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22-02-2019, 01:50 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 03-08-2019, 05:56 PM da Luciano Pagliarini.)
La generazione che sta per arrivare, quella che va dal '96 al 2000, mi pare nettamente superiore, per quanto concerne gli uomini da corse a tappe, alle due generazioni di corridori nel prime, vale a dire '86 - '90 e '91 - '95.
Remco, Bernal, Pogi, Sosa, Sivakov, Gaudu, McNulty...oltre ai vari Lambrecht, Jaakko Hanninen, Lucas Hamilton, Osorio, Arensman, Jhojoan Garcia, Rubio, Attila Valter, Dani Martinez e via dicendo (ce ne sarebbero veramente tantissimi da citare).
Sono tantissimi, alcuni già bastonano i super top (vedi Pogi oggi), altri hanno grossi margini di miglioramento (penso a Osorio, Hanninen o Valter). Mai vista tanta abbondanza e qualità.
Mi espongo e dico che sono destinati a spazzare via i loro predecessori.
E, comunque, anche nelle altre tipologie di corridori non sono messi male...Jakobsen, Philipsen, Roby Stannard, Hirschi, Gino Mader ecc...
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La generazione di mezzo nelle gerarchie attuali viene dietro quella che la precede: io scelgo sempre Roglic e Dumoulin, i due più forti dell'una, al posto di S.Yates e Lopez, i più forti dell'altra (aspettando che si confermi Mas, forse il più completo).
Nelle gerarchie potenziali non c'è manco da stare a discuterne.
Se per MAL e Yates si potevano intuire già dal principio le criticità che ne avrebbero penalizzato il rendimento al punto da non renderli vincitori seriali di gg (il recupero per il primo e la capacità di stare in gruppo/leggere la corsa per il secondo), per Bernal, ad esempio, non si può fare lo stesso discorso: è il pacchetto completo.
Copia e incolla per Pogi e Remco. Sivakov e McNulty al momento li metto un passo indietro ma siamo lì.
Sosa escalador ultramitico se ce n'è uno, in due mesi in Sky dalla notte al giorno in termini di capacità di conduzione del mezzo.
Resta il tallone d'Achille delle crono ma sinceramente fottesega: A) perché sono ridotte al minimo, B) perché si spera siano un invito ad attaccare in ogni occasione in cui la strada sale.
Rubio, per me, non è tanto lontano da Sosa come scalatore, anzi.
Si può guardare al futuro con ottimismo, direi.
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La generazione di mezzo non brilla come talento e, soprattutto, è veramente corta.
Simon Yates, MAL, Mas e poi?
Carapaz, Soler, LaTour, Adam Yates, Jungels, Barguil, Kelderman, Oomen, Tolhoek, Meintjes, Haig, Ciccone?
Buona parte di questi sono già inferiori ad alcuni di quelli della generazione successiva.
Kelderman è quello con più talento tra i sopraccitati, ma ha altri problemi.
Carapaz è buono, ma non penso possa fare tanto di più di quello che abbiamo già visto. Soler perfetto per le brevi corse a tappe, ma i GT lo hanno sempre respinto e mi pare che abbia dei limiti abbastanza tangibili.
Gli altri sono un pianto (Tolhoek grandissimo gregario, ma quella è la sua dimensione).
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Haig ha qualcosa in più del semplice uomo di fatica ma non abbastanza per fare il capitano: è però il gregario migliore tra i citati (attitudine al gregariato di lusso peraltro già nota da dilettante).
Soler ha bisogno di ancora un po' di tempo, secondo me darà il meglio intorno ai 27/28 anni
In fin dei conti non ha ancora fatto il capitano in un grande giro, sebbene abbia fatto vedere cose interessanti, anche se sparse qua e là.
In salita farà sempre fatica, però a crono è tutt'altro che fermo. Molto dipenderà anche dall'andazzo dei percorsi nelle prossime stagioni.
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Simon Yates e Lopez comunque per me venderanno cara la pelle nei prossimi anni, anche se tutti i più giovani dovessero rispettare le attese. Sul britannico magari qualche dubbio ce l'ho perchè deve riconfermarsi, ma MAL sta avendo una crescita lineare ed è già uno scalatore formidabile. I suoi limiti probabilmente se li porterà sempre dietro ma non credo che influenzeranno così tanto la sua carriera.
Detto questo, tornando in topic i giovani sembrano veramente a un livello spaziale, per quel poco che ne so..
A parte Remco che ancora è molto in divenire come corridore (pur avendo già dimostrato dimostrato di essere competitivo), dobbiamo ancora capire cosa farà da grande però è ugualmente il prospetto più intrigante, perchè ha un potenziale illimitato e che non si è mai visto in tempi recenti.
Per Bernal stravedo e non una novità: non vorrei entrasse in una fase di stallo senza troppi margini di crescita per la squadra in cui corre ma non credo sinceramente.
