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Un ciclismo senza UCI? Undici squadre ci stanno pensando...
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L'EQUIPE. Mc Quaid duro con le squadre, “passaporti” dubbi
Il dialogo tra sordi prosegue con argomento radioline. L'incidente diplomatico si è concretizzato ieri a Bruxelles dove Pat McQuaid aveva chiamato a raccolta i manager delle squadre per una sessione di lavoro annuale, accettando di inserire nell'ordine del giorno una discussione sul divieto di utilizzo delle radioline, che divide la comunità del ciclismo. Erano circa le 17 quando alcuni manager hanno lasciato precipitosamente la sala seguendo i passi di Johan Bruyneel (RadioShack), Bjarne Riis (Saxo Bank-SunGard) e del loro seguito, rifiutando di portare avanti il dialogo davanti ai tre rappresentanti dei media invitati dall'UCI a dare il loro parere su questa questione di interesse generale.
L'incidente è indicativo del clima sempre più teso tra l'UCI e alcuni team manager, senza che la minaccia della creazione di una Lega Indipendente venga peraltro messa sul tappeto della discussione. «Per noi è qualcosa che non può esistere» ha confermato McQuaid, apparentemente sereno di fronte a questa minaccia.
Ma le radioline o la guerra di secessione non erano i soli argomenti scottanti. McQuaid ha messo in guarda tutte le squadre, citando l'attualità del caso Lampre. Il presidente ha evocato, davanti all'assemblea dei manager, un «affaire Festina». Esasperato, ha stigmatizzato la tendenza di certi manager davanti al ripetersi di casi di doping passati, in corso o futuri. Un avvertimento chiaro e inequivocabile.
L'Uci che alza i toni, sarebbe pronta a ritirare la sua licenza alle squadre il cui atteggiamento manageriale sia discutibile? La licenza concessa alla Vacansoleil aveva già creato un ampio dibattito dopo quanto accaduto a Riccardo Riccò. Naturalmente è impossibile opporsi al ritorno degli squalificati (Valverde, al momento sospeso, ha il posto in caldo alla Movistar, o Di Luca, recentemente ingaggiato dalla Katusha, sono stati i nomi fatti) e l'inasprimento delle pene da due a quattro anni non sarà facile da disporre a causa di problemi giuridici. Ma l'UCI ha ricordato ai manager la loro responsabilità di fronte al moltiplicarsi dei casi di recidiva (Sinkewitz ultimo esempio).
Nel suo intervento, McQuaid ha detto di «aver a disposizione elementi chiari». Infatti, l'UCI ha detto chiaramente di essere in grado di avere una chiara visione della situazione sanitaria in seno ad ogni squadra grazie al passaporto biologico. E secondo quanto riportato da testimoni, avrebbe chiamente sventolato lo spettro di rivelazioni pubbliche che farebbero scalpore. In breve, McQuaid ha chiaramente messo pressione addosso alle squadre.

da L'Equipe a firma di Philippe Bouvet
 
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RE: Un ciclismo senza UCI? Undici squadre ci stanno pensando... - da SarriTheBest - 19-04-2011, 02:45 PM

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