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Alla Lavagna! Interroghiamo.......Lupo Solitario
Su Gimondi....

Quando si parla di Felice Gimondi, qualcuno non so fino a che punto con oggettività, lo antepone ad altri di peso, motivando questa scelta per la sovrapposizione del suo segmento con quello di Eddy Merckx, risultando così privato di successi che, senza il belga, avrebbe sicuramente ottenuto. Non sono assolutamente d'accordo con questa tesi per due motivi: il primo viene dalla mancanza di controprova e se la dottrina del "se" viene considerata aleatoria per gli altri, lo stesso deve valere per Gimondi; il secondo mi viene dal ricordo e dall'oggettività dei comportamenti sulla strada, nel momento in cui il bergamasco s'è trovato a correre senza Merckx. Analizzando il peso di quest'ultimo motivo, scopriamo delle curiose risultanze che tendono a ribaltare anche l'ottimistica previsione del "se". Dico subito che il miglior Gimondi o quello che mi è piaciuto di più, è il primo, fra il 1965 e il 1968, quando si doveva giocare le vittorie con un ventaglio di avversari e non col solo belga. Lì attaccava, certo dietro i suggerimenti e le spinte di gregari come non ha avuto nessuno fra gli italiani e, soprattutto, per la sicurezza che gli veniva da un Adorni a lui votato anche troppo, nonché dal suo storico nocchiero Pezzi. In altre parole, un corridore che faceva fruttare il suo potenziale spesso superiore, ma non brillava per acume tattico e per inventiva personale. Non serviva crescere, perché c'erano gli altri a pilotarlo come meglio non si poteva per le sue caratteristiche e   straordinarie qualità. Quindi un grande e fortissimo campione, ma pure fortunato ad avere un simile contorno. 

Ha vinto la sua miglior corsa di sempre in quel periodo, il Tour de France, a 23 anni, superando uno dei più sfortunati ed incredibilmente sottostimati corridori della storia come Raymond Poulidor, giocando involontariamente, agli inizi, sul fattore sorpresa e poi mostrando le sue doti di campione primario. Per Felice, in taluni momenti si fecero in quattro gli antichi splendori di coequipier, di uno che aveva dovuto imparare a convivere e pure vincere, qualche volta, con corridori di grande levatura nonché superiori a "PouPou", come Arnaldo Pambianco. E non lo dico perché gli sono amico, ma solo perché ho imparato ad apprezzare nelle vittorie di taluni, il valore peculiare recitato dai compagni del vincente. Soprattutto, quando in questi insisteva la generosità accompagnata da qualità come il bertinorese aveva dimostrato di possedere. Ed uno come Gimondi, andava assistito più di quasi tutti fra i maggiori della storia del pedale. Il bergamasco poi, ha mostrato la sua compiutezza di campione vincendo, nel 1966, in una settimana, la Roubaix, corsa che sembrava stampata sulle sue caratteristiche, nonché la gara delle capitali, la Parigi Bruxelles, giocando molto su quei fattori di fatica che, da soli, fanno la differenza. Anche qui, poté sfruttare la sempre presente opera di consigliere in corsa, di un certo Adorni. Proprio quest'ultimo, circa sei mesi dopo, gli regalò sul piatto d'oro, la “Classica delle foglie morte”, ovvero il Giro di Lombardia, frenando ai limiti o aldilà della squalifica, sulla volata decisiva nella pista di Como, il ragazzine belga con la faccia da cinesino che aveva già vinto la Sanremo, proprio Eddy Merckx. Ci sono riporti fotografici innegabili, ma allora andava bene tutto e, ripeto, gli italiani che sui campi della vita del nazionalismo portano poco, lo riscoprono fino al grottesco per non dire peggio, quando di mezzo c'è lo sport. Nazionalismo che si concretizzò, indipendentemente dai colori delle maglie di marca, nel Giro '67, quando, per favorire la vittoria del bergamasco sul vecchio Anquetil, i migliori italiani fecero tutti corsa per Felice nella tappa di Tirano. Sia chiaro, vinse il più forte, ma non parliamo di Gimondi come di un campione sfortunato, per favore. Bene, pur con le mie impopolari osservazioni (visto il tifo quasi calcistico che Gimondi ha raccolto), credo che insistano elementi di oggettività innegabili: quello è stato il Felice più convincente, semplicemente perché, consigliato o meno, osava. Poi, quando arrivò il miglior Merckx, a differenza degli altri, il bergamasco fece dell'inseguimento un teismo. Certo, era comunque significativo giungere secondi, lo è sempre stato anche quando il primo non si chiamava Merckx, ma almeno ogni tanto provare a vincere, affrontando di petto il presunto invincibile, poteva rendere più brillante una carriera. Almeno ai miei occhi. Invece, Gimondi, si tramutò in un nobile spazzino che raccoglieva quello che il comunque umano Eddy, per errore o cedimento, lasciava per strada. E dire che gli altri, dagli specialisti delle corse di un giorno, a quelli più bravi nei grandi giri, più o meno tutti provarono a battere il belga, ma uno scatto in faccia di Gimondi su Merckx, era così raro da valere l'intero patrimonio di Zio Paperone. 

