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Universo parallelo...
#1
Universo parallelo… Il governo, in vista di un 2022 finalmente fuori dalla pandemia, decide che per promuovere il nostro Paese e il turismo anche il ciclismo può essere un viatico importante, tra l’altro nel pieno del solco della nostra cultura. Il governo assicura pertanto un sostegno per incrementare il calendario italiano con 5 ulteriori competizioni, riprese dalla grande tradizione italiana ma anche, eventualmente, nuove e innovative.

Diverse regioni manifestano interesse, molti sponsor analizzano la nuova opportunità. Si dialoga con RCS ma non solo e, ovviamente, ci si rivolge a Il Nuovo Ciclismo per una valutazione.

Quali corse consiglieremmo? Recupereremmo cinque corse storiche o proporremmo anche nuove possibilità?
Un modesto pro-memoria di alcune gare:

Coppa Placci (60 edizioni)
Giro del Lazio (76 edizioni)
Giro del Veneto (83 edizioni)
Giro dell’Umbria (50 edizioni)
Giro di Campania (63 edizioni)
Giro di Romagna (86 edizioni)
Gran Premio città di Camaiore (64 edizioni)
Milano Modena (41 edizioni)
Trofeo Baracchi (51 edizioni) – cronometro a coppie
Giro di Puglia (25 edizioni) – a tappe
Giro di Sardegna (31 edizioni) – a tappe
Settimana Ciclistica Lombarda (41 edizioni) – a tappe
Roma Napoli Roma (38 edizioni) – a tappe
 
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#2
Tutta la vita le corse di mezz'estate post Tour come Camaiore, Matteotti e trittico Lombardo.
 
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#3
Placci, Lazio e Veneto per il prestigio.

Roma-Napoli-Roma e Baracchi per la loro unicità.
 
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#4
Topic stimolante, davvero.
Non riesco a stare nel numero di cinque, ma a sei o sette, perché quelle che menzionerò sono, tra l’altro, un mio vecchio pallino. Spero che Adriano Amici (uno che se non ci fosse stato l’avremmo dovuto inventare), venga spinto in qualcuna di queste direzioni.
La Coppa Placci con l’arrivo a San Marino perché la più antica Repubblica del mondo, va coinvolta (si veda il risveglio su sport motoristici di punta).
Il Giro del Lazio perché aveva prestigio e la Capitale deve essere almeno una volta l’anno teatro d’un epilogo importante. 
Il Giro del Veneto perché, oltre alla tradizione, si propone in direzione di una terra che ama il ciclismo come nessuna, che continua a raccogliere corridori veri nonostante in Italia siano diventati rari, ed è ben poco rappresentata dall’attuale calendario professionistico. 
Come corse a tappe in primis il Giro di Sardegna per storia, luogo e quegli aspetti turistici che hanno legami mondiali. 
Indi la Roma-Napoli-Roma nella versione del Gran Premio Ciclomotoristico, perché sarebbe un ritorno che per il nostro Paese assumerebbe, vista la lontananza dell’ultima edizione, i caratteri della novità. Inoltre, aggiungerebbe quell’intreccio-legame col mondo del motore, che è tanta parte delle nostre quotidianità. Aggiungo, anche se il mondo giornalistico non lo scrive mai, che le prove dietro scooter o motorette, come la seconda parte del GP Ciclomotostico, ed una singola specifica in quel di Cesenatico nel 1964 con la vittoria del grande Leo Proost, han sempre raccolto un pubblico enorme. 
Infine concordo sul Baracchi, per quella specificità che un tempo era più diffusa e che oggi sarebbe pure unicità nel panorama ciclistico mondiale. Se il Baracchi non fosse possibile per mancanza di corridori disponibili, allora sarebbe interessante la sostituzione con una Cronosquadre (magari da aggiungere ex novo) come lo era un tempo il GP Longines. La cronosquadre, infatti, deve essere sempre proposta al di fuori dei grandi GT, per doveri verso questo sport e per renderla non un momento tendenzialmente distruttivo dei valori di una grande corsa a tappe. I pretendenti alla vittoria finale, possono avvalersi delle squadre in ogni tappa, ed è un insulto dargli una prova di squadra ulteriore, moltiplicata alla potenza nelle entità rispetto ad una frazione normale. Quindi RCS e ASO, quando lo fanno, e lo fanno oltre ogni limite di sopportazione, vanno fischiati di brutto!
 
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[+] A 3 utenti piace il post di Morris
#5
Avete già detto tutto voi, ma secondo me un Giro dell'Umbria potrebbe offrire percorsi stimolanti, oltre che paesaggi molto belli.
 
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#6
Giro di Sardegna: sarebbe anche oggi un buon inizio di stagione per molti, visto anche che sono sparite molte corse mediorientali c'è più spazio in quel periodo.

Roma Maxima: cito col nome più recente perché ignoranza mia non so dove arrivava il vecchio Giro del Lazio, però l'arrivo all'ombra del Colosseo era scenograficamente stupendo

Gp Nobili: per motivi territoriali

Sarebbe intrigante anche riproporre il Trofeo dello scalatore, ma con i Grandi Giri attuali non avrebbe senso
 
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#7
Non so se sia la mia difficoltà di anziano dinosauro a capire l'epoca attuale ma trovo che il modo in cui tante espressioni dello sport e della cultura vengano lasciate scivolare nel passato sia assurdo e profondamente sbagliato. Vale per tante tradizioni sportive e vale molto per corse come Coppa Placci, Giro del Veneto e Giro del Lazio (almeno queste tre), che si fatica a comprendere che non ci siano. Il calcio mangiatutto è stato anche un errore di miopia, o meglio, una assenza di azione / progetto e di visione del futuro. 
Il Colosseo, o la Sardegna, o le tante altre località, non sembrerebbero aver bisogno di promozione turistica ma non è così. L'incanto delle immagini della corsa può essere uno dei dettagli che fanno nascere un viaggio. Riusciamo a immaginare le immagini della corsa lungo la Costa Amalfitana? Torriani lo comprendeva bene, viene da pensare a quei nomi suggestivi delle tappe dei primi anni 60. 
C'entra poco con il ciclismo: la Francia ha un flusso turistico doppio rispetto all'Italia... Ma perché? 
Non sarebbe così assurdo che anche in questo universo il governo si interessasse di promuovere il ciclismo, come una delle tante componenti del rilancio e della promozione del Paese. Senza dimenticare che produciamo splendide biciclette. 
Se il Baracchi non riuscisse a cogliere l'interesse (ma almeno una edizione ogni tot anni sarebbe sfiziosa), mi piace l'idea della cronosquadre, che personalmente immagino a quartetti: una Firenze - Bologna? Perché no, anche una occasione per le nostre Professional di mostrare il marchio. 
Poi bisognerebbe valorizzare il sud. Il Gran Premio Ciclomotoristico potrebbe essere una novità dal passato antico e potrebbe toccare tanti luoghi splendidi del nostro Mezzogiorno. 
Ha ovviamente ragione Maurizio, cinque sono poche! 
Una domanda per i nostri governanti: ma come mai ci sono ancora centinaia di migliaia di persone che si accalcano a bordo strada per veder passare la corsa? 
 
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