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Quella corsa che...
#21
(29-04-2013, 07:25 PM)~Danilo Ha scritto:
Citazione:Attività fisica pari a 0... neanche un giro in bicicletta quell'estate, ero stressato e arrivai a pesare ben 85 kg

Io arrivai a 91 quell'estate, un relitto sopra la poltrona che cominciava a vedere le tappe alle 11:30 con tanto di patatine, poi pranzo davanti la tappa, e conseguente pomeriggio.

Beh ,poi sei dimagrito veramente tento a quanto pare:o
Io invece, attualmente, sono anche troppo magro, ho le misure di Brad Wiggins 190 cm 69 kg
---------------------------------------------

Altre corse per cui conservo un ricordo particolare sono:

-Mondiali ciclismo 2006: mi tremavano le gambe dopo la vittoria del Grillo californiano
-Mondiali ciclismo 2009: Cadel Evans da lì in poi non sarà più eterno piazzato
-Parigi Roubaix 2009: Pasqua: incollato davanti allo schermo con un corridore che mi piace moltissimo e un italiano che si giocano il successo... tifavo Pozzato, perchè Boonen l'aveva già vinta... non andò così, ma andò bene lo stesso.
-Tour de France 2008: Lì cambiò il ciclismo... la positività di Riccò e Piepoli ( e molti altri) mi gettò in un terribile sconforto, siccome già facevo il parallelismo Riccò/Pantani 1998/2008 e mi esaltavo davanti allo schermo, quando un italiano ce la poteva davvero fare.
-Giro d'Italia 2009: Crono a Roma passata a tirar dei nomi a Di Luca perchè non si muoveva (ebbene sì, mi sta sui cosiddetti,ma lo preferivo allo Zar), poi la caduta di Menchov e l'urlo di gioia. Poi lo sconforto...e mandai affan... sia Di Luca che Menchov.
-Giro d'Italia 2011: La morte di Weylandt... tornavo da ripetizioni di inglese... accendo la tv e vedo il volto schiacciato del povero corridore Leopard... uno dei momenti più brutti del ciclismo
-Tour de France 2011: Cadel... Campione
-Vuelta a Espana 2012: il GT più bello dell'annata... ricordo con particolare piacere soprattutto Cataldo Ave
 
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#22
Fino a Fuente De è stato il Gt più bello per me, insieme al Giro 2009 (vissuto probabilmente più intensamente ancora) ma anche lì 2º. Il Giro 2012 neanche lo ripropongono, non l'ho gustato...

 
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#23
Metto altri ricordi.

Ricordi belli
Diciamo che la corsa che mi fa sempre palpitare il cuore è la Sanremo. Da quando iniziano il Poggio all'arrivo il mio ritmo cardiaco non va mai sotto i 100 battiti al minuto. Dal 2002 mi son perso solo le edizioni del 2003 ( per dare l'arrivederci al mio Nonnone Wub ) e del 2006 ( perchè c'avevo una partita di Basket ). Il giorno della Sanremo 2005 ero a un Compleanno di una. Mi sono appartato un momento per andare in bagno e nel tragitto c'era una televisione lasciata accesa sulla Sanremo. Dopo aver espletato i miei bisogni sono andato a vedere la TV dimenticata accesa. Ho avuto il culo di mettermi davanti alla TV per l'inizio della volta e quando Petacchi è partito ho urlato : "NOOO TROPPO LUNGO !!!". Poi nel mentre della volata sono andato avanti (sempre ulrando a più non posso) con "DAI ALESSANDRO CHE CE LA FAI ! DAI DAI DAI DAI DAI ! SOLO TU PUOI FARCELA SOLO TU ! DAI CAZZO ! SEEE SEEE SEEE" (me lo ricordo ancora). Sembravo posseduto, altro che Bulbarelli Asd. Per fortuna nessuno mi ha sentito (stranamente) altrimenti mi portavano al manicomio Asd. La Classicissima del 2007 invece mi ricordo non avermi dato molto. In quel periodo ero iscritto nel partito "i corridori sono pecore" (ero un po' stupido Sisi ), e vedere la Sanremo decisa in un volatone di 100 corridori non mi fece molto piacere.