Ma c'è un altro aspetto da evidenziare.
Quando Merckx non c'era o veniva cacciato, come nel caso del Giro '69, come vinceva il bergamasco? E poi vinceva sempre come qualcuno con memoria offuscata sostiene? Il Tour del 1967, ad esempio, non era forse alla portata di uno che aveva vinto il Giro d'Italia, eppure Felice si sciolse con un irriverente decimo posto finale, certo illuminato da giorni da gran campione come quelli di Briancon e, soprattutto, del Puy de Dome, ma con troppe sbavature e cedimenti che parevano nati dalla mancanza di un riferimento. Nel Giro '69, con Eddy Merckx squalificato ed i giochi in gran parte già fatti a suo favore, chiuse senza vincere una tappa, traballando in continuazione al cospetto di avvrsari lontani. Ricordo bene le paure dei tifosi gimondiani davanti al video, il giorno dell'attacco di un insicuro per antonomasia come Michelotto a Cavalese. Insomma, una vittoria concepita quando c'era Merckx e lui era secondo e poi colta con fare non di certo da dominatore. E che dire del Giro del 1971? Eddy assente e Felice sopraffatto in un cast di partecipanti che non eccelleva di certo. Gli mancava il riferimento da seguire. Staccare Pettersson, Van Springel, Colombo, Galdos, Vianelli e Schiavon, era troppo complicato, dunque. Infatti, vinse due tappe allo sprint. Nel '74, col "Cannibale" meno preparato e pronto di sempre, che fece il bergamasco? Lo attaccò? Manco per idea, si compose e si dipanò come sempre nel ruolo siamese d'inseguitore e siccome il belga non era quello degli anni precedenti, gli arrivò più vicino, ma terzo, dietro un ragazzino di 21 anni, Baronchelli, che provò a vincere. Però, mica fece poco, superò quel Fuente anch'egli proiettato a vincere qualcosa di più delle 5 tappe che conquistò... Anche il Giro del 1975, non vedeva Merckx alla partenza, ed infatti il Gimondi, non sapendo chi inseguire non vinse, giunse terzo, strabattuto da due superman come Bertoglio e Galdos. Insomma, per chi dice che il suo palmares è stato totalmente ridimensionato dalla presenza del Cannibale, si vada a rivedere la storia e non sarà più così sicuro di una simile tesi. Qualcuno dirà che c'è il Giro del '76 a dimostrare la grandezza di Gimondi, ma nessuno di chi la pensa come me (e sono tanti, specie fra i corridori di quel tempo), ha mai sostenuto che il bergamasco non fosse grande, semmai queste osservazioni servono per far capire che il suo tratto è stato ingigantito e che la teoria del "se" è sempre miope. La terza maglia rosa, Gimondi la vinse in un Giro dove i grandi nomi erano in declino ed i giovani per un motivo o per l'altro appannati, quanto basta per costruire un'edizione al rallentatore (basta guardare alla media, ovvero alla più bassa dell'era moderna), ma c'era Merckx, certo coi cerotti, il termometro e il collare, ma c'era, e questo era per "l'inseguitore" assai rassicurante. Non è finita, perché a Bergamo col belga De Muynck in rosa, si vide una scorrettezza che il sottoscritto non dimenticherà mai: Johan a terra sanguinante e gli altri ad attaccare. Un "giretto" insomma, che, nonostante tutto non cambia il giudizio su Gimondi. E vengo rapidamente alle corse di un giorno. Stessa falsariga: gli altri provavano a battere il Cannibale e il bergamasco l'inseguiva, non  raccogliendo nulla, perché quando Merckx lasciava per strada qualcosa, a raccogliere non era Gimondi. Poi quando ai Mondiali del '71 arrivò secondo, ma assieme al belga, l'osservatorio sempre tinto di nazionalismo ed esageratamente gimondiano del tempo, fu subito pronto a gridare che il bergamasco era il numero due. Senza vincere una classica che sia una, il "numero due", finalmente raccolse il Mondiale di Barcellona, con Merckx presente e battuto prima ancora che da Gimondi, da Maertens: Freddy l'andò a riprendere nel tentativo solitario portandosi presso "l'inseguitore" e Ocana, ed il Cannibale si vendicò raggirandolo nello sprint, così vinse Gimondi. Il Lombardia di quaranta giorni dopo sappiamo che fu vinto da Gimondi per squalifica di Merckx e la Sanremo del '74 resta l'unica grande vittoria in solitaria del bergamasco, dopo il primo biennio fra i prof. Morale: Gimondi è stato un grande campione, uno dei più grandi del nostro ciclismo, per completezza di curriculum e qualità atletiche, ma su di lui si sono concentrati giudizi che dimenticano troppi aspetti e sovrastimano il vinto. Come insegnano altri sport, non sempre chi arriva secondo dietro un vincitore considerato imbattibile, è più forte del terzo, o del quarto o del quinto. Nel caso di Gimondi, si sono dipinte vittorie a prescindere, perlomeno in numero maggiore a quelle realmente vinte, solo perché c'era un super che si considerava fuori ruolo. La storia e gli anni che passano, spesso, sono onesti ed insegnano. Per me, "l'inseguitore" del Cannibale, non è stato migliore di Fiorenzo Magni.
 
