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I buoni di oggi e i cattivi di ieri
#1
Pochi giorni fa Froome ha parlato delle conseguenze che a suo dire ha avuto sul ciclismo odierno ciò che è successo 15 anni fa: https://www.cyclingnews.com/news/chris-f...trong-era/

La cosa che salta di più all'occhio, secondo me, oltre alla somiglianza delle sue parole coi mantra di Armstrong (del resto cosa potrebbe dire di diverso?) e alle ricostruzioni zoppicanti dell'andamento degli ultimi grandi giri (quante volte se la sono presa comoda, ad esempio, al Giro 2018?), è l'incoerenza nel rapportare i due periodi.

Se ora vanno più forte di 15 anni fa è perché sono migliori atleti e grazie ai progressi di materiali e metodologie di allenamento, quando vanno più piano è perché gli altri si dopavano. Troppo facile così, la scusa del doping passato come l'esci gratis di prigione del monopoli.

Sulla questione dei migliori atleti qualcuno comunque gli ha già risposto: https://www.cyclingopinions.nl/2020/05/0...omment-168
 
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#2
Ma è lo stesso Froome che è stato trovato positivo perché dopo essere andato in difficoltà a Los Machucos si è sfondato di ventolin?

E dire che i tifosi di Froome e Armstrong hanno sempre fatto fronte comune Asd
 
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#3
Prima ero,un grande fan di Armstrong,(a parte quello che disse dopo che pantani l'ho aveva battuto sul Mt. Ventoux) ho persino il suo braccialetto(Livestorng),regalatomi da mio zio, ma da quando è uscita la notizia del suo doping,ero prima incredulo,e poi ero davvero incavolato,ora quando penso a lui,lo detesto veramente tanto
 
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#4
Io l opposto
credo sia stato uno dei corridori che ho odiato di più
adesso non é diventato il mio preferito
però un pochino l ho rivalutato
pensavo avesse a disposizione chissà quali sostanze..
invece erano le stesse dei suoi rivali
Aveva il miglior preparatore in esclusiva a sua disposizione
ed era la sua arma vincente
Ma prima..o dopo.. son in tanti che ne hanno usufruito
 
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#5
Beh io in anni più recenti impazzivo per Riccardo riccò , così tanto che tifavo anche i suoi compagni della saunier duval, ricordo ancora le "imprese" con il compagno Piepoli alle tre cime di lavaredo. Ahimè purtroppo poi il resto è storia
 
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#6
Ma sai qual è la cosa divertente? Che diversi tra i principali attori, in prima persona o dietro le quinte, di quelle e di tante altre imprese, sono ancora nel ciclismo: Gianetti CEO della UAE, Ibarguren medico alla Deceuninck e Piepoli preparatore.

Secondo me per distinguere tra i buoni e cattivi non bisogna guardare chi dopa o si dopa, ma quanto e come il doping di allora e quello di oggi incidono sulle caratteristiche di un corridore, se le migliora e basta o se addirittura le stravolge.
 
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#7
A me Armstrong stava fortemente antipatico all'epoca, anche se mi approcciai al ciclismo quando aveva appena smesso la prima volta. Froome mi fa simpatia perché sembra un ebete (non so se costruito o lo sia veramente), però non è che si possa permettere di sparare su Armstrong così, spero che gli venga imposto di dire parole del genere
 
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#8
In realtà Froome l'ha presa larga, senza fare nomi. A dimostrazione che non è un ebete :D

Armstrong comunque c'aveva sto fascino da sociopatico di successo che Froome non avrà mai, è più uno Sheldon Cooper che un Hannibal Lecter.

Potevano fare un gran film su Armstrong invece hanno fatto una merdata clamorosa, il libro di Hamilton è molto più centrato.
 
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#9
(10-05-2020, 04:14 PM)Albi Ha scritto: Ma sai qual è la cosa divertente? Che diversi tra i principali attori, in prima persona o dietro le quinte, di quelle e di tante altre imprese, sono ancora nel ciclismo: Gianetti CEO della UAE, Ibarguren medico alla Deceuninck e Piepoli preparatore.

Secondo me per distinguere tra i buoni e cattivi non bisogna guardare chi dopa o si dopa, ma quanto e come il doping di allora e quello di oggi incidono sulle caratteristiche di un corridore, se le migliora e basta o se addirittura le stravolge.

Quando assegnate i premi del forum io candido questo come post dell'anno. Seriamente, una cosa da comprendere al di la delle simpatie o antipatie per questo o quel ciclista squalificato o non squalificato è che a dispetto del fatto che il mondo del pedale cerchi di rifarsi una verginità dopo che per anni è stato al centro del ciclone i personaggi coinvolti sono fondamentalmente gli stessi, fatti salvo quelli che per una non meglio precisata ragione sono stati presi a calci in culo (tipo perché Riis no e Di Luca o Riccò sì? Vabbe pace).

Che non vuol dire nemmeno che bisogna essere ipercritici nei confronti dei corridori che ci fanno esaltare oggi, ma forse un pelo più indulgenti per chi ha deluso le nostre aspettative ieri.
 
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#10
(10-05-2020, 09:43 PM)Albi Ha scritto: In realtà Froome l'ha presa larga, senza fare nomi. A dimostrazione che non è un ebete :D

Armstrong comunque c'aveva sto fascino da sociopatico di successo che Froome non avrà mai, è più uno Sheldon Cooper che un Hannibal Lecter.

Potevano fare un gran film su Armstrong invece hanno fatto una merdata clamorosa, il libro di Hamilton è molto più centrato.

Sinceramente a me il film non è dispiaciuto , come ogni film su una persona reale molte cose sono romanzate per creare empatia , però devo dire che ho visto di peggio , poi vabbè sono gusti.
 
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#11
(10-05-2020, 11:38 PM)cyclingchronicles Ha scritto:
(10-05-2020, 04:14 PM)Albi Ha scritto: Ma sai qual è la cosa divertente? Che diversi tra i principali attori, in prima persona o dietro le quinte, di quelle e di tante altre imprese, sono ancora nel ciclismo: Gianetti CEO della UAE, Ibarguren medico alla Deceuninck e Piepoli preparatore.

Secondo me per distinguere tra i buoni e cattivi non bisogna guardare chi dopa o si dopa, ma quanto e come il doping di allora e quello di oggi incidono sulle caratteristiche di un corridore, se le migliora e basta o se addirittura le stravolge.

Quando assegnate i premi del forum io candido questo come post dell'anno. Seriamente, una cosa da comprendere al di la delle simpatie o antipatie per questo o quel ciclista squalificato o non squalificato è che a dispetto del fatto che il mondo del pedale cerchi di rifarsi una verginità dopo che per anni è stato al centro del ciclone i personaggi coinvolti sono fondamentalmente gli stessi, fatti salvo quelli che per una non meglio precisata ragione sono stati presi a calci in culo (tipo perché Riis no e Di Luca o Riccò sì? Vabbe pace).

Che non vuol dire nemmeno che bisogna essere ipercritici nei confronti dei corridori che ci fanno esaltare oggi, ma forse un pelo più indulgenti per chi ha deluso le nostre aspettative ieri.
 Il motivo è che con il loro atteggiamento sia Di Luca e soprattutto Riccò non erano molto amati in gruppo anche quando erano considerati puliti. Riccò non aveva peli sulla lingua ed è quello che più mi piaceva di lui , ricordo quando al termine di una tappa accusò Emanuele Sella di aver fatto da gregario a Contador , diceva tutto quello che pensava . Poi ovviamente gli si è ritorto tutto contro con i vari caso doping.
 
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