13-07-2022, 01:19 PM
Fu Lance Armstrong in persona ad affrontarlo.
«Mi chiuse in una stanza, mi mise una mano sulla spalla e mi spiegò in mezzo minuto che non avevo nulla da dividere col ciclismo. Ha detto addio con un “F*ck you!”. Ho avuto difficoltà con il suo inglese, ma l’ho capito (ride)».
Nel 2013 dopo l’ammissione di Armstrong di essersi dopato, i due si sono reincontrati.
«Aveva desiderato quell’incontro. Penso che sia stato un segnale forte: lui, che ha vinto il Tour de France sette volte, è venuto da me, un piccolo insegnante di educazione fisica ed ha chiesto scusa. Gli dissi: “Lance, so che hai detto le cose che mi hai detto non per farmi del male, ma perché eri preoccupato per il tuo benessere».
Dice che volle incontrarlo perché non voleva che Armstrong facesse come Pantani.
«Pensavo che se qualcuno fosse stato improvvisamente così disprezzato nell’ambiente che una volta guidava, avrebbe dovuto affrontare difficoltà psicologiche. Abbiamo avuto questi grandi ciclisti come Pantani, Vandenbroucke che sono stati lasciati cadere, erano soli e sono morti troppo giovani. Volevo fargli capire che poteva trovare la sua felicità anche altrove. Non a caso quando tre anni fa Ullrich stette tanto male, fu Lance Armstrong a prendersi cura di lui. E fino ad oggi continuo a pensare che forse ho contribuito un po’ io a questo».
Conclude:
«Mi interessa il risultato. Armstrong si è preso cura di lui, lo ha aiutato quando ha visto che Ullrich stava male. Dobbiamo fermarci a questo. Armstrong ha fatto molto male, manipolando il ciclismo, sport che amo come pochi altri. Tuttavia, può fare del bene. Perché dovrei condannarlo per questo?
«Mi chiuse in una stanza, mi mise una mano sulla spalla e mi spiegò in mezzo minuto che non avevo nulla da dividere col ciclismo. Ha detto addio con un “F*ck you!”. Ho avuto difficoltà con il suo inglese, ma l’ho capito (ride)».
Nel 2013 dopo l’ammissione di Armstrong di essersi dopato, i due si sono reincontrati.
«Aveva desiderato quell’incontro. Penso che sia stato un segnale forte: lui, che ha vinto il Tour de France sette volte, è venuto da me, un piccolo insegnante di educazione fisica ed ha chiesto scusa. Gli dissi: “Lance, so che hai detto le cose che mi hai detto non per farmi del male, ma perché eri preoccupato per il tuo benessere».
Dice che volle incontrarlo perché non voleva che Armstrong facesse come Pantani.
«Pensavo che se qualcuno fosse stato improvvisamente così disprezzato nell’ambiente che una volta guidava, avrebbe dovuto affrontare difficoltà psicologiche. Abbiamo avuto questi grandi ciclisti come Pantani, Vandenbroucke che sono stati lasciati cadere, erano soli e sono morti troppo giovani. Volevo fargli capire che poteva trovare la sua felicità anche altrove. Non a caso quando tre anni fa Ullrich stette tanto male, fu Lance Armstrong a prendersi cura di lui. E fino ad oggi continuo a pensare che forse ho contribuito un po’ io a questo».
Conclude:
«Mi interessa il risultato. Armstrong si è preso cura di lui, lo ha aiutato quando ha visto che Ullrich stava male. Dobbiamo fermarci a questo. Armstrong ha fatto molto male, manipolando il ciclismo, sport che amo come pochi altri. Tuttavia, può fare del bene. Perché dovrei condannarlo per questo?