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Quella corsa che...
Stava per vincerlo Voeckler quel Tour Confuso
 
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Tra le tante di quello che è stato il mio primo idolissimo indiscusso, Michele Bartoli, scelgo senza ombra di dubbio la Liegi del 1997. La forza d'animo e la ferocia agonistica con cui sgretolò la coppia Once Zulle-Jalabert lavorandola ai fianchi e il modo irrisorio con cui staccò quest'ultimo all'ultimo km me lo fecero entrare nel cuore. Seguivo questo sport da appena un anno, e da allora decisi che quello doveva essere il mio modo di approcciare al ciclismo, il mio metro di paragone nei confronti di tutti gli altri corridori. Mi conquistò, non so come spiegarlo, il suo lato estetico: il suo modo di stare in bici, di pedalare, perfino di esultare. In più, ed è un particolare da non trascurare, aveva un modo di porsi estremamente gentile ed educato. Era (è, visto che nelle interviste e negli interventi che fa da ex corridore dimostra di essere ancora la splendida persona che era quando aveva ancora il numero sulla schiena) la modestia fatta persona, nonostante potesse vantare un palmares per avere il quale tre quarti del gruppo, all'epoca e attualmente, avrebbe donato un rene. Un campione buono a cui è mancata solo l'incoronazione della maglia iridata per diventare definitivamente una leggenda (anche se per me lo è e lo sarà sempre), e se quel maledetto giorno non si fosse fracassato un ginocchio in Germania, posso mettere la mano sul fuoco che un Mondiale, almeno uno, l'avrebbe vinto. Grande Michele, mi hai iniziato al Ciclismo con la C maiuscola.
 
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[+] A 5 utenti piace il post di Finisseur
Bartoli faceva dei numeri notevoli, mi dispiace che quelle che sono forse le sue due vittorie più spettacolari (Fiandre 96 e Liegi 97) le ricordo molto vagamente, avevo solo sei anni.

Visto che ne parlavo in un altro topic anche il Giro delle Fiandre 2001 fu una gran corsa, incerta fino alla fine con quella volata che probabilmente gestì male Sciandri che era l'uomo più veloce, ma la spuntò Bortolami sull'odioso Dekker e sul povero Zanette. Se poi confronto le immagini di quel Giro delle Fiandre con quello col percorso di oggi mi viene quasi malinconia.
 
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quello del 2001 è stato uno dei Giri delle Fiandre più brutti della storia ma vabbè, questione di punti di vista...
 
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Le corse in cui i pronostici vanno a farsi benedire mi piacciono per principio, se poi vince pure un italiano davanti a Dekker è ancora meglio.
 
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Alessandro Ballan ai Mondiali di Varese del 2008. Non ero ancora nato quando Saronni esplose la celeberrima "fucilata" di Goodwood, però per fortuna ho assistito alla sua riedizione ad opera di Ballan. Una corsa che resterà per sempre tra le più belle che abbia mai visto, con una Nazionale costantemente proiettata all'attacco (prima dell'azione decisiva del buon Alessandro, ci furono scatti a ripetizione di Cunego e Rebellin, che facevano parte della fuga decisiva, senza contare i tentativi dello stesso Ballan nei giri precedenti). Due cose mi resteranno impresse: il boato da stadio del pubblico quando Ballan partì, quasi a preannunciare una vittoria a portata di mano, e la gioia di Bettini che, raggiunto dalla notizia della vittoria del compagno quando era ancora sul percorso, esulta come se avesse vinto lui. Quella corsa, dal punto di vista tattico, fu l'ultimo grande capolavoro del compianto Franco Ballerini.
 
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Più il tempo passa, più sto cominciando ad odiare quel Mondiale 2008, pur con grande stima e affetto per Ballan... Sisi
 
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Come mai?
 
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Il declino di Cunego è cominciato con quel 2° posto... Sisi
 
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Misà che l'ematocrito alto al naturale gli si è abbassato Sisi
 
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Difficile che l'ematocrito si abbassi naturalmente, altrimenti sarebbe andato in Oligocitemia.
Più che altro quel secondo posto è stato il primo di una serie di delusioni che lo hanno spinto nella mediocrità di oggi. Il secondo posto all'Italiano 2009, la delusione al Mondiale di Mendrisio e il 2010 senza vittorie gli hanno fatto intraprendere un percorso in discesa, che nonostante un 2011 con un paio di ottimi spunti da "vintage Cunego", ormai è irrefrenabile. Poi la caduta all'Amstel ha fatto il resto.
 
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Beh certamente sta sprecando un capitale, st'ematocrito, 6 litri di capacità polmonare da quanto ho letto...Per quanto io lo bistratti il suo palmares parla da solo
 
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Adesso anche i palmares si mettono a parlare da soli ? :O
 
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[+] A 1 utente piace il post di Manuel The Volder
Muoio dal ridere Facepalm
 
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Magari questa corsa se la ricorderanno in pochi, ma oggi mi è tornata in mente la vittoria di Francesco Casagrande nella tappa dell'Abetone al Giro del 2000. Casagrande era un corridore che mi è sempre piaciuto, ma tanto, e in quella frazione fece un numero non da poco: se ne andò sulla penultima salita di giornata (una salita, che io mi ricordi, affrontata solo e soltanto in quell'edizione e mai più riproposta, nonostante fosse molto, molto dura: mi riferisco al San Pellegrino in Alpe) staccando tutti, per poi affrontare la discesa tutto solo. La successiva ascesa all'Abetone si rivelò una passerella trionfale, con il fiorentino che andò a prendere la maglia rosa. Quel Giro del 2000, poi, lo perse nella crono conclusiva del Monginevro/Sestriere, e ai miei occhi quella corsa rosa vinta da Garzelli risulta ancora adesso una delle più grandi "ingiustizie" (se così si può dire) ciclistiche da quando seguo questo sport.
 
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[+] A 1 utente piace il post di Finisseur
Qua c'è il video se vuoi: http://www.ilnuovociclismo.com/forum/Thr...7#pid81677
 
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(05-08-2013, 09:24 PM)Pagliarini Ha scritto: Qua c'è il video se vuoi: http://www.ilnuovociclismo.com/forum/Thr...7#pid81677

Ah, grazie mille, mi rivedrò i momenti salienti, sperando di non aver dimenticato nulla.

Comunque mi confermate che quella salita è stata affrontata solo in quell'edizione?
 
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Penso proprio di sì, se l'hanno fatta altre volte sarà stato 50/60 anni fa, ma non credo...
 
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L'ho sentita relativamente a qualche corsa in bianco e nero...
 
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ingiustizia proprio no, quella dell'Abetone fu un'impresa eccezionale però si bruciò quasi tutto il vantaggio a cronometro e nella terza settimana Casagrande non riuscì mai a fare la differenza (anche grazie a un grande Pantani nel tappone di Briancon) partendo così con un vantaggio in classifica minimo nella cronoscalata dove le prese in maniera netta. Magari il percorso non lo favoriva ma un Giro d'Italia dura tre settimane, Casagrande fu straordinario quel giorno ma poi non fu mai in grado di dare il colpo di grazia alla corsa, e i due minuti presi nella cronoscalata testimoniano come il toscano non ne avesse proprio più
 
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[+] A 1 utente piace il post di BidoneJack
  


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