Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
IL CASO - Pubblicare valori ematici dei test non viola la privacy
#1
IL CASO - Pubblicare valori ematici dei test non viola la privacy
Roma - venerdì 15 aprile 2011 - Pubblicare dati "sensibili" come i valori ematici dei test su ematocrito ed emoglobina, relativi ad un atleta coinvolto in vicende doping è concesso al giornalista nell'esercizio della sua professione. Non viola la privacy.
Lo ha stabilito in una recente sentenza il Garante sulla privacy, respingendo il ricorso di Pietro Caucchioli il corridore recentemente squalificato due anni per i valori anomali del proprio passaporto biologico che aveva contestato le pubblicazioni di alcuni grafici relativi alle sua analisi ematiche sulla rivista mensile Cycling Pro (La Cuba) e sul sito telematico "SportPro" diretto da Eugenio Capodacqua. Si tratta di una sentenza importante che va nella direzione della trasparenza e della limpidezza, sempre più necessaria quando si affrontano argomenti delicati come quello del doping che direttamente e indirettamente coinvolge temi di interesse pubblico e che riguardano anche la salute pubblica.
Caucchioli aveva contestato appunto la pubblicazione dei dati emersi nel procedimento doping della Procura Coni, che ha portato alla squalifica del corridore per ben due anni. Proprio per violazione dei regolamenti antidoping. Sanzione ribadita in appello dal Tas, il tribunale arbitrale internazionale. Con lui era stato chiamato in causa anche Marco Bonarrigo, giornalista della rivista Cycling Pro che aveva analogamente pubblicato un ampio servizio con gli stessi particolari in evidenza.
Il Garante ha ritenuto legittima la pubblicazione "avvenuta per finalità giornalistiche con riguardo a fatti di indubbio interesse pubblico". Vale a dire che è perfettamente lecito pubblicare anche dati che fanno parte del bagaglio personale protetto dalla privacy in inchieste giornalistiche che affrontano temi di interesse generale specie quando hanno a che vedere con la tutela della salute. Ed è indubbio che il doping, fenomeno ormai dilagato anche nelle fasce giovanili, sia divenuto da tempo autentico problema di salute pubblica.
Il Garante stabilisce anche un altro principio importante riguardo al cosidetto passaporto biologico, e cioè che esso è un documento"richiesto ed ottenuto per finalità pubbliche, ossia controllare che l'atleta non si sottoponga a pratiche di doping e che, come tale, non poteva essere taciuto all'opinione pubblica". Cioè, semplificando, documento pubblico, dunque pubblicabile.

Eugenio Capodacqua - Repubblica
 
Rispondi
  


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)