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Homo Pedaliensis
#8
Nel leggere e riflettere sull’evoluzione umana mi sono confrontato con l’enormità dei tempi di cui si tratta. 35.000 anni? 500.000? 5 milioni di anni? Mi ha aiutato la raffigurazione di una lunghissima fila di progenitori, con un metro di distanza tra ogni generazione, considerando genericamente 25 anni tra una generazione e l’altra (solo come esempio, 25 anni sono un lasso di tempo un po’ ridotto nella nostra realtà moderna, forse adeguato in epoche storiche, probabilmente ampio nella preistoria, via via abbondante man mano che si va indietro nel tempo).

Quindi, a un metro di distanza (25 anni) c’è mio padre (o mia madre), a 4 metri (100 anni) un trisnonno, a 40 metri (1.000 anni fa) un progenitore del medioevo. Immaginiamo di camminare lungo questa fila, incrociando lo sguardo con tutti questi avi.

[Immagine: 02.png]

Bastano 74 metri (74 progenitori) per trovarci nella Roma imperiale, all’epoca di Marco Aurelio! È una passeggiata che riduce la storia a pochi attimi! A 200 metri dal presente (200 progenitori) siamo a 5.000 anni fa, al 3000 avanti Cristo, già ai confini della storia. Da allora ad oggi il tempo ha sepolto case e monumenti, ha dimenticato storie ed eventi, lasciandoci solo vaghe memorie. Parliamo al tempo stesso di tempi enormi, dalle civiltà mesopotamiche o dall’antico Egitto ad oggi, e di tempi brevissimi su scala geologica ed evolutiva.
 
Con tutta probabilità i miei (nostri) antenati di allora vivevano in gran parte nella penisola italiana ma qualcuno lo rintracceremmo probabilmente altrove, in Grecia, nell’Europa centrale, in Nord Africa, in Asia Minore. Quanti erano questi nostri avi, quanti miei / nostri progenitori diretti vivevano 5.000 anni fa? Meno di quanto potremmo pensare. I nostri trisnonni sono 16, 2 elevato alla quarta. Ma 2 elevato alla 200ma (le circa 200 generazioni per giungere a 5.000 anni fa) dà un numero enorme, già 2 elevato alla quarantesima potenza dà un numero superiore a 1.000 miliardi! 5.000 anni fa l’intera popolazione mondiale era di circa 25 milioni di persone e solo una parte di loro rientra tra i miei / nostri avi diretti. Semplicemente, molti nostri avi ricorrono più e più volte nelle nostre linee di ascendenza.
 
Continuiamo a scorrere la fila: in termini di storia è cambiato molto nei primi 200 metri ma se percorriamo altri 200 metri (per un totale di 400 generazioni, 10.000 anni fa) abbiamo meno informazioni, non vediamo comunque grandi cambiamenti. Siamo all’epoca delle primissime coltivazioni e l’agricoltura non era ancora arrivata in Europa. Che il nostro antenato vivesse in Europa o in Mesopotamia, incontriamo semplicemente uomini come noi, geneticamente del tutto simili. Nonostante il tempo sia fortemente schiacciato da questa raffigurazione è necessario camminare per molti chilometri prima che qualcosa cambi.

[Immagine: La-Ferrassie-Cromagnon.jpg]

[Immagine: Skhul-Qafzeh.jpg]

Dopo una dozzina di chilometri, una fila ininterrotta di 12.000 avi, 300.000 anni fa, incontreremmo antenati che riconosceremmo pienamente come uomini, molto simili a noi, appena un po’ diversi per i tratti più marcati, spesso decisamente robusti, più forti fisicamente.

[Immagine: Jebel-Irhoud-Herto2.jpg]

Sono necessari 40 chilometri per arrivare ad un milione di anni fa (40.000 avi in fila, uno dietro l’altro!) e per notare differenze maggiori, fondamentalmente una fronte sfuggente, arcate sopracciliari molto marcate, l’assenza di mento, eppure riconosceremmo quasi certamente come uomini quelli che incontriamo, meno simili a noi ma uomini.

[Immagine: Daka-Buia1a.jpg]

200 metri per arrivare all’epoca delle piramidi, decine di chilometri per incontrare uomini visibilmente diversi da noi. Quand’è che questa percezione dei nostri antenati come uomini inizia a mutare? Probabilmente, considereremmo ancora come appartenenti al genere umano gli avi di un milione e 500.000 anni fa (60 chilometri, 60.000 generazioni), avremmo dubbi crescenti andando ancora più indietro nella fila: a 120 chilometri, 3 milioni di anni fa, la sensazione “scimmiesca” prevarrebbe, anche se si tratterebbe di una “scimmia” piuttosto “umana”, con andatura bipede, che scheggia pietre per trarne utensili.


[Immagine: D4500b.jpg]

Un fossile conservatosi in modo spettacolare, da Dmanisi (Georgia), risalente a circa 1.800.000 anni fa. Forse è rappresentativo della prima ondata migratoria dall'Africa, poi sostituita dalle successive migrazioni. 
 
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Messaggi in questa discussione
Homo Pedaliensis - da OldGibi - 29-03-2016, 11:44 PM
RE: Homo Pedaliensis - da Luciano Pagliarini - 30-03-2016, 04:09 PM
RE: Homo Pedaliensis - da OldGibi - 30-03-2016, 07:42 PM
RE: Homo Pedaliensis - da OldGibi - 07-09-2016, 12:01 AM
RE: Homo Pedaliensis - da OldGibi - 08-09-2019, 04:07 PM
RE: Homo Pedaliensis - da OldGibi - 09-05-2021, 09:56 AM
RE: Homo Pedaliensis - da OldGibi - 25-06-2021, 08:22 PM
RE: Homo Pedaliensis - da OldGibi - 26-12-2021, 02:44 PM
RE: Homo Pedaliensis - da OldGibi - 06-01-2022, 03:36 PM
RE: Homo Pedaliensis - da OldGibi - 04-10-2022, 11:52 AM
RE: Homo Pedaliensis - da Andy Schleck - 04-10-2022, 09:53 PM
RE: Homo Pedaliensis - da jwill - 04-10-2022, 09:31 PM
RE: Homo Pedaliensis - da Luciano Pagliarini - 04-10-2022, 10:01 PM
RE: Homo Pedaliensis - da Andy Schleck - 06-10-2022, 06:41 PM

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