La sera del 2 aprile mi sono imbarcato in una serie di analisi e calcoli sul dato giornaliero dei positivi al tampone, cercando di cogliere quello che mi sembrava un segnale incoraggiante, pur con un po’ di prudenza nel trattare un dato poco omogeneo (più / meno tamponi, con criteri diversi nel farli, un rilevamento poi che individua solo una parte delle persone contagiate). Consideravo che il giorno con il maggior numero di positivi, il 21 marzo, distava dieci giorni dall’avvio delle misure in tutta Italia (chiusura bar, ristoranti, tutti a casa, ecc.), con una variazione giornaliera di 0,98 circa. Al 2 aprile sembrava di poter cogliere una ulteriore discesa di questo tasso, che interpretavo come l’inizio dell’incidenza del lockdown più stretto iniziato di fatto il 25 marzo, ipotizzando che questo tasso di variazione potesse attestarsi di lì ad alcuni giorni su una quota dell’ordine di 0,92. Da queste considerazioni alcune proiezioni che si sono rivelate, finora e purtroppo, alquanto ottimistiche.
Il grafico seguente è la media su 7 giorni del dato giornaliero dei positivi (la media tra il dato della giornata, i 3 giorni precedenti e i 3 giorni successivi).
Si ferma al 10 aprile, data la necessità di avere i dati dei tre giorni successivi.
Si ottiene una curva sicuramente più leggibile. Dal picco (che in questo grafico corrisponde al 23 marzo) si ha una discesa complessiva di 0,978, appena inferiore a quella stimata in base alle misure precedenti, senza chiusura delle aziende. Perché?
Nel grafico si può osservare una discesa leggermente più marcata tra il 29 marzo e il 2 aprile (la sera in cui avevo cercato di valutare i dati), poi si torna ad una discesa più “pedalabile”. In base alle misure prese e alla progressione dei giorni dal 25 marzo non avrebbe dovuto essere così. Cosa succede?
Difficile rispondere. Sono aumentati ulteriormente i tamponi giornalieri e questo sicuramente incide, rileviamo una percentuale maggiore dei nuovi positivi. Come dire che la curva avrebbe dovuto avere un andamento e un picco molto più elevato, forse dell’ordine di 8.000 nuovi positivi giornalieri, e quindi che la discesa è più marcata di quanto non appaia. Le riduzioni dei decessi e dei ricoverati confortano un poco.
Questo non toglie la percezione di “rallentamento” della discesa negli ultimi giorni.
Forse la gente dopo alcuni giorni si è stancata e sgarra maggiormente, forse le mascherine, spesso di fortuna e usate male, inducono qualche sicurezza di troppo, difficile a dirsi.
Vedremo, resta però una riduzione dei numeri troppo lenta per la nostra economia. Abbiamo bisogno di riaprire tante aziende al più presto. Come ho già scritto, credo che si potrebbe farlo con tante regole in più e/o diverse. Anche perché finora il lockdown stretto non sembra aver prodotto, purtroppo, i risultati attesi.
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