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(Dis)servizio Rai
#61
Popi Bonnici:"Ecco come cambierei il ciclismo, non solo in TV"
Il calo di ascolti che ha coinvolto il ciclismo e la critica all'intero sistema televisivo dell'ex patron del Giro d'Italia, Angelo Zomegnan, ci hanno fornito l'occasione per tornare, dopo qualche anno dalla nostra prima intervista, a parlare con Popi Bonnici, storico regista Mediaset e presidente di Tau Media. Nella sua lunga carriera, Bonnici ha curato le immagini del grande calcio, della Formula Uno, allo sci, oltre ovviamente al ciclismo.

Bonnici è un profondo conoscitore del mezzo televisivo, costantemente alla ricerca di novità e sempre con lo sguardo rivolto al futuro. Lo abbiamo contattato telefonicamente mentre stava raggiungendo lo stadio "Friuli" di Udine e dopo i brevi convenevoli, siamo subito entrati nel vivo della vicenda.

Ha letto l’articolo di Angelo Zomegnan sul suo blog ?
Si, l’ho letto, e non credo si possa fare un’analisi del genere senza tenere in considerazione la frammentazione che ha coinvolto la nostra televisione. Il passaggio dall’analogico al digitale ha portato ad un amento di canali che ha inevitabilmente reso più difficile la fidelizzazione su uno specifico canale ed è andata a suddividere la platea televisiva tra più canali. Lo cito sempre a mo’ di battuta, ma è vero: qualche tempo fa una persona non più giovanissima mi ha chiesto se oltre il 10 ci fossero altri canali.

Il calo degli ascolti del ciclismo è quindi strutturale …
Non solo, la comunicazione è molto cambiata negli ultimi anni ed abbiamo la cosiddetta “generazione social” che è abituata a comunicare a ritmi elevatissimi e ad avere nell’arco di pochi minuti l’informazione che ricerca senza sprecare un solo secondo in più del necessario, è quindi sempre più difficile riuscire a catturare questo spettatore per una lunga, e talvolta pure noiosa, diretta di ciclismo.

Il Giro delle Fiandre, l’anno scorso ha proposto la novità delle telecamere a bordo della ammiraglie e della trasmissione delle comunicazioni radio tra corridori e diesse, come la vede ?
Questa è stata una richiesta che avevamo fatto noi nel 1993 e all’epoca ci era stato detto che era impossibile farlo per questioni di riservatezza. Oggi credo che mostrare un Direttore Sportivo alla guida di un’ammiraglia non rappresenti una novità, così come non mi piacciono le interviste che vengono effettuate in corsa, le trovo scontate e non credo aggiungano qualcosa alla corsa. Diverso il discorso delle comunicazioni radio che possono sicuramente essere una bella novità, anche se si rischierebbe di assistere a comunicazioni codificate per non fare capire le proprie tattiche agli avversari.

Come vede la proposta di Angelo Zomegnan di installare telecamere sulle biciclette ?
E’ una proposta vecchia. Mettere una camera sulla bicicletta del passista in una tappa di pianura dice molto poco, diverso sarebbe metterla sulla bici di un uomo di classifica in una discesa tecnica affrontata a tutta velocità. Lì si che sarebbe spettacolare, ma sicuramente nessuno accetterebbe di posizionarla perché comunque un po’ di danno lo crea.

Zomegnan ha invocato l’intervento di Aldo Grasso per provare a risollevare i dati auditel del ciclismo, è d’accordo?
No, credo che il critico debba fare il critico. Non mi risulta che un critico d’arte sia anche un pittore o che un critico musicale vada a cantare a Sanremo. Non vorrei fosse stata un’auto referenziazione alla categoria dei giornalisti. Zomegnan al Giro d’Italia si è concentrato solo sulla vetrina ma, purtroppo, sportivamente parlando, dopo i fasti dal 1992 al 1998 il Giro è andato sempre più in ribasso.