Poi sono impazzito anche per la tripletta di Rebellin nel 2004, oltre che per Cunego al Giro e nei Lombardia vinti. Il Mondiale 2008 mi ricordo che fu molto emozionante, anche se non so ancora adesso se sono emozioni positive o negative per il risultato finale. Quando Evans staccò Kolobnev e Rodriguez a Mendrisio l'ho spinto con tutto me stesso. Vabe, poi le accelerazioni di Contador in salita, lo spunto di Ballan al Fiandre e quello di Di Luca a Liegi (nonostante mi stava sulle palle). L'urlo allo scatto di Di Luca ad Ans me lo ricordo ancora. Poi la vittoria di Riccò a Bagneres de Bigorre.

Ah, quando Bulbarelli disse "CADE MENCHOV !!!" ero a testa bassa a vedere il cellulare a 10 cm dalle casse della tv. Che balzo che ho fatto Ahah

Ricordi brutti
Sicuramente la morte di Weylandt il più brutto di sempre. Stavo studiando perchè era una fase di gara un po' statica in attesa del finale, quando alzai gli occhi e vidi quello che rimaneva del suo volto. Sono stato malissimo per due giorni. Anche quando lessi della morte di Tondo e Cabedo stetti molto male, così come ogni corridore deceduto. In fondo sono i nostri ragazzi, si sbattono per 365 giorni all'anno per farci divertire, c'è sempre molto dispiacere quando uno di loro ci lascia. Anche quando parlarono di Horillo stetti male, poi per fortuna tutto andò bene.
Vabe, i ricordi brutti non legati a fatti gravissimi sono tutti riguardanti il doping. La positività di Riccò su tutti.
 
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#24
Anche la tappa sul pavè del Tour 2010 mi è rimasta in mente...
 
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#25
Il ricordo più brutto è sicuramente la morte di Weylandt (quel giorno dovevo anche andare all'arrivo a Rapallo ma mi venne la febbre il giorno prima).

I ricordi belli sono sicuramente (e fortunatamente) molti di più:
- il Mondiale di Cipollini, quella volata me la ricordo come una delle più lunghe che abbia mai visto, anche se riguardandola non è affatto così
- il Mondiale 2006, quando dopo il sottopassaggio si sono sganciati Bettini, Zabel, Valverde e Sanchez ho cominciato a trattenere il respiro e poi l'ho rilasciato (urlando come un pazzo "PAOLO! PAOLO!") solo dopo il traguardo
- la Liegi di Di Luca, mi ricordo che cominciai ad esultare appena fece lo scatto finale, ero sicuro della sua vittoria
- il Tour 2011, bellissimo, perchè il 9 luglio diedi l'ultimo esame (almeno fino a settembre) e quindi riuscì a seguirlo praticamente tutto e anche per una "sfida" tra me e mio padre: a metà Tour (potrebbe essere l'undicesima tappa) gli dico che secondo me lo avrebbe vinto Andy Schleck e mi ricordo con precisione che la sua risposta fu "mi g'ho in to belin che vince Evans" (in genovese, "io ho l'impressione che vincerà Evans")
 
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#26
Io di ricordi belli non ne ho molti e comunque non sono fatti di vittorie in sé.
Diciamo che quello che mi ha legato al ciclismo sono le emozioni che mi danno i corridori, i loro modi di vivere la corsa.
Credo che il momento di maggior emozione, sia stato quando ho visto Contador, che sembrava invulnerabile e nettamente sopra tutti, perdere la ruota del mio idolo. Poi è stato un bel Tour e tutto, rovinato dalla catena e dal caso doping, quel ch'è certo è che il più forte era Schleck e se lo meritava lui.
Mentre se devo dire la corsa più bella, è stata quella che ha raccontato Pagliarini, anche se non ha vinto il corridore che tifavo, ma almeno è stato un merito del vincitore.
Tour de France a parte, c'è Cancellara, che però sicuramente tifo perché è un mio connazionale (mi viene da dire che lo tiferei comunque, ma non posso esserne certo) e quindi quando attacca e vince, è una cosa diversa che se lo facesse Andy.
Ultimo in ordine di tempo, di momenti piacevoli, c'è il vedere Andy Schleck con la smorfia di dolore in fondo al gruppo che non vuole mollare.
Io non so se tornerà ad essere un buon ciclista, se a fine stagione mollerà, o se tornerà addirittura Andy Schleck (e questo è tutt'altro che scontato, un conto è arrivare in forma, un conto è avere la condizione fisica che aveva prima dell'infortunio); però mi sta dimostrando che da quando ha dovuto mettere i piedi per terra, è maturato mentalmente (infatti noterete che non si sopravvaluta più come l'anno scorso, quando prima di una corsa diceva di correre per vincere e finiva 60°) e non ha mollato in un periodo in cui ha toccato il fondo, questo per me è importante e dimostra che è un campione (per ora).


