Sono dieci tappe, metà Giro, e questo rende il giudizio un po' più severo. Direi 7 per i corridori, che non si sono risparmiati molto e hanno dovuto affrontare pioggia e freddo, 5 per il tracciato, che era sin qui come ci si aspettava, con qualche nota negativa in più.
La speranza di avere un fantastico duello Bernal - Evenepoel è stata finora esaudita, non è poco. Bisogna che la schiena di Egan tenga e che Remco cresca ancora, confrontandosi con le grandi salite e con le tre settimane. Dovremmo vedere giornate di bellissimo ciclismo e non è esclusa la possibilità di poter vivere addirittura giornate eccezionali.
Il resto dei protagonisti offre un teatro interessante, con diversi interrogativi. Giulio Ciccone, che con un bravissimo Caruso ha issato anche un po' di inatteso tricolore sulla corsa, terrà fino alla fine? Simon Yates si proporrà come terzo incomodo, resterà anonimo o si spegnerà mestamente ("La seconda che hai detto" potrebbe essere una citazione

)? Sulle grandi salite rivedremo il Carthy della scorsa Vuelta? Vlasov terrà sulle tre settimane e a quale livello in alta montagna? Bardet, Soler e Buchmann stanno davvero migliorando? Dani Martinez finora non ha tirato un metro, come lo gestirà la Ineos? Un Formolo più maturo può fare meglio che in passato? Hindley e Pello Bilbao sono definitivamente dispersi? Che Daniel Martin arranchi in modo volitivo e sgangherato a una cinquantina di metri dai primi, fino ai piedi del podio, non è probabilmente una domanda!
Peccato per Sivakov, ma cade davvero un po' troppo. Molto sfortunato Landa, sicuro protagonista (sia pure alla Landa), e questo ci porta al tracciato.
Anche oggi finale pericoloso per una volata. Davvero l'abilità nelle curve merita il rischio per l'incolumità dei corridori? Peggio ancora l'argomento degli spartitraffico, negli ultimi chilometri non ce ne devono essere, punto.
Pioggia e freddo hanno aggiunto pepe alle due tappe che già nelle premesse erano più interessanti, confermata invece la pochezza dello scorso week end, ad onta del "grande spettacolo" considerato da RAI e giornalisti in generale. Nella nona tappa l'ora e mezza di bagarre prima della partenza della fuga ha mascherato la pochezza di un tracciato che si riduceva agli ultimi 1600 metri in sterrato, davvero troppo poco. Ciliegina il piattone della prima domenica, come deprimere gli spettatori sin dall'inizio... Come dimostrato dalla tappa di Canale e persino da quella odierna, si possono prevedere tappe per velocisti senza distruggere l'attenzione degli appassionati.
Per la generale la seconda metà di Giro è molto meglio disegnata. Mercoledì e giovedì due gare tutt'altro che banali, poi 5 tappe con salite vere e che incideranno, sia pure con un solo "tappone" (ma, in fondo, la ventesima tappa è interessante). Alla cronometro dell'ultimo giorno si pensa per ora poco ma Bernal ed Evenepoel sembrano averla ben presente! Personalmente dubito che sarà decisiva (non poche le salite che incideranno) e risparmierei le energie degli sprint con abbuoni, un GT è più lungo di così.
Alla salute del Giro d'Italia ci starebbe bene anche se non fossimo nel nostro bel bar!