Come si può allora risollevare l’ascolto del ciclismo ?
Occorre puntare forte sulla “generazione social” e dare un taglio diverso al prodotto, ma lo sforzo non deve farlo solo la televisione, ma l’intero mondo del ciclismo.

Cioè ?
Domani ci sarà la Milano – Sanremo, una corsa di 300 km che dal punto di vista televisivo è interessante solo negli ultimi 20. Ci sono poi altre corse in cui l’interesse scende agli ultimi 5: o decidiamo di non considerare affatto ciò che accade prima, oppure è necessario che il ciclismo cambi il modello della corsa rendendo “interessanti” altri passaggi oltre all’arrivo.

Il problema non è quindi solo della televisione…
Esatto, la televisione è un amplificatore, ma se c’è poca gente ai bordi delle strade non è certo colpa della televisione. Purtroppo, chi gestisce il Giro, e il ciclismo più in generale, ha una mentalità vecchia ed è ancora convinto che la gente vada all’evento, invece oggi è l’evento che deve andare alla gente. Andare ad un evento per assistere ad un minuto di passaggio è un’azione sempre meno frequente e nei prossimi anni lo sarà sempre meno.

La televisione cosa può fare ?
Oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante, basti pensare cosa faceva e quanto pesava un telefono nel 1993 e cosa fa e quanto pesa un telefono oggi. Il miglioramento del prodotto televisivo deve obbligatoriamente passare dalla costruzione di uno spettacolo, l’aumento di ore di produzione può portare ad avere magari tre giornalisti su moto anziché due, ma non è in questo modo che si migliora il prodotto e non è certo un’animazione 3D che può cambiare il modo di fare ciclismo in TV.

Cosa potremmo fare allora ?
Io creerei un evento nell’evento, magari con servizi in stile “Iene” negli alberghi, ovviamente senza alcun filtro altrimenti tutto sarebbe quasi recitato. Poi posterei tempestivamente sui "social" qualche video inedito direttamente dalla corsa, ad esempio lo sforzo o la crisi del ciclista in salita, insomma cercherei di allontanarmi dal solito clichè, puntando sulla diversa fruibilità del prodotto.

Parliamo del “Processo alla Tappa”, che voi chiamavate “Studio Tappa”, ha senso in questo programma il racconto giornalistico dopo o dovrebbe avvicinarsi di più ad uno show ?
Dirlo così su due piedi è difficile, bisognerebbe studiare un format, diciamo che in questo tipo di programmi servono figure di rottura, personaggi pungenti, divertenti con sarcasmo e ironia. Oggettivamente, non se ne può più di vedere le stesse facce che ci ripetono le stesse cose, io vedrei bene dei giovani che, anche se al momento non hanno ancora il carisma dei cosiddetti “vecchi”, possano dare sicuramente nuova linfa. Un’altra cosa che eviterei è quella di parlare del tipo di rapporto usato o di altre specifiche iper tecniche che vanno a creare un programma ancor più di nicchia.

Due importanti registi di varietà ci hanno confidato che per aumentare il ritmo e rendere più appetibile la trasmissione si alza il ritmo degli stacchi, avendo un cambio di camera ogni 2-3 secondi. Nello sport, ovviamente è diverso, ma esistono tecniche per rendere il prodotto più frizzante ?
Nello sport è completamente diverso e a prevalere deve sempre essere il racconto. Anzi, credo sia fastidioso se mentre l’elicottero sta “spiegando” la corsa il regista stacca su un cane, magari pittoresco, all’arrivo. Nello sport ritengo che lo strumento per aumentare il ritmo possa essere la virtualizzazione, in stile Xbox o PSVita.

Nel calcio negli ultimi anni si è avuto un aumento dell’uso dei replay, crede che anche nel ciclismo questo strumento possa essere utilizzato ?
Il replay è uno strumento fantastico, è giusto averne tanti, ma si deve mandare in onda solo quelli che servono realmente perché altrimenti si corre il rischio che diventi indigesto.

