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Co.Di.Co - Coordinamento dei Direttori di Corsa
#1
Post dedicato alle notizie riguardanti il Coordinamento dei Direttori di Corsa (Co.Di.Co).
 
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#2
Sicurezza, il Co.Di.Co. pronto all'esordio
C’è attesa per il debutto del CO.DI.CO, il Coordinamento dei direttori di corsa che domenica prossima, a Modena, presenterà le sue proposte per una nuova politica di governo del ciclismo nazionale, oltreché di tutela e di valorizzazione professionale degli appartenenti alla categoria.
Numerose le adesioni pervenute, in rappresentanza di diverse regioni.
Per questa prima occasione, il portavoce del CO.DI.CO, Silvano Antonelli, presenterà una relazione che oltre a ribadire le ragioni e gli obiettivi del Coordinamento, sottolineerà alcuni punti di maggiore criticità, quali:
1 - un settore professionistico quasi abbandonato a se stesso, con un CCP in via di superamento e una Lega che probabilmente nascerà già morta per mancanza di gruppi sportivi affiliati. A cui va aggiunto un calendario nazionale drammaticamente esautorato del suo significato tecnico-agonistico, dal momento che oltre la metà degli atleti partenti appartengono a gruppi non espressamente professionistici, come i Continental;
2 - una struttura federale non più corrispondente alle sfide di oggi, vecchia di quasi 40’anni, fatta di molte strutture elettive periferiche prive di poteri e di risorse, che non corrisponde più alle esigenze di dare democraticamente forza ai livelli territorialmente rappresentativi del ciclismo, capaci a loro volta di programmare, investire e relazionarsi concretamente col decentramento ed il federalismo istituzionale;
3 - una idea di sicurezza capace di unificare il mondo del ciclismo, con una proposta forte di aggiornamento del Codice della Strada, capace di farsi ascoltare dal mondo politico e parlamentare;
4 - una lotta al doping che rifiuti gli “opposti estremismi” di chi generalizza sempre e di chi invece minimizza soltanto. Per proseguire sulla strada del rigore scientifico unita alla certezza dei criteri sanzionatori; della graduale unificazione internazionale delle norme e della coerenza delle federazioni e di tutti i loro appartenenti. A cui aggiungere il grande sforzo di riportare l’atleta al centro di ogni progetto, perché senza la salvaguardia della sua dignità umana e professionale, non esiste sport degno di questo nome.
5 – i direttori di corsa e di organizzazione, negli ultimi anni sono stati gravemente spogliati di professionalità e di ruolo, con grave danno degli stessi organizzatori, ormai ridotti al ruolo di spettatori più che di governo effettivo delle manifestazioni da loro costruite con sacrificio e rischio economico. Quindi, la necessità di rivalutare la figura del direttore di corsa non come categoria a sé, ma come parte integrante della società organizzatrice, a cui deve essere restituito il giusto potere, compreso il diritto di concorrere alla definizione delle modalità di controllo delle gare, che vanno epurate da presenze dannose per lo spettacolo sportivo e da interventi lesivi della comunicazione televisiva.
6 - infine, ma certamente non ultima, l’assenza di pluralismo e di trasparenza all’interno dell’attuale gruppo nazionale della FCI. Disposto ad ascoltare solo chi gli ha fornito il consenso elettorale, e poco incline a valorizzare le istanze e i contributi espressi dalla ricca varietà degli affiliati e tesserati, che tuttavia concorrono alla promozione e al sostentamento del ciclismo.

tuttobiciweb.it
 
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#3
Il Co.di.co. si è messo al lavoro
Sala gremita e idee nuove per la “prima” del CO.DI.CO (Coordinamento direttori di corsa e di organizzazione), avvenuta ieri a Modena.
Alla presenza delle diverse anime del mondo sportivo, direttori di corsa, organizzatori, giudici, direttori sportivi, moto staffette e presidenti di società, provenienti dalla Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Toscana è stato inaugurato uno stile nuovo: quello del confronto aperto, basato sulla competenza e sul rigore culturale, senza pregiudizio e senza polemica gratuita anche verso chi viene ritenuto non adeguato per condurre la politica federale.