I momenti brutti, ultimamente ne ho vissuti tanti.
Il salto di catena, vedere Schleck con tutta quella rabbia a salire il Balès (che numero...) e poi arrivare sconsolatissimo al traguardo, poi scoprire che il margine perso in quel frangente gli costò la maglia gialla finale.
La tappa di Gap 2011, è stato bruttissimo.
Mentre a fine Tour a dire il vero non sono stato così male e sinceramente non mi spiego ancora oggi il perché :P
Poi nel 2012...
Cancellara cade al Fiandre, si rompe la clavicola.
Torna al Tour ed è pure al 100%, ai giochi olimpici cade nella curva che avrebbe dovuto decretare il punto in cui si assicurava la vittoria e si rirompe la clavicola.
Ma soprattutto, i ritiri di Andy che lo portano alle Ardenne in una forma ridicola e la frattura al coccige dal Delfinato che non guariva mai. Anche vederlo staccarsi da 120 corridori in salita moribondo non è stato piacevole, insomma... stiamo pur sempre parlando di uno che in salita ha dimostrato di saper andare molto, ma molto forte...
 
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#27
Bhe sicuramente lo Zoncolan del 2010, direi anche tutto il Giro del 2010. Il secondo modiale di Bettini (il mio prof d'italiano il giorno prima per scherzo ci chiese di dirci i primi dieci del mondiale, il giorno dopo dalla gioia gli elencai i primi 20, non vi dico la faccia che ha fatto). Anche la Vuelta 2010 mi è piaciuta, lo dovuta seguire sulla gazza perchè ero via, percui è stato piu "speciale". Rivedere Lance sul podio del Tour è un qualcosa di magico (imho).
Molto speciale per me anche la tappa di Milano del 2009 (la prima vista dal vivo), bello perchè ero con mio padre, li vidi passare 8 o 9 volte poi alla fine mi vidi Lance firmarmi il cappellino (e pensare che ero entrato nel marasma solo per vederlo XD).
Momenti brutti oltre a Wouter, direi i falllimenti di Basso all'ultimo Giro e al Tour del 2011, Ciolek che supera Sagan alla San Remo, l'addio a Ballerini e Sassi e l'ennesima positivita di Ricco,
 
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#28
Concordo, il Giro 2010 è sicuramente stato uno dei più belli Sisi
 
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#29
Parigi - Roubaix 1999: la Mapei ha già in avanscoperta Tom Steels nel gruppo dei primi fuggitivi, ad Arenberg si scatena Andrea Tafi mentre i vari Tchmil, Van Petegem, Ballerini rimangono in gruppo con un certo Museeuw a fare da "guardiano" ma la corsa è esplosa e mancano ancora quasi 100km. Con Tafi oltre a uno straordinario Steels c'è un altrettanto superlativo Wilfried Peeters, sugli attacchi a ripetizione del toscano il gruppo di testa si assottiglia sempre di più, mentre il vantaggio sul gruppone aumenta; il sogno di vincere finalmente la Parigi - Roubaix dopo un terzo e un secondo posto per Andrea Tafi sembra svanire quando fora in un settore di pavé, ma vede un tizio a bordo strada con le ruote in mano si ferma e cambia al volo (si scoprirà che era un addetto al cambio ruote che avvisato da Lefevere era andato avanti con la moto), rientra e scatta subito, ripreso scatta subito ancora (per la sesta, settima volta) e stavolta quando mancano 35km al traguardo se ne va, vano l'inseguimento di Hincapie, Vandenbroucke, Van Bon e Jo Planckaert con Steels e Peeters a fare da disturbatori. Tafi si alza sui pedali nei tratti in asfalto e vola sulle pietre come se fosse in sella da dieci minuti, il vantaggio aumenta, uno-due-tre minuti sugli inseguitori sui quali il gruppo guadagna, ma non guadagna sul battistrada in maglia tricolore, l'ingresso al velodromo di Roubaix è salutato da un boato degno di un gol di Zidane, l'arrivo in solitaria è un vero e proprio giro d'onore con il coro assordante "TA-FÌ-TA-FÌ" intonato dal pubblico francese verso un atleta in maglia di campione italiano, coro che si ripeterà negli anni successivi anche quando Tafi arriverà lontano dai primi, qualcosa che si vede solo in uno sport come il ciclismo, e che mi dà i brividi se ci penso ancora oggi.

