09-05-2020, 12:33 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-06-2022, 02:12 AM da Luciano Pagliarini.)
La discriminante in questa sfida è che il prime di Nibali dura circa dieci anni (dipende se vogliamo farlo partire dal 2010 o dal 2012), quello di Bugno due massimo tre (ma nel '92 già non è più quello del biennio precedente).
Bugno era molto più forte di Nibali a cronometro, in volata e sul pavé.
Il Bugno del '90-'91, quello che vinceva il Giro con la rosa addosso dalla prima all'ultima tappa e che si imponeva due volte sull'Alpe d'Huez, ha poco da invidiare a Nibali come uomo da corse a tappe.
D'altronde se mettiamo JC Peraud nel '91 e Indurain nel 2014, il Tour de France in palmares ce l'avrebbe Gianni e non lo Squalo
Però Bugno, al di fuori del triennio '90-'92, ha come miglior piazzamento in un GT l'ottavo posto del Giro 1994. Nibali è dal 2009 che almeno una volta l'anno entra tra i primi sette di un GT, fa eccezione solo il 2018, ma in quella stagione s'è fatto male.
Nonostante l'estro superiore di Bugno, dunque, la netta superiorità di Nibali in parametri come costanza di rendimento e longevità me lo fanno preferire.
Se dovessimo considerare solo il mero apice la sfida c'è eccome. E, anzi, il '90-'91 di Bugno rischia anche di farsi preferire al 2013-2014 di Nibali. Ma sul lungo periodo la forbice pian piano si apre a favore dello Squalo.
In questo scontro vale, elevato all'ennesima potenza, l'assunto che scrissi nel testa a testa Bettini-Bartoli: Bugno con la testa di Nibali sarebbe stato un drago sputafuoco, una specie di Girardengo moderno nonché probabilmente il corridore, nel post WWII, ad avvicinarsi di più alla trinità del ciclismo italiano.
Bugno era molto più forte di Nibali a cronometro, in volata e sul pavé.
Il Bugno del '90-'91, quello che vinceva il Giro con la rosa addosso dalla prima all'ultima tappa e che si imponeva due volte sull'Alpe d'Huez, ha poco da invidiare a Nibali come uomo da corse a tappe.
D'altronde se mettiamo JC Peraud nel '91 e Indurain nel 2014, il Tour de France in palmares ce l'avrebbe Gianni e non lo Squalo

Però Bugno, al di fuori del triennio '90-'92, ha come miglior piazzamento in un GT l'ottavo posto del Giro 1994. Nibali è dal 2009 che almeno una volta l'anno entra tra i primi sette di un GT, fa eccezione solo il 2018, ma in quella stagione s'è fatto male.
Nonostante l'estro superiore di Bugno, dunque, la netta superiorità di Nibali in parametri come costanza di rendimento e longevità me lo fanno preferire.
Se dovessimo considerare solo il mero apice la sfida c'è eccome. E, anzi, il '90-'91 di Bugno rischia anche di farsi preferire al 2013-2014 di Nibali. Ma sul lungo periodo la forbice pian piano si apre a favore dello Squalo.
In questo scontro vale, elevato all'ennesima potenza, l'assunto che scrissi nel testa a testa Bettini-Bartoli: Bugno con la testa di Nibali sarebbe stato un drago sputafuoco, una specie di Girardengo moderno nonché probabilmente il corridore, nel post WWII, ad avvicinarsi di più alla trinità del ciclismo italiano.