Le idee più innovative hanno riguardato:

1- il settore professionistico, per il quale sono state espresse forti perplessità che la costituenda Lega possa avere un ruolo effettivo visto che la stragrande maggioranza dei gruppi sportivi sono affiliati all’estero, e dove si è proposto di razionalizzare il calendario italiano visto che molte gare professionistiche, hanno mantenuto solo i costi, ma non certo il tasso tecnico;

2- la struttura federale, vecchia di 38 anni, andrebbe ridisegnata per dare poteri e risorse principalmente alle strutture territoriali in grado di svolgere una vera politica sportiva, eliminando i C.C.P. più piccoli e ristrutturando quelli regionali che per consistenza sono molto meno di un modesto comitato provinciale del Nord. Senza con questo restringere gli spazi di democrazia, che andrebbero invece riallineati all’esigenza di strutture federali che abbiano come obiettivo lo sviluppo del ciclismo e non la semplice testimonianza territoriale;

3- il doping, per combattere il quale si è invocata la strada del rigore scientifico, del finanziamento dei controlli, della introduzione della radiazione per i casi di recidiva, del non utilizzo da parte delle federazioni nazionali dei soggetti (atleti e tecnici) coinvolti in casi di doping, ed infine, ma non da ultimo, delle misure e dei regolamenti necessari al rispetto della dignità morale e professionale dei corridori, con esclusione di proposte assurde come quelle dei controlli anche di notte;

4- la Commissione Nazionale Direttori di corsa che, anziché valorizzare la categoria l’ha praticamente affossata per l’assenza di progettualità e incapacità dei propri componenti, con un responsabile che resta al suo posto nonostante il presidente federale, da 10 mesi, e con tanto di lettera, gli abbia chiesto di dimettersi;

5- il ruolo degli organizzatori, a cui va restituito un potere effettivo di governo delle proprie manifestazioni, sia attraverso il ruolo del direttore di corsa, sia attraverso la loro possibilità di concorrere alla definizione delle regole del controllo tecnico-disciplinare, che in nessun modo debbano risultare di impedimento per la visibilità del pubblico e per la valorizzazione delle immagini televisive, a cui è affidato il compito ormai unico di attrarre gli sponsor.

6- la sicurezza, per la quale si è chiesto di far diventare patrimonio comune le varie iniziative che qua e là vengono organizzate, dando forza attuativa a quelle di maggior significato e di maggior urgenza.

Infine, la precisazione del carattere del CO.DI.CO, il cui portavoce Silvano Antonelli è riuscito davvero a presentarlo come un soggetto del tutto nuovo ed autonomo, che resterà in piedi fino al 2013, con l’intento di contribuire all’emergere di uomini e donne che per competenza, capacità, rappresentatività e onestà, potranno rappresentare una nuova classe dirigente per il futuro del ciclismo.
Un CO.DI.CO che nei prossimi tempi si organizzerà per gruppi di lavoro e che gradualmente cercherà di offrire il proprio contributo con altre iniziative fino a toccare il maggior numero possibile di realtà e di territori.

La Segreteria del CO.DI.CO

tuttobiciweb.it
 
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#4
Il Co.di.Co sorpreso dalle dichiarazioni del consigliere Buzzi
Riceviamo e pubblichiamo:

L’intervento del Consigliere Federale Carlo Buzzi è stata l’unica nota stonata ascoltata nel corso dell’interessante convegno “Sicurezza sui pedali”, svoltosi ieri a Valenza (AL) ed abilmente organizzato dal Comitato Provinciale di Alessandria in collaborazione con il Comitato Regionale piemontese.
Sollecitato ad intervenire nella sua qualità di Consigliere della FCI, ma soprattutto di referente della Commissione direttori di corsa, egli ha letteralmente detto: «in futuro dovremo fare in modo che agli atleti sia consentito di gareggiare solo stando sulla loro destra e che ai direttori di corsa sia data facoltà, anche nelle gare a tappe, di estromettere dalla corsa gli atleti che accumulano un ritardo pari o superiore al tempo massimo stabilito».
Due proposte che hanno dell’incredibile. Gareggiare sulla propria destra comporterebbe infatti che il traffico in senso contrario non dovrebbe più essere necessariamente bloccato. Altrimenti perché stare a destra? Così come, estromettere gli attardati durante le corse a tappe comporterebbe il rischio (certo) di svolgere le ultime tappe con meno di 40 corridori. E quindi addio agli sponsor e agli organizzatori.
Ora, con un tale Consigliere Federale, nonché referente della Commissione direttori di corsa, i casi sono due: o il Consiglio Federale non saprà mai cosa pensano realmente i direttori di corsa e gli organizzatori, oppure i direttori di corsa e gli organizzatori non avranno mai la possibilità di far giungere le loro idee fino al Consiglio Federale. Davvero un bel pasticcio per chi volesse realmente partecipare a quel “gioco di squadra” tanto decantato dai nostri vertici federali.