Oltre a quella che sicuramente è la corsa che mi ha emozionato di più ce ne sono altre che vale la pena menzionare, ovviamente parto dalle vittorie di Gianni Bugno, il primo Giro di cui ho memoria è quello del 1989 ma il primo che ho seguito per intero è quello del 1990 con Bugno in maglia rosa dalla prima all'ultima tappa, ma ero ancora piccolo e i ricordi sono molto labili, stesso discorso per quanto riguarda la Sanremo, le vittorie all'Alpe d'Huez e il mondiale di Stoccarda, la prima vera grande vittoria che ricordo mi ha veramente emozionato è il mondiale di Benidorm 1992. Bugno veniva da una stagione non proprio entusiasmante, il terzo posto al Tour conquistato dopo una gran cronometro finale aveva rappresentato una più che sonora sconfitta, e non partiva per quel mondiale con i favori del pronostico, la corsa penso abbiate avuto modo di vedere come è andata viste le tante riproposizioni su Raisport 2, con quattro francesi nel gruppo di testa tra cui Laurent Jalabert che all'epoca era a tutti gli effetti un velocista, e il solo Giancarlo Perini a supportare Bugno con un lavoro mostruoso tanto da valergli il soprannome di "duca di Benidorm", la volata di Bugno è una progressione irresistible che lo porta a vincere il secondo mondiale consecutivo, quello ha rappresentato il momento in cui mi son reso conto che adoravo questo sport.
E poi il Giro delle Fiandre 1994 con quell'attesa interminabile per quel viziaccio di alzare le mani troppo presto come a Stoccarda, ricordo che ero sicuro del risultato ma quel verdetto arrivò come una liberazione dopo un anno e più avaro di gioie. Il ciclismo però stava cambiando e anche Bugno non era più lo stesso di qualche anno addietro, sarebbero arrivati altri lampi di classe come la tappa di Loreto Aprutino al Giro quello stesso anno, il secondo posto alla Liegi nel '95 dietro quella pereta di Gianetti, il Giro del 1996 dove vinse una tappa ad Aosta (pochi giorni dopo la tappa di Napoli dove un quattordicenne magrolino correva a fianco del suo idolo subito dopo il traguardo senza capire molto altro di cosa gli stava succedendo intorno) e soprattutto si rese protagonista di una gran bella prova nella tappa del Pordoi, poi un bel Giro di Svizzera e una tappa alla Vuelta, fino all'ultima vittoria alla Vuelta nel 1998 con una bellissima azione solitaria prima di chiudere la carriera al Giro di Lombardia e diventare un elicotterista.

Ancora Giro delle Fiandre, questa volta parliamo di Michele Bartoli, di cui ero diventato tifoso dopo la tappa di Lienz al Giro nel 94 con quella discesa folle a 100km/h, ne parlavano come il più fiammingo dei corridori italiani e in quel 1996 se ne ebbe la riprova con quel famosissimo scatto sul muro di Grammont (perché all'epoca così lo chiamavano tutti, altro che Kapelmuur...), quando si parla di "numero" nel ciclismo la prima cosa che mi balza alla mente è quel gesto. E sempre parlando di Bartoli ovviamente non posso non citare la Liegi-Bastogne-Liegi 1997, quando mise nel sacco Laurent Jalabert e Alex Zülle, l'impresa sotto la neve alla Freccia Vallone 1999 e il Giro di Lombardia 2002 che rappresentato il ritorno a una grande vittoria dopo che gli infortuni sembravano avergli compromesso definitivamente la possibilità di conquistare altri successi prestigiosi.