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RE: Alla Lavagna! Interroghiamo...HIKO - da sito - 23-11-2013, 12:35 PM
RE: Alla Lavagna! Interroghiamo...HIKO - da Hiko - 23-11-2013, 03:34 PM
RE: Alla Lavagna! Interroghiamo...HIKO - da Hiko - 24-11-2013, 12:39 PM
RE: Alla Lavagna! Interroghiamo...HIKO - da Dan97 - 24-11-2013, 01:43 PM
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RE: Alla Lavagna! Interroghiamo...HIKO - da Hiko - 30-11-2013, 12:09 PM
RE: Alla Lavagna! Interroghiamo...HIKO - da Hiko - 06-04-2017, 08:29 PM
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RE: Alla Lavagna! Interroghiamo...HIKO - da Hiko - 08-04-2017, 10:36 AM
RE: Alla Lavagna! Interroghiamo...HIKO - da Hiko - 08-04-2017, 04:03 PM
RE: Alla Lavagna! Interroghiamo...HIKO - da Hiko - 08-04-2017, 11:06 PM
RE: Alla Lavagna! Interroghiamo...HIKO - da Hiko - 09-04-2017, 07:09 PM
RE: Alla Lavagna! Interroghiamo.......Morris in quarantena - da Morris - 10-05-2020, 01:17 AM
RE: Alla Lavagna! Interroghiamo....... - da Gerro - 08-01-2022, 12:03 PM

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