Non vi seguo, probabilmente fate riferimento a personaggi che non conosco e a sproloqui sparsi in rete, forse però si rischia di perdere il senso: è stata una magnifica giornata di grande ciclismo, con enorme fatica dei corridori, tanto che l’applauso comprende l’eroe di giornata quanto il gigante in difficoltà, estendendosi volentieri a molti altri protagonisti, persino i meno “simpatici” oggi possono essere apprezzati per il mazzo che si sono fatti (finché non vincono va bene

).
Non abbiamo valutato uno degli elementi più evidenti: la splendida azione di Vingegaard si commisura ad una evidente crisi di Pogacar. Riusciamo a immaginare un Pogacar appena normale che non riesce a tenere la ruota di Thomas?
La domanda diventa quindi: se Taddeo non fosse andato in crisi Vinge sarebbe riuscito a staccarlo? Forse no ma, nella mia sensazione di questi giorni, mi è più difficile, su una salita dura e over 2000 come questa, immaginare Pogacar che stacca Vingegaard.
A riprova della grande scalata del danese c’è il modo in cui ha ripreso e staccato, dando poi almeno un minuto, un Bardet e un Quintana in versione deluxe.
Pogacar vanta due Tour fondamentalmente con due imprese, la fantastica cronometro del 2020 e l’attacco nella tappa di Le Grand Bornand del 2021, giornata fresca e piovosa e salite ben sotto i 2000, manca finora la grande vittoria che passi da Agnello – Izoard o dalla stessa accoppiata Galibier – Granon di oggi. Non che, a mio avviso, non ne sia capace ma deve correre gestendosi meglio, senza sentirsi onnipotente come ha fatto oggi sul Galibier. Forse poi anche con una crisi di sete / fame (nel caso, difficile recuperi del tutto domani). Non va dimenticato che ha ancora 23 anni e manca di esperienza.
Forse quanto accaduto oggi trova radici nel Mont Ventoux dello scorso anno, giornata che a Pogacar non deve essere andata giù. Lo ha dichiarato stamane che era curioso di vedere chi andava più forte in salita, se lui o Vinge (sottintendendo che pensa di essere lui ad andare più forte!). Adesso allo “schiaffetto” dello scorso anno si è aggiunta questa “sberla”.
I meandri del recupero nel ciclismo sono difficili da esplorare, nessuno può pronosticare facilmente cosa accadrà domani, è facile (ma non scontato) attendersi un Vingegaard in palla, è meno chiaro cosa aspettarsi da Pogacar. Penso che debba difendersi (se potrà), ritrovare certezze e guardare ai Pirenei. Poi magari, attacca e vince già domani…
Il Tour durava 20 tappe + una ieri, è così anche oggi (con una tappa in meno).
Bellissima gara finora.