo delfino McQuaid.

Ora, se ce lo consentite, ci andiamo a godere la corsa degli Under 23 e a tifare per gli azzurri. Più tardi - e comunque in tempo reale - vi aggiorneremo sulla composizione dell'esecutivo Uci per il quale è in corsa anche il nostro presidente Di Rocco.

Grazie per l'attenzione e buoni mondiali a tutti.

da Firenze, Paolo Broggi

tuttobiciweb.it
 
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#3
Bene Cookson, io non lo conosco, ma tutti i personaggio che considero "positivi" (Vaughters, Pinotti, Lemond) hanno appoggiato lui apertamente
 
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#4
Bene, era chiaro che ormai Verbruggen-McQuaid avevano fatto il loro tempo e bisognava cambiare per riacquistare un minimo di credibilità.
 
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#5
Gli 8 anni di McQuaid sono stati da dimenticare per cinque motivi.

1) Grandi Giri fuori dall' UCI

2) Il caso Rasmussen

3) L' operaction Puerto

4) Gli vincitori dei Grandi Giri cambiati a tavolino per doping

5) Il caso Armstrong
 
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#6
Da dimenticare soprattutto per "gli vincitori" secondo me Sese
 
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#7
http://www.briancookson.org/files/6313/7...nglish.pdf
 
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#8
Luuk Eisenga, president of the AIGCP (teams association):"At the first voting round I was sitting behind someone who put up his hand twice. He voted in favour one time and against one time." :O
 
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#9
Avrà votato per uno che era in bagno
 
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#10
COOKSON. «I miei primi 100 giorni»
«Voglio che la nostra la federazione migliore del mondo»

UCI | Dopo cento giorni, il presidente dell’Uci Brian Cookson fa il punto sul lavoro svolto da quando si è insediato al comando della Federazione Internazionale.

«Abbiamo vissuto tre mesi intensi, nei quali ho lavorato per mantenere le promesse che comparivano nel mio manifesto elettorale. Ho la fortuna di poter contare su collaboratori di alto livello ed estremamente motivati: questo ci ha permesso di ottenere sin da subito importanti risultati. Grandi progressi sono stati compiuti per quanto riguarda la Riforma del Ciclismo professionistico: c’è ancora molto da fare, ma la volontà generale è quella di lavorare in un’unica direzione e quindi presto potremo varare una riforma importante costruita su basi sane».

CICLISMO FEMMINILE. «La nostra nuova Commissione si è riunita per la prima volta per pianificare il proprio lavoro e mi piace sottolineare come ci sia la presenza di almeno una donna in tutte le Commissioni Uci. Il lavoro della Commissione riguarda soprattutto la copertura televisiva degli eventi più prestigiosi, delle prove di Coppa del Mondo e sono fiducioso di riuscire finalmente a liberare il fantastico potenziale del ciclismo femminile».

COMMISSIONE INDIPENDENTE. «La Commissione ha già iniziato il suo lavoro preparatorio e avrà ben presto accesso a tutti i dossier dell’Uci e a tutti computer che sono stati "backuppati" al momento della mia elezione. La Commissione raccoglierà anche le testimonianze di personaggi implicati all’epoca dei fatti e collaborerà con la Wada. I costi del lavoro saranno interamente sostenuti dall’Uci e abbiamo chiesto ai membri di concludere il loro lavoro nell’anno solare 2014».

LAVORI. «Tra le altre attività in corso, possiamo sottolineare l’impegno dell’Uci in materia antidoping con l’iNADO, progetto portato avanti in collaborazione con le agenzie antidoping di Norvegia e Finlandia con lo scopo di verificare che i nostri sistemi attuali siano applicati nel miglior modo possibile. Stiamo lavorando anche per far sì che l’Uci diventi una organizzazione più trasparente e moderna, nella quale tutti abbiano fiducia. Il mio sogno è semplice: voglio che l’Uci diventi la miglior federazione del mondo, una federazione degna del magnifico sport che gestisce e voglio che tutti - tifosi, atleti, tecnici, giornalisti, sponsor e dirigenti - ne possano andare orgogliosi».

©TBW
 
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