Pogacar è un fenomeno, alla prima corsa tra i grandi si permette il lusso di metterseli dietro con autorità spaventosa. E questo non è figlio del fatto che siamo a inizio stagione e quindi con stati di preparazione variabili tra i vari corridori, è un fenomeno punto..
Sivakov e Gaudu magari non hanno avuto un impatto col professionismo altrettanto folgorante ma gli va dato tempo.
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GIORNALISTA MALGIOGLIO
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Tadej Pogacar 20 anni e 5 mesi (Algarve 2019)
Egan Bernal 20 anni e 7 mesi (Sibiu Cycling Tour 2017)
Ivan Sosa 20 anni e 8 mesi (Adriatica Ionica 2018)
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Quali possono essere i margini di miglioramento di un corridore come Pogacar, uno in grado di limare come un corridore affermato e che abbiamo visto a crono esprimersi ad alti livelli ?
Ieri non mi è nemmeno dispiaciuto nonostante sia stata la sua peggior tappa di questo Algarve. Probabilmente è arrivato un po' con la lingua di fuori e dovrà imparare a recuperare meglio.
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Ieri credo sia andato un po' più piano perché la salita era breve (neanche 3 km) e, dunque, meno adatta alle sue caratteristiche rispetto a quella di giovedì.
Comunque può sicuramente migliorare a cronometro. E, poi, deve forgiarsi sulle tre settimane.
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14-03-2019, 12:33 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 14-03-2019, 12:36 AM da Luciano Pagliarini.)
Figurone della generazione di mezzo alla Parigi - Nizza.
Yates, Mal, Soler...uno peggio dell'altro. Mentre Bernal sventaglia che è un piacere.
Comunque, avendo visto gli alfieri di entrambe le generazioni già da U23, posso dire che la differenza si vedeva già.
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Condivido gran parte dei giudizi, ma sarei un pò cauto su Simon Yates, ha comunque vinto una Vuelta e dominato 2 settimane di Giro. Non diventerà mai un dominatore, ma non escludo che qualche altro GT lo possa vincere
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Yates ha palesato limiti troppo grossi, recupero su tutto, fatto sta che in un ciclismo nel quale nei grandi giri le Tappe con la T maiuscola sono ormai una rarità potrebbe portarsi a casa ancora qualche corsa a tappe imho
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GIORNALISTA MALGIOGLIO
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Se Yates vince un altro grande giro è colpa degli altri.
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Confermo e sottoscrivo: Bernie è il pacchetto completo.
Si levasse dalle balle la generazione di mezzo, voglio vedere Dumo e Rogla vs Bernie, Pogi e Remco.
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Tra Hirschi al nord, Hamilton alla Coppi & Bartali e McNulty al Sicilia, qua abbiamo materiale di cui parlare.
Sono veramente tanti e veramente forti.
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Occhio a Bernal già dal prossimo Giro!
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Ai Baschi Lambrecht, Madouas, Hirschi e Pogi sempre davanti.
L'ultimo, se non perdeva un minuto ieri, poteva pure giocarsi un piazzamento tra i primissimi in classifica generale.
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26-04-2019, 07:12 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 02-06-2019, 12:25 AM da Luciano Pagliarini.)
A breve dovrò levare il punto di domanda dal titolo.
Ora è arrivato anche Sivakov.
Siamo a fine aprile e Sivakov, Pogacar, Hamilton e McNulty hanno già vinto una corsa a tappe di categoria .1 o .HC a testa. Bernal ha vinto nel WT, mentre Sosa ancora non si è sbloccato, ma quando ha avuto libertà, al Colombia 2.1, ha fatto 2°.
Gaudu ha fatto podio all'UAE Tour mentre Remco lo ha sfiorato in Turchia.
Lambrecht è già uno dei primi 5 al mondo nelle classiche vallonate, Jakobsen è tra i 5/6 corridori più veloci al mondo, Dainese oggi ha umiliato buonissimi velocisti come Manzin, Porsev e Dahl. Hirschi tra E3, Baschi e Brabante ha fatto vedere di che pasta è fatto.
Manca ancora qualcuno all'appello, ma cosa dire: il ricambio generazionale sta avvenendo con particolare veemenza.
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27-04-2019, 10:57 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 27-04-2019, 10:59 AM da Joe Falchetto.)
Sta avvenendo anche perché la generazione precedente si è rivelata un fallimento su più fronti.
In particolare in italia e in francia, dove al primo giovane che vince una tappa in salita spariamo il titolone "IL NUOVO PANTANI" o "IL NUOVO HINAULT" e invece sono solo Aru e Bardet.
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Punto di domanda sempre più inopportuno.
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Grande sfida al California tra due esponenti della GdF (d'ora in poi sta per Generazione di Fenomeni, non per Guardia di Finanza).
Se Sergio Higuita per gli amici Sergino non vince la Freccia di qui a un paio d'anni io non so più a cosa credere.
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