26-08-2014, 02:39 PM
Nel 93 è iniziata l'era dell'epo e nei due anni successivi è cambiato completamente il ciclismo, qualcuno come Indurain si è arreso, qualcun altro magari non subito si è poi adeguato ma nel frattempo gente fino a quel punto mediocre diventava fortissima, si vedevano velocisti vincere sulle grandi salite e cose del genere.
(E occhio che quando dico che l'epo è arrivata nel 93 mi riferisco all'uso che se ne faceva in gruppo, un fenomeno che poi nei due anni immediatamente successivi ha raggiunto proporzioni tali che c'è stata la necessità di prendere provvedimenti, per quanto poi questi si siano rivelati inefficaci)
Proprio in quegli anni gli italiani dominavano le classiche ma ai mondiali siamo sempre usciti male, ovviamente questi dati sono da considerare una mera coincidenza e infatti la mia era una semplice considerazione di natura statistica relativa a ciò che ho visto io da quando ho iniziato a seguire il ciclismo (1990), per il resto mi trovo fondamentalmente d'accordo con quello che dici, il ruolo di Martini non so dire qual era ma certamente non era all'oscuro di queste situazioni che credo abbia vissuto lui in prima persona anche quando correva così come per tutti coloro che fanno sport e non necessariamente a livello agonistico.
Il discorso però poi ritorna sempre ad essere lo stesso, quale credibilità ha uno sport come il ciclismo e i con esso i suoi protagonisti? Sinceramente a me frega niente di cosa rappresentano questi personaggi a livello umano, se voglio un punto di riferimento c'ho mio papà per il resto mi limito ad apprezzare o disprezzare qualcuno nell'ambito sportivo, da questo punto di vista Martini è stato una figura importante per l'Italia non solo ciclistica, da qui a santificarlo senza dubbio ce ne passa ma se cominciamo a dire "tizio è stato un grande però", "caio ha fatto tanto tuttavia" eccetera la cosa diventa altrettanto stucchevole.
(E occhio che quando dico che l'epo è arrivata nel 93 mi riferisco all'uso che se ne faceva in gruppo, un fenomeno che poi nei due anni immediatamente successivi ha raggiunto proporzioni tali che c'è stata la necessità di prendere provvedimenti, per quanto poi questi si siano rivelati inefficaci)
Proprio in quegli anni gli italiani dominavano le classiche ma ai mondiali siamo sempre usciti male, ovviamente questi dati sono da considerare una mera coincidenza e infatti la mia era una semplice considerazione di natura statistica relativa a ciò che ho visto io da quando ho iniziato a seguire il ciclismo (1990), per il resto mi trovo fondamentalmente d'accordo con quello che dici, il ruolo di Martini non so dire qual era ma certamente non era all'oscuro di queste situazioni che credo abbia vissuto lui in prima persona anche quando correva così come per tutti coloro che fanno sport e non necessariamente a livello agonistico.
Il discorso però poi ritorna sempre ad essere lo stesso, quale credibilità ha uno sport come il ciclismo e i con esso i suoi protagonisti? Sinceramente a me frega niente di cosa rappresentano questi personaggi a livello umano, se voglio un punto di riferimento c'ho mio papà per il resto mi limito ad apprezzare o disprezzare qualcuno nell'ambito sportivo, da questo punto di vista Martini è stato una figura importante per l'Italia non solo ciclistica, da qui a santificarlo senza dubbio ce ne passa ma se cominciamo a dire "tizio è stato un grande però", "caio ha fatto tanto tuttavia" eccetera la cosa diventa altrettanto stucchevole.