Torniamo ad Andrea Tafi, conosceva un solo modo per vincere ed era quello più spettacolare di tutti, attaccando da lontano una, due, tre, infinite volte finché non restava da solo e a quel punto nessuno più era in grado di riprenderlo, è stato così al Giro di Lombardia 1996, è stato così alla Parigi - Tours 2000 quando si prese una rivincita morale su Antonio Fusi che non lo aveva convocato per i campionati del mondo ed è stato così in quella che io considero ad oggi la corsa più bella che abbia mai visto, parlo naturalmente del Giro delle Fiandre 2002: alla soglia dei 36 anni non parte tra i favoriti Andrea Tafi, ma già dai primi muri si capisce che questo simpatico giocherellone delle due ruote ancora non ha sparato le ultime cartucce della sua splendida carriera di grandissimo campione oltre che di impareggiabile gregario. E così Koppenberg, Taaienberg, Berendries, chi più ne ha più ne metta, Tafi scavalca i muri con grande freschezza e poi puntualmente prova i suoi celebri attacchi all'apparenza scriteriati ma che quando sta bene fanno male soltanto agli altri che devono andare a chiudere. Dopo il grande lavoro del compagno di squadra Enrico Cassani c'è l'attacco di Johan Museeuw ai piedi del Kapelmuur (ormai avevamo imparato a chiamarlo così), con Hincapie, Van Petegem e Nardello pronti a rispondere. Mollano Cassani, Sørensen e Missaglia, anche Tafi sembra non farcela, maddeché! Ecco che si riporta sotto e balza in testa, aggredisce il muro in prima posizione e poi mantiene un passo regolare lasciandosi sfilare insieme a Nardello sul forcing di Van Petegem nel tratto più duro seguito Hincapie a ruota e Museeuw leggermente più dietro. I due Mapei riguadagnano agevolmente quei pochi metri che avevano lasciato e sono cinque a giocarsi la corsa. Infruttuoso l'attacco di Museeuw sul Bosberg, l'azione più temibile arriva dal clamoroso dietro-moto di Peter Van Petegem, che scortato da uno sciame di fotografi prova ad andarsene a 8km dall'arrivo. Ma non ci sono motociclette che tengono, Nardello chiude e Tafi che grazie al superbo lavoro del compagno di squadra aveva potuto rifiatare a quattro chilometri dall'arrivo di Meerbeke piazza l'ennesimo scatto, sembra tutt'altro che irresistible, guadagna cinquanta metri, ma gli altri hanno ormai finito la benzina sfiancati da una corsa durissima e i cinquanta metri diventano cento, centocinquanta, duecento, aumentano sempre di più mentre diminuisce la distanza dal traguardo, e a Meerbeke arriva l'ultimo, grande, bellissimo successo di uno dei ciclisti più forti degli ultimi venti anni, amato dagli appassionati e rispettato dagli avversari, lavoratore come pochi e campione come ancora meno.

Sicuramente si avvicina molto ad Andrea Tafi caratterialmente parlando Paolo Bettini, in questo senso l'esempio più lampante è la Milano-Sanremo 2003, che non per niente ritengo la seconda corsa più bella che abbia mai visto, poi il moccolone tirato giù in via Roma dà al tutto un sapore ancora più particolare. Molto toccante l'arrivo del Lombardia 2006, ma senza dubbio la vittoria del Grillo a cui sono maggiormente legato è il mondiale di Salisburgo dello stesso anno, la sera predecente ero andato a una festa sul lago di Como, o forse era un fiume, boh, ricordo che c'era dell'acqua, e ricordo che c'era del vino, e del rum, finché non ho smesso di far caso a quello che bevevo, però ricordo una bottiglia di limoncello caldo che avevo preso da un tavolino e che andavo in giro ad offrire a chi capitava, finché non ho beccato un tizio che mi ha detto che il limoncello era il suo, e che si pagava, allora gli ho detto vabbè non lo sapevo, gli ho dato un euro e mi son bevuto un bicchiere, ma intanto la bottiglia era pure quasi finita e faceva anche schifo. Poi ricordo che c'erano dei materassi, che si zompava sopra mentre quello metteva tipo i System of a Down o qualche altro gruppo NU Metal del cavolo (dove NU sta per Nettezza Urbana perché quella musica è una munnezza), poi c'era una che io gli ho detto che ero di Udine e ho fatto un accento strano però quella ci credeva, poi ci ho mezzo provato credo ma mi ha dato il palo, ho ancora la pallina del biliardino con cui giocavamo conservata nel sacchetto della festa delle Cantine della settimana prima o di quella dopo non mi ricordo, ho rubato una felpa della crocerossa e l'ho regalata a una quando son tornato a casa mentre Salvo mi aveva offerto 10€ per dargliela quando siamo andati a casa di Max a mangiare gli spaghetti alla carbonara (fatti col salame Confuso ) mentre quelli vedevano i video dei Queen e io ho perso il portafogli, poi alla mattina sono andato a dormire a casa dell'amico mio a Lecco e mentre questo dormiva mi sono svegliato e ho visto tutta la corsa con una capa tanta per tutta la roba che avevo bevuto, quando ha vinto Bettini ho cacciato un urlo che quello si è svegliato è ha detto ma che è? e io ho detto niente, poi ha chiamato papà per dirmi "Hai visto, ha vinto Bettini" roba che lui dopo Pantani non ha più visto una corsa di ciclismo poi ho chiamato Max che ha detto che ha trovato il portafogli e sono andato a prenderlo poi ho preso il treno e sono tornato a Milano.