Silvano Antonelli
Portavoce CO.di.CO (Comitato direttori di corsa e di organizzazione)

tuttobiciweb.it
 
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#5
Il Co.Di.Co. e una Commissione Sicurezza che fa discutere
Prendiamo atto della costituzione e dell’insediamento della nuova C.N.D.C.S (Commissione Nazionale Direttori di Corsa e Sicurezza).
Così aveva deciso il Consiglio Federale nella sua ultima seduta, e così è stato fatto sabato scorso, senza alcuna consultazione e senza nessun coinvolgimento preventivo della categoria interessata.
Se in futuro, questa discutibile scelta porterà risultati concreti, nessuno li disconoscerà per puro pregiudizio.
Al momento però, è impossibile non osservare alcune questioni, che sotto il profilo del metodo e del merito, pongono non pochi interrogativi ad una federazione che volesse essere attenta ai deliberati statutari e regolamentari.
1° - In occasione dell’ ultima assemblea federale, tenutasi ad Imola nel marzo del 2009, i delegati hanno votato, come modifica allo statuto, l’istituzione della commissione direttori di corsa e direttori di organizzazione. Quindi, una commissione rappresentativa dei direttori di corsa e di organizzazione, con il compito di elaborare e proporre al Consiglio Federale le normative per la gestione della categoria, più quant’altro possa appartenere al profilo operativo e professionale della medesima, come ad esempio le questioni della qualità, della gestione e della sicurezza delle gare ciclistiche.
Un profilo di commissione che però oggi non appare più lo stesso, stravolto non solo nei suoi contenuti, ma sfigurato anche nella sua missione di rappresentanza, visto che il suo presidente non appartiene alla categoria e che non ha la competenza professionale per interpretarla.
2° - All’interno della nuova C.N.D.C.S. sono stati assegnati incarichi che un tempo avrebbero fatto sobbalzare sulla sedia l’intero Consiglio Federale e che oggi invece vengono assegnati con faciloneria, come quello di assegnare al presidente di questa commissione i rapporti con il Governo, le Istituzioni ed il Ministero dell’Interno. Stabilendo di fatto, e senza un regolamento organico che lo consenta, che il presidente di questa commissione potrà intrattenere relazioni di massimo livello senza un mandato di volta in volta conferitogli dal C.F. o dal Presidente. Questa è certamente una novità, che attribuisce a questa persona una connotazione del tutto politica ed estranea ai normali criteri federali. Ed anche se appare giustificata la ricerca di metodi innovativi e pratici, molto meno comprensibile è che il C.F. abbia abdicato alle sue prerogative, a meno che, per gli uomini del Presidente, siano oggi attribuibili privilegi mai concessi ad altri, compreso quello della segretaria personale.
3° - La nuova C.N.D.C.S., nata ovviamente per migliorare le cose, ha incominciato però col cancellare dalla sua nomenclatura la figura del direttore di organizzazione, ovvero il livello più alto di professionalità che la categoria possa esprimere. L’ha tolta dal nome della commissione e l’ha tolta dal tesseramento, nonostante il Regolamento Tecnico UCI mantenga questa figura, e nonostante al riguardo non risultino apportate modifiche né a quello nazionale né alle norme di gestione della categoria. Sappiamo solo, al riguardo, di una fantomatica delibera del C.F. del 25.11.2009, mai pubblicata prima, mai fatta conoscere alla categoria interessata, ma adesso riportata alla pubblica memoria con un tardivo comunicato del segretario generale pubblicato il 22 novembre 2010.
A questo punto, pur prendendo atto che questa commissione è stata costituita senza alcuna consultazione della categoria come invece sarebbe stato opportuno fare; che adesso siamo tutti direttori di corsa (anche se alcuni nazionali ed internazionali), e che di questo passo anche la direzione della gare regionali passerà presto alla Giuria, una domanda s’impone: come facciamo a partecipare al “gioco di squadra” se le regole federali vengono continuamente stravolte ed adattate arbitrariamente alle volontà e alle attese personali di pochi?

Silvano Antonelli
Portavoce CO.di.CO (Comitato Direttori di Corsa e Direttori di Organizzazione)
 
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