
Classiche delle Ardenne: le ambizioni degli italiani tra Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi

Una veduta di un tipico paesaggio delle Ardenne - © BettiniPhoto
Messa una pietra sulle classiche del pavé, la stagione del nord prosegue con il Trittico delle Ardenne: nella prossima settimana infatti si disputeranno, una dopo l'altra, l'Amstel Gold Race (17 aprile), la Freccia Vallone (20 aprile) e infine la Liegi-Bastogne-Liegi (24 aprile). Profondamente diverse dalle corse disputate finora, le classiche delle Ardenne strizzano maggiormente l'occhio alle ambizioni dei corridori italiani - non che ci volesse molto! - rispetto ai percorsi aspri e sconnessi delle Fiandre. Analizziamo le possibilità dei nostri ragazzi nelle tre giornate di gara.
L'Amstel Gold Race
Spesso e volentieri la corsa della birra non ha risparmiato esiti incerti e vincitori a sorpresa. Questa edizione in particolare potrebbe diventare difficilmente controllabile: Alejandro Valverde ha già annunciato la sua rinuncia ad essere alla partenza, mentre la presenza di Philippe Gilbert è in forte dubbio dopo la frattura di un dito avvenuta pochi giorni fa. Mancheranno così due leader, ancor prima che tecnici, dal forte carisma; a cui bisogna aggiungere la situazione complicata in cui si trova Michael Matthews, dato favoritissimmo dai pronostici, che per questo potrebbe essere messo in mezzo da tutti i suoi principali rivali.
Per i nostri colori l'Amstel potrebbe rappresentare una grossa opportunità: fiutare l'azione giusta, annusare gli attaccanti più in palla... e in un attimo potremmo ritrovarci sul Cauberg a giocarci il primo posto! Il nome più caldo non può essere che quello di Enrico Gasparotto, ultimo vincitore nostrano datato 2012. Gasparotto ha dimostrato un'ottima condizione alla Freccia del Brabante (2°), anche se non potrà contare di un grande supporto da parte della sua squadra. In caso di volata, invece, Sonny Colbrelli rappresenta il prototipo ideale per un arrivo del genere: il discorso podio però potrebbe essere ancora prematuro, anche se alla Sanremo ha già fatto vedere cosa sia in grado di fare. Molto interessante la coppia della Trek-Segafredo formata da Niccolò Bonifazio e Fabio Felline. Il primo, in uno sprint ristretto, può tranquillamente trionfare: il problema sarà tenere botta sul Cauberg. Il secondo è molto più affidabile in questo senso, ma contro i Matthews o i Coquard potrebbe patire le maggiori velocità di punta.
La Freccia Vallone
La Freccia è la stessa di sempre, anche se dallo scorso anno si è provato a movimentare il finale con l'inserimento della Côte de Cherave (1,3 km al 8,1%). Senza successo, almeno per adesso. Se solitamente si tratta di un arrivo conosciuto e - per quanto possibile - prevedibile, quest'anno potremmo assistere ad un vuoto di potere una volta giunti su Huy: Joaquim Rodriguez è in netto e naturale calo, Alejandro Valverde ha la testa verso altri obiettivi (la Liegi, i tre Grandi Giri, le Olimpiadi); Julian Alaphilippe viene da una difficile prima parte di stagione a causa della mononucleosi che gli ha complicato la preparazione, mentre Sergio Henao resta uno dei maggiori specialisti dei piazzamenti (ma non delle vittorie!).
Un bene per gli italiani? In teoria sì, in pratica no. Perché le nostre fila non è che pullulino di scattisti. L'uomo forte dovrebbe essere Diego Ulissi, già 9° nel 2012 e autore di un buon avvio di 2016 tra gennaio e febbraio. Per Fabio Felline si dovrebbe trattare di un arrivo troppo difficile, mentre Fabio Aru si trova maggiormente a suo agio su salite lunghe. Interessante l'opzione Diego Rosa, che, da buon biker, si esalta quando le pendenze cominciano a gravitare attorno al 20%.
La Liegi-Bastogne-Liegi
La Decana delle classiche, arrivata alla sua 102a edizione, rimane la corsa più attesa e la desiderata di tutto il trittico delle Ardenne. Quest'anno è stata aggiunto un nuovo strappetto nel finale, la Côte de la Rue Naniot, che potrebbe però rendere ancor più bloccata la corsa. Le ultime annate infatti hanno visto una Liegi che si è decisa nelle ultime fasi, andando così a favorire i corridori dallo scatto bruciante.
Pessima notizia per i nostri ragazzi, che contro corridori del calibro di Alejandro Valverde, vincitore uscente e tre Liegi in palmares, Daniel Martin, vero specialista e vincitore di una Liegi e mezza (nel 2013 e, se non fosse scivolato all'ultima curva, nel 2014), Philippe Gilbert, sua la Liegi del 2011), Simon Gerrans, 1° nel 2014, Joaquim Rodriguez possono opporre poca resistenza in fatto di repentini cambi di ritmo ed attacchi improvvisi.
La nostra carta vincente non può che essere Vincenzo Nibali, già 2° nel 2012 alle spalle del futuro compagno di squadra (poi fermato per una positività all'EPO) Maxim Iglinsky. Quest'anno però è parso formidabile nelle salite lunghe, un po' meno per quanto riguarda strappetti e percorsi mossi. Imprevedibili sia Fabio Aru che Diego Rosa: sarà possibile sbilanciarsi dopo averli visti all'opera tra Amstel e Freccia, anche se alla Liegi sarà tutta un'altra storia. Domenico Pozzovivo invece può rivelarsi il nostro outsider più pericoloso, forte di due top ten (5° ed 8°) nelle ultime due edizioni della Liegi. Potrebbe essere un buon nome anche quello di Enrico Gasparotto, mentre i vari Diego Ulissi, Fabio Felline - nonostante i grandi miglioramenti ottenuti da quando è in Trek -, Enrico Battaglin sembrano ancora troppo acerbi per una Monumento come la Decana.
a cura di Gilberto Cominetti