Se dovessimo dare un voto a come la RAI mostra il ciclismo, che voto darebbe?
Senza voto, perché in vent’anni non hanno portato nulla di nuovo che sia quindi valutabile.

Lui è quasi arrivato allo stadio di Udine da dove curerà la diretta di Udinese - AZ di Uefa League, e quindi è giunto il momento di congedarci, felici per aver parlato di ciclismo con un appassionato competente e utile a tutti noi per migliorare il nostro amato sport, ma ... cosa rimarrà veramente al mondo del pedale di questa intervista ?

ciclismo-online.it
 
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#62
I vertici RAI:"cambiare rispetto agli stereotipi del passato non più riproponibili"
Viale Mazzini, a Roma, e Corso Sempione, a Milano, sono in subbuglio per quanto sta avvenendo in questi giorni nella redazione di Rai Sport. Le Olimpiadi di Londra 2012 saranno trasmesse solo parzialmente dall’emittente di stato, che avrà diritto a solo 200 ore di trasmissione (ad Atene le ore furono 1200 mentre a Pechino 800), i diritti del calcio in chiaro sono i forte dubbio, mentre i diritti per la Champions League 2013 li avrà in esclusiva Sky. Al di là di questi aspetti meramente commerciali (che devono comunque fare riflettere) l’emittente di stato sembra intenzionata a cambiare rotta.

In un comunicato aziendale si legge che:” E’ evidente che un progetto di rilancio (di Raisport ndr) di questa portata deve passare attraverso soluzioni di discontinuità rispetto agli stereotipi del passato non ulteriormente riproponibili.”

Dal dieci aprile su RaiSport Uno partirà un nuovo progetto targato Eugenio De Paoli, una sorta di canale all news sport, e l’aspetto che più da fastidio ai giornalisti di RaiSport è che questo spazio con tutta probabilità verrà appaltato all’esterno ad un gruppo di giornalisti, autori e programmisti registi che sappiano rispondere a quella discontinuità chiesta dall’azienda.

Come dare torto a De Paoli e ai vertici della RAI ? Basta confrontare il dinamismo di Sky con la staticità della Rai per capire che per essere competitiva anche l’emittente di stato deve andare in quella direzione.

Purtroppo, RAI è che gestisce i giornalisti che un qualunque ente pubblico gestisce i suoi dipendenti. Vengono assunti per concorso e poi fanno più o meno carriera anche in funzione delle correnti politiche che governano l’azienda.

Torniamo al nostro sport, il ciclismo. La RAI, anche aiutata dai nuovi canali, sta dando moltissimo spazio al ciclismo e questo è innegabile, ma è troppo legata agli stereotipi del passato che hanno poco a che vedere con i giorni nostri. Pensiamo ad Alessandra De Stefano, a Fabrizio Piacente, a GianLuca Giardini, a Pietro Plastina e ai tanti che riescono a ritagliarsi uno spazio nel ciclismo, ma con estrema difficoltà riuscirebbero a brillare in altri sport o ad abbandonare questi stereotipi ormai superati.

Prima che sia troppo tardi e che i conti impongano di ridimensionare il ciclismo, sarebbe forse il caso di rivederne l’impostazione, proporre cose nuove, dare maggior dinamismo e provare a prendere anche il target giovane extra ciclistico.

E’ troppo difficile ? Per questa RAI forse si, ma per fortuna i vertici aziendali se ne sono accorti, riuscirà ad accorgersene anche Bulbarelli prima che sia troppo tardi ?

ciclismo-online.it
 
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#63
Della Champions League fottesega sinceramente, ma avere solo 200 ore di Olimpiadi in chiaro è una cosa scandalosa, dovrebbero essere un patrimonio dell'umanità...
Se tagliano De Luca o Piacente ci fanno solo un favore, ma la De Stefy non si tocca, imperativo categorico :exclamation:
 
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#64
(07-04-2012, 09:48 PM)SarriTheBest Ha scritto: Come dare torto a De Paoli e ai vertici della RAI ? Basta confrontare il dinamismo di Sky con la staticità della Rai per capire che per essere competitiva anche l’emittente di stato deve andare in quella direzione.

