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Tra i provvedimenti la sospensione delle attività sciistiche, sospensione di eventi pubblici. Chiusi musei, palestre, piscine, teatri, stop ai concorsi pubblici ad esclusione del personale sanitario.
08-03-2020, 01:23 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 08-03-2020, 01:25 AM da Luciano Pagliarini.)
E dieci giorni dopo i suoi compagni di merende sono qua a segregare in casa noi poveri scemi.
Io non esco dalla zona Visnadello-Treviso-Villorba da quando è arrivato qua il virus. Mi prendo tutte le precauzioni di questo mondo da quando è uscita la notizia del tizio infettato a Lodi.
Avrei soltanto la pretesa, fin tanto che io non ho sintomi e quelli che mi circondano nemmeno, di poter andare ogni tanto in palestra o a farmi uno spritz.
Ma, ormai, mi toccherà sacrificarmi per il bene comune poiché un governo di deficienti non è stato capace di mettere in quarantena tutti quelli che arrivavano dalla Cina. E quando hanno saputo che il virus era giunto fin qua si sono grattati i coglioni fino ad oggi.
Il problema non è la gente egoista che va ai Navigli come mi tocca leggere in giro (discorso diverso per chi è uscito di nascosto da zone rosse varie). Il problema è chi ha gestito questo problema arrivando nettamente in ritardo su tutto. E chi li ha messi là.
Mi permetto di dissentire solo su un punto: questa storia della quarantena di tutti quelli che arrivavano dalla Cina ormai deve essere superata... il virus circola con tutta probabilità almeno dalla Befana. Gli altri paesi hanno scelto una strategia iniziale diversa, ma anche lì i casi stanno aumentando giorno dopo giorno. Come ha sempre detto Ilaria Capua dal primo momento sul canale YouTube di Liberi oltre, il contagio non si può fermare in un epoca così mobile, ma bisognava fare i test dal principio solo sui sintomatici, così da diluire il panico e non precipitare in questo caos.
Per me questa critica è ingiusta, partendo dal fatto che i cinesi comunque hanno ritardato già loro i tempi e quindi ormai il virus si era già sparso in Europa. Purtroppo se vai a ricostruire l'esplosione del focolaio, ci sono stati una serie di comportamenti individuali tali che hanno complicato il tutto, oltre alla totale impreparazione del personale sanitario, solo loro contano più di 2000 contagiati. Detto questo certamente a livello comunicativo è stato un disastro.
Quelle misure andavano adottate quantomeno per rallentare se proprio non riuscivano a isolare in toto.
L' impreparazione del personale sanitario è collegata a ciò. "Tanto non arriva", pensavano i geni al governo.
Se si faceva tutto il necessario quando era ora, adesso non saremmo in questa situazione.
Noi qua siamo praticamente in prigione per almeno un mese.
Peraltro, l'uscita della bozza si sta rivelando un boomerang. Ora ci sarà una migrazione di massa verso quelle regioni dove proprio non possono permettersi di ritrovarsi nella situazione della Lombardia.
08-03-2020, 02:35 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 08-03-2020, 02:43 AM da Italbici.)
Ma infatti la comunicazione è un disastro, però mi permetto di dire che tante persone ad esempio fanno scali diversi( tipo Tokyo- Zurigo- Roma) quindi la tracciabilità va a farsi benedire. Per me l'unico grande errore è stato quello di non comportarsi come la Francia, che ha impedito il panico avendo 10 giorni buoni dove costruire un'allerta graduale. Quello che mi puzza tantissimo è che più di qualcuno ha gioito per fare deficit e approfittare del momento pensando a questa fase come un fine guerra da cui ripartire per rilanciare il paese.
08-03-2020, 02:44 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 08-03-2020, 02:44 AM da Luciano Pagliarini.)
Eh, ma bisognava trovare il modo di bloccare anche chi ha fatto scalo.
Posto che la cosa migliore sarebbe stata un'azione dell'Unione Europea in toto all'inizio di tutto. Chiunque entrava in Unione dalla Cina veniva messo in quarantena.
Il fatto è che il virus è molto infettivo e noi (e penso non solo noi) non abbiamo le strutture per contenerlo. Bisognava ragionare subito su questa cosa qua.