Ovviamente non posso non citare l'impresa di Marco Pantani a Les Deux Alpes nel 1998, il Tour de France rivoltato con un'azione che sembrava folle, e probabilmente lo era, quel giorno tutto il mondo era ai piedi del Pirata, per strada non si parlava d'altro, immagini che rimangono stampate nella mente di chi le ha viste e voi altri che siete più giovani Prr

Infine un ricordo particolare, nel 2001 ero in vacanza in Calabria e su Rai 3 c'era il Gran Premio di Camaiore, la telecronaca l'avevano affidata ad Adriano De Zan, la storia del ciclismo in tv, la voce narrante di tante corse fin dalla mia infanzia e molto prima ancora, non lo si sentiva più tanto spesso e quella fu per me una più gradita sorpresa. La corsa la vinse Bartoli, ma quello che la rende meritevole di nota è che poche settimane dopo Adriano De Zan si sarebbe spento, e il mio pensiero a quella notizia andò subito a quella telecronaca, a una persona che a così pochi giorni dalla fine ha continuato a fare quello che amava e quello per cui era amata, con i suoi aneddoti, gli elenchi infiniti di ciclisti dai nomi impossibili senza quasi prendere fiato, la compostezza anche nell'entusiasmo di un avvenimento esaltante, le interviste acrobatiche, e soprattutto la grandissima competenza, e ancora adesso quando vedo qualche video del passato con le sue telecronache mi viene in mente quel giorno di agosto quando accesi la tv e udii quell'inconfondibile "Gentili signore e signori, buongiorno"
 
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#30
Che topic splendido..
 
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#31
Ricordi piu belli, per quanto mi riguarda, sono la tappa del Giro 2008 con arrivo a Monte Pora, Zoncolan 2010 con la vittoria di Basso e il Fiandre dell'anno scorso.Mentre il ricordo piu brutto è quello della morte di Weylandt insieme, forse, alla positività di Riccò al Tour
 
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#32
Monte Pora la vidi? Bho, non me la ricordo benissimo, ma credo di si, ricordo i punti salienti ma non le emozioni Mmm

La Cuneo-Pinerolo sempre del Killer non potei vederla perché ero in gita Dodgy
 
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#33
(01-05-2013, 08:24 PM)~Danilo Ha scritto: Monte Pora la vidi? Bho, non me la ricordo benissimo, ma credo di si, ricordo i punti salienti ma non le emozioni Mmm

La Cuneo-Pinerolo sempre del Killer non potei vederla perché ero in gita Dodgy

piu che altro, perché ero tifosissimo di Riccò
 
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#34
"Volevo chiedere a Sella e Pozzovivo se con quella tirata, vincevan, vincevan il Giro" Adorazione

Si sarà pure dopato ma aveva ragione da vendere... Sisi
 
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#35


 
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#36
Che faccia da schiaffi, per non dire altro, si mise pure a piangere perché "non gliene andava bene una" Facepalm

Riguardo il Monte Pora bellissimo l'attacco giù dal Vivione con Savoldelli, e davanti c'era Ermeti pronti ad aiutarli Ave
 
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#37


 
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#38
Carino proprio... SickSick
 
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#39
"Non me ne va bene una, cavoli!"

Comunque le prime due vittorie di Sella in quel Giro, sull'Alpe di Pampeago e sul Fedaia, mi gasarono un botto, andava su che era un piacere, peccato non fosse tutta farina del suo sacco Confuso
 
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#40
Giro 2005: Savoldelli in maglia rosa in crisi sul Sestriere e Simoni all'attacco, maglia rosa virtuale. Io tifavo per Gibo e mio fratello per il Falco. Gibo teneva un buon ritmo ed ero sicuro che andasse a vincere il suo terzo giro. Quando ... la crisi, Simoni non ce la fa più e scatta ... Rujano! Ero disperato, sconcertato, fortunatamente beccò solo il gradino più basso del podio, ma Savoldelli vinse il giro . Quanta amarezza quel giorno.
 
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