Premetto che ho letto poco, ma penso sia colpa degli ascolti tv che si sia creata questa situazione. E penso che la colpa sia della parte in grassetto. La RAI (raisport in particolare) s'è fermata come qualità di trasmissione, agli anni '80. Atmosfera casareccia, poca dinamicità appunto, e oramai di questi tempi, dove i ritmi di vita si sono alzati, è inevitabile atteggiarsi anche davanti alla tv, volendo un prodotto meno statico. E forse è anche per questo che il Ciclismo non è più seguito come una volta (oltre che per i doping e quelle robe lì), apparte i commentatori di parte in una maniera incredibile. L'anno scorso ho visto il Tour de Suisse su Sky. Beh, tutt un'altra storia, studio pre e post gara, vendita eccellente del prodotto, e perfino grafiche col Piero (non ricordo esattamente il nome tecnico, ma chi ha Sky se ne sarà imbattuto una volta, comunque è la grafica che usano per la Serie A per far vedere i movimenti). E poi l'interattività, al Tour de Suisse non c'era, ma è molto interessante come soluzione, sopprattutto da attuare nel Ciclismo. Su Raisport, oltre alle sottocitate repliche di partite di Serie A (su tutti e due i canali !!!) fan vedere la Serie D, che non se la caga nessuno, i mondiali di pattinaggio artistico, che se ne cagano ancora meno, ma sopprattutto non sanno vendere il prodotto. Su Sky fan persino ascolti col Golf, su Raisport si fa fatica persino a fare ascolti con l'unico prodotto di qualità che hanno, il Ciclismo.
 
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#65
Le repliche delle partite più insignificanti della Serie A riproposte più e più volte invece non sono inutili,pagano dei giornalisti per ricommentare partite già disputate,roba da matti
 
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#66
ma pensate alla formula1 che offriva Sky no? ma v'immaginate che figata l'"on-board" camera sul casco di un ciclista
schiacci il tasto rosso e puoi vedere quello che vede in quel momento Gilbert-Hushovd-Pozzato o chi per loro

boh per me sarebbe una strafigata Sbav
 
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#67
(08-04-2012, 08:50 AM)~Danilo Ha scritto: Le repliche delle partite più insignificanti della Serie A riproposte più e più volte invece non sono inutili,pagano dei giornalisti per ricommentare partite già disputate,roba da matti

Quoto ed altro a quotare ciò mi lamento oltre che del (dis)servizio Rai anche del (dis)servizio Sportitalia un tempo trasmettavano tutti gli sport ora il loro palinsesto è: Partite di serie A vecchie di due mesi, partite del campionato Primavera, partite di Champions vecchie di sei mesi, Barca tv, Arsenal tv, Real tv, Manchester tv, solo calcio, speciale calciomercato, speciale serie B, campionato francese, campionato olandese, campionato portoghese, campionato brasiliano e dulcis in fundo campionato argentino. Un tempo mandavano una partita di NBA al giorno, ora una alla settimana, non hanno mai fatto una replica di Pana-Maccabi ed il ciclismo con il passaggio del Tour de Romandie alla Rai è completamente sparito dal loro palinsesto.
Per non parlare poi di Sky Sport 24 dove sta mattina hanno letto il libro di Faletti sul calcio scommesse come se fosse la bibbia con tanto di giornalista sopra "l'altare" ed hanno concluso la trasmissione con un bel"oggi grande giornata di sport con il calcio internazionale". Oggi che ci sono Parigi-Roubaix e Motomondiale Facepalm
 
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#68
Aggiungo un giornalista sky sport 24 ha detto " Tom Boonen vince per la quarta volta CONSECUTIVA la Parigi-Roubaix" Facepalm . Personalmente cambierei il nome in " Sky calcio fatto da cani 24" o " Sky Gna Gna 24" Sisi . Per quanto riguarda la Rai comandano i politici quindi il risultato finale è quello che è!!
 
