05-09-2016, 09:48 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 31-05-2018, 09:43 AM da Luciano Pagliarini.)
Aru, Bardet, Pinot, Chaves.
Tutti e quattro nati nel 90, tutti e quattro tra i migliori interpreti al mondo delle corse a tappe, ma con carriere e caratteri diversissimi. Chi preferite? Chi vedete meglio in ottica futura?
Pinot era chiamato ad essere il faro del ciclismo francese, ma un carattere particolarmente fragile e un talento forse inferiore a ciò che si pensava lo hanno ridimensionato, i mezzi restano ottimi, ma l'anno prossimo è chiamato alla stagione delle verità perché 2015 e 2016 sono stati piuttosto deludenti.
Aru è stato l'ultimo a passare professionista, ma è il primo ad aver vinto un grande giro. Il Tour di quest'anno lo ha ridimensionato e non poco, non solo per la crisi che lo ha catapultato fuori dalla top-10, ma durante tutta la Grande Boucle non ha reso come ci si aspettava il che ha sollevato nuove questioni: è un problema di talento oppure hanno influito dei fattori esterni? Viene da chiedersi se può essere solo un corridore competitivo ad altissimi livelli a Giro e Vuelta e non al Tour.
Bardet dei quattro è quello che partiva dalla base peggiore che detto in parole povere era il meno talentuoso. Però è anche quello che è cresciuto di più ed è andato oltre le più rosee aspettative, credo che nessuno fino a pochi mesi fa si sarebbe immaginato di vederlo sul podio al Tour.
Infine abbiamo Chaves, forse il talento più cristallino, l'ultimo ad esplodere per via del bruttissimo infortunio patito al Laigueglia del 2013 che gli ha fatto perdere un anno di carriera, ma alla fine è riuscito ad emergere e i miglioramenti dal 2015 al 2016 sono evidenti. Sta facendo una grandissima stagione, quando è in giornata in montagna vola, peccato sia ancora un po' incostante e faccia fatica a reggere le tre settimane. Intanto però si è portato a casa la tappa più dura dell'anno e rischia seriamente di arrivare sul podio anche alla Vuelta dopo esserci riuscito al Giro. Inoltre dei quattro è pure il mio preferito
Poi vabbè, ci sarebbe pure Quintana, ma là stiamo a un livello ancora superiore.
Tutti e quattro nati nel 90, tutti e quattro tra i migliori interpreti al mondo delle corse a tappe, ma con carriere e caratteri diversissimi. Chi preferite? Chi vedete meglio in ottica futura?
Pinot era chiamato ad essere il faro del ciclismo francese, ma un carattere particolarmente fragile e un talento forse inferiore a ciò che si pensava lo hanno ridimensionato, i mezzi restano ottimi, ma l'anno prossimo è chiamato alla stagione delle verità perché 2015 e 2016 sono stati piuttosto deludenti.
Aru è stato l'ultimo a passare professionista, ma è il primo ad aver vinto un grande giro. Il Tour di quest'anno lo ha ridimensionato e non poco, non solo per la crisi che lo ha catapultato fuori dalla top-10, ma durante tutta la Grande Boucle non ha reso come ci si aspettava il che ha sollevato nuove questioni: è un problema di talento oppure hanno influito dei fattori esterni? Viene da chiedersi se può essere solo un corridore competitivo ad altissimi livelli a Giro e Vuelta e non al Tour.
Bardet dei quattro è quello che partiva dalla base peggiore che detto in parole povere era il meno talentuoso. Però è anche quello che è cresciuto di più ed è andato oltre le più rosee aspettative, credo che nessuno fino a pochi mesi fa si sarebbe immaginato di vederlo sul podio al Tour.
Infine abbiamo Chaves, forse il talento più cristallino, l'ultimo ad esplodere per via del bruttissimo infortunio patito al Laigueglia del 2013 che gli ha fatto perdere un anno di carriera, ma alla fine è riuscito ad emergere e i miglioramenti dal 2015 al 2016 sono evidenti. Sta facendo una grandissima stagione, quando è in giornata in montagna vola, peccato sia ancora un po' incostante e faccia fatica a reggere le tre settimane. Intanto però si è portato a casa la tappa più dura dell'anno e rischia seriamente di arrivare sul podio anche alla Vuelta dopo esserci riuscito al Giro. Inoltre dei quattro è pure il mio preferito
Poi vabbè, ci sarebbe pure Quintana, ma là stiamo a un livello ancora superiore.