Antisionista
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27-03-2022, 12:54 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 27-03-2022, 01:02 PM da Giugurta.)
I fratelli Karamazov, F. Dostoevskij
Ben prima dello scoppio della guerra, e della conseguente polemica indecente sui corsi di letteratura russa, ho iniziato a leggere il classico che più di tutti tenevo nel cassetto ed è stata un'esperienza incredibile, una di quelle che ti segnano l'anima.
L'opera tratta di un dramma famigliare esteso su 1000 pagine.
Tre figli: Dimitrij (28 anni), Ivan (24) e Aleksej (20). Il primo un ex militare che dietro una maschera di dissolutezza è in grado di provare buoni sentimenti; il secondo valido studioso di scienze naturali, disincantato, ateo e materialista; il terzo un sensibile novizio pronto a dedicare la propria vita alla religione entrando in monastero.
Un padre: Fedor (55 anni), dissoluto, maligno, che raccoglie dentro di sé tutte le bassezze umane, non prive di un lato comico.
Un cuoco, che probabilmente è figlio illegittimo di Fedor: Pavel Fedorovic Smerdjakov, epilettico e considerato minorato, ma che in realtà coltiva una sottile intelligenza propria, estremamente maligna.
Tanti altri personaggi pieni di umanità e sfaccettature: il monaco Zosima, il novizio Rakitin, la dama di compagnia Grusen'ka, l'orgogliosa Katerina Ivanovna, Lizaveta la "Smerdona" pazza, il povero bambino Iljusa, Kolja ...
Un omicidio: quello di Fedor, ritrovato con il cranio sfondato.
Un processo con un solo imputato: il figlio Dimitrij.
Mi sento impotente nel parlare di un classico così vasto, che fonde le caratteristiche del romanzo giallo/poliziesco con la tragedia classica ...
E' poi un romanzo filosofico e teologico nel quale si incontrato tanti piccoli trattati che sottolineano contraddittoriamente sia l'inesistenza (o la malignità) del Creatore sia la sua bontà.
Quest'opera parla soprattutto dell'Uomo nel suo complesso, essere capace di coltivare contemporaneamente sia pensieri elevati sia bassezze tremende.
Sappiate che non c'è nulla di più nobile, di più forte, di più sano e utile nella vita che un bel ricordo, e soprattutto di un ricordo d'infanzia e della casa dove siete nati. Si parla molto di educazione, ma un ricordo simile, bello, sacro, e custodito dall'infanzia è forse la migliore educazione possibile. E raccoglierne un bel po' di questi ricordi, per portarli con sé lungo la vita, la vita ce la salva. [...]
Perché potremmo anche diventare cattivi, più avanti, potremmo non saper più resistere di fronte a una cattiva azione, potremmo ridere delle lacrime del prossimo e potremmo farci beffe, magari di chi, come Kolja poco fa, esclamava "voglio soffrire per tutti gli uomini!". Tuttavia, per quanto cattivi possiamo essere, e che Dio ce ne scampi, ci basterà ripensare a quando abbiamo seppellito Iljusa, al bene che gli abbiamo voluto nei suoi ultimi giorni e a ciò che ci siamo detti qua, tutti insieme, accanto a questo masso, e anche il più crudele fra di noi, il più beffardo, se mai dovessimo diventarlo, non oserà ridere neanche fra sé e sé di quanto si è sentito buono e bravo in questo momento! Proprio questo ricordo, magari, basterà a trattenerlo dal fare il male. [...]
Andiamo, su! E teniamoci per mano, adesso. E per mano ci terremo tutta la vita, sempre!
CAPOLAVORO assoluto
10/10