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#69
Sapete se trasmetteranno la Vuelta quest'anno? Mo mi son rotto di guardarla in streaming!
 
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#70
Esclusiva Eurosport. Sisi
 
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#71
Bisogna essere veramente dei geni per mandare la pubblicità a 2 km dallo scollinamento sul Mortirolo... FacepalmFacepalmFacepalm
 
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[+] A 1 utente piace il post di Joe Falchetto
#72
Ma già solo a mandar a far interviste in inglese a dei "pori bau" che non lo sanno manco.
 
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#73
(13-07-2012, 05:17 PM)Andy Schleck Ha scritto: Chi è la traduttrice di RaiSport 2 ?? " Asd, ee, siii... ehh...eeee."

E' odiosa quella cazzo di traduttrice, non sa un cazzo, mi chiedo come possa fare la traduttrice una che non sa tradurre una frase in inglese basilare. L'altro ieri durante l'intervista a Wiggo ha tradotto 2 frasi su 10, per il resto è stato tutto un continuo di "eeeeh eehm mmm" ecc... Cioè, ma cazzo se non avete un traduttore decente lasciate l'audio originale, che almeno chi capisce l'inglese può capire quello che dicono i corridori, con quella traduttrice nessuno capisce niente. Che poi di traduttori migliori ce ne sono a palate, ma probabilmente quella ha doti che gli altri non hanno(non l'ho mai vista, quindi non posso dirlo con certezza), o almeno spero le abbia, altrimenti chi fa i colloqui è proprio un deficiente...
 
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#74
Non che sia molto importante, però quando devono collegarsi con RAI3 o con il tg di raisport1 anzichè zittirsi per due minuti potrebbero fare come quelli di Eurosport che quando si collegano con skysport24 informano semplicemente del collegamento e continuano tranquillamente la cronaca.
 
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#75
Lungaggini burocratiche sui diritti tv, salta la diretta della Gand-Wevelgem su RaiSport
Non ci sarà la trasmissione diretta della Gand-Wevelgem, domenica 24 marzo, su RaiSport. A quanto pare ci sono delle lungaggini burocratiche su vecchi contratti non firmati dalla controparte belga, per cui non è consentito alla tv pubblica italiana di procedere con la diretta della corsa fiamminga. Nello stesso pacchetto c'erano la Dwars door Vlaanderen (Attraverso il Fiandre) di oggi, che infatti è anch'essa non presente nei palinsesti Rai, e poi la Scheldeprijs (GP de l'Escaut), il Giro dei Paesi Baschi e il Giro di Romandia, tutte corse la cui situazione è al momento bloccata per quanto riguarda la trasmissione da parte di RaiSport. Nessun problema invece per il GP di Harelbeke di venerdì 22 marzo e per tutte le altre grandi classiche in programma nelle prossime settimane.
cicloweb.it
 
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#76
Che palle, nemmeno Baschi e Romandia, che scandali
 
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#77
buuuu, vergogna...

Della Gand me ne frega poco, è una delle poche classiche del nord che mi piace proprio poco, ma comunque è una corsa storica, con prestigio e WT ed è veramente grave che la RAI non la trasmetta. Questo mi sembra un disinvistemento nel ciclismo, non per allarmare, ma mi sembra che l'anno prossimo scadono anche i diritti con ASO..

Spero che la cosa si possa risolvere per i paesi baschi
 
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#78
Ma almeno Eurosport le trasmetterà???????? Confuso
 
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#79
Ecco ecco il criticone di Aiello e del Magro che cerca subito rifugio nelle loro splendide telecronache... Asd Asd
 
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#80
sulla guida tv di Eurosport la Gand-Wevelgem non c'è, anche l'Het Volk non l'hanno trasmessa quindi credo che ci sia lo stesso problema
 
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