Il Nuovo Ciclismo Supporter
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17-10-2020, 09:46 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 17-10-2020, 09:49 PM da Morris.)
Ronde van Vlaanderen, classica particolare, dura, ma possibile a tutti, basta essere campioni, meglio se fuoriclasse. Però, a volte, non basta....
Come mai un grande corridore come Emile Daems, al Fiandre ha sempre fallito, dopo essere stato capace di vincere a Sanremo con un’azione di eccelsa nota, il Giro di Lombardia superando asperità con connotati di pregio e di giungere al successo in tappe al Tour con azioni da finisseur in pianura, tipo a St Malo, o tapponi come a Briancon, dopo aver scalato al pari o quasi di un Bahamontes, la Bonette, il Vars e l’Izoard, o di vincere la “Roubaix”, dopo aver umiliato Rik Van Looy?
Certo, la classicissima belga Emile l’aveva vinta fra gli indipendenti, ma nell’elite suprema non è mai andato oltre ad un quarto posto.
Qualcuno dell’osservatorio, ha sostenuto che era troppo piccolo e leggero per emergere sui muri. Contesto questo giudizio perché le qualità di Daems (che potrebbe risponderci direttamente dal suo ristorante di Genval), erano troppo complete per giungere con facilità a simili conclusioni.
Va detto inoltre, che l’apparato muscolare di Emile era eccellente, non a caso sapeva scattare come pochi, era abile sulla bici, ed aveva nel suo bagaglio, pure la dote dei grandi finisseur. A ciò, accostava uno spunto veloce che diveniva più forte, dopo una corsa tirata, ed all’uopo ne sanno qualcosa Rik Van Looy, Jan Janssen e persino “maestà” Peter Post.
Eric Leman, era una fotocopia fisica di Daems, piccolo e tozzo, ed ha vinto tre volte il Fiandre. In virtù dei suoi successi nelle classiche tappe per velocisti al Tour, veniva visto come uno sprinter puro. Eppure, al Fiandre, emergeva. Ci sono altri esempi, ma per ora bastano.
Il Fiandre dunque, lo vince un corridore forte, fortissimo, punto. Eric, ne è anch’egli testimonianza. L’essere inadatti per costituzione fisica, è una lettura moderna, figlia di quella specializzazione sulla quale hanno contribuito i distruttori di questa disciplina. Non li menziono perché non hanno bisogno di essere richiamati e, di conseguenza, pubblicizzati. Ed è vero che la tendenziale penalizzazione dei “piccoli” è figlia del progresso stellare della chimica e dei dogmi, non a caso si sono trasformati in scalatori persino i granatieri, mentre i più pronosticabili come grimpeur si sono confusi fra i diversi di varia taglia facenti parte la prima fascia, ma se fra questi ci fosse un fuoriclasse emergerebbe ugualmente, nonostante i dogmi. Pantani lo dimostra.
Quindi è pur vero che un piccolo e tozzo, tagliato per le classiche, se è un fuoriclasse, può correre e vincere anche il Fiandre. Se non lo corre fa male, perché è conseguenza figlia dei preparatori e dei dirigenti a metà, come erano a metà, quando correvano.
Daems, non la vinse, perché nello sport, come nella vita, esiste il caso e, soprattutto, la convivenza con altri fortissimi ambiziosi di medesimi traguardi. Oggi, questi fortissimi nelle corse di un giorno sono in numero minore a quelli di un tempo ma in entità comunque degne (nelle corse a tappe no, perlomeno fino a quando non si sarà cementata la grande generazione degli ultimi tre anni del passato millennio). Nelle classiche ci divertiamo ugualmente, perché lì il ciclismo continua ad esistere cancellando la noia e sa urlare le sue numerose variabili. Ed è lì che si ritorna più spesso all’antico come mentalità, prima ancora dell’ormai raggiunta garanzia che le alchimie di oggi sono superiori e più deleterie di quelle degli anni ’90. Un distinguo di successo, che sa mostrare ttributi e, perché no, grandezza reale, anche con un trentesimo posto.....
Il Ronde van Vlaanderen delle classiche è l'essenza suprema del Monumento ciclistico, ed è sempre uno spettacolo anche in anni di magra. Su quelle strade si riversa un milione di tifosi, o meglio, di cittadini. Persone che vedono nel fruscio di quelle biciclette, un profeta che apre la carreggiata, per quella terra promessa che si chiama, sempre: "Io c'ero"!
Ecco perché, domani, il primo avvenimento del pedale, è il Fiandre. Non ci sono tappe del Giro d'Italia che possano reggere il confronto. Anche se il nostro passaporto è italiano.
Maurizio Ricci detto Morris