24-05-2015, 07:55 AM
Gatti&Misfatti: Cretini di tutta Italia, datevi una mossa
Questa crono è stata una clamorosa autorete
Caro Mauro, nel senso di Vegni. A ottobre, presentando il nuovo Giro, mi hai assicurato che questa cronometro di Valdobbiadene non si sarebbe rivelata eccessiva, esagerata, mostruosa. Sessanta chilometri non li infligge più nemmeno il Tour? Ma questa non è una cronometro da Tour, mi hai spiegato. Il percorso è nervoso, ha tanta salita, gli scalatori non saranno troppo penalizzati. Vedrai, ne riparliamo a maggio…
E’ maggio, riparliamone. Con la passione e la serenità che condividiamo tutti quanti qui al Giro, lascia che ti rinfacci questa scelta. Oggi più di allora voglio dirti che in un solo giorno sei riuscito nell’impresa di rovinare un percorso fantastico. Davvero, non lo dico per attenuare le accuse: prima e dopo questa cronometro, hai disegnato un Giro magnifico. Divertente, mosso, mai noioso. Difficile, senza essere massacrante (caso mai, massacrante lo stanno rendendo i corridori con il loro impegno e le loro andature).
Purtroppo però i giudizi sono complessivi: se una squadra gioca benissimo tutta una finale, ma a un certo punto il difensore devia di testa nella propria porta, inevitabile perdere per autogol. Ecco, questa tua fissa della megacrono ha tutti i connotati dell’autogol, clamoroso e fatale. Basta vedere i distacchi e la nuova classifica, alla prova dei fatti: se ancora riesci a dirmi che questa crono extralarge non è poi così pesante, mi chiedo quale tappa possa essere definita folle ed esagerata. Dimmi tu.
Dal mio punto di vista, io vedo che adesso partiamo verso le prime montagne vere con il Giro demolito. Basta vedere i distacchi (e tu pensa se Contador non cadeva a Jesolo…). E’ questo che sognavi, caro Mauro, disegnando il tuo bellissimo Giro? Davvero non sarebbero bastati 40 chilometri? Davvero non avresti preferito affrontare le Alpi con qualche avversario in più a ridosso di Contador? Che Giro porterai in giro adesso, nella terza settimana, da sempre la più bella? Riesci a immaginare la noia e il disinteresse?
Sul palco Rai, sento dire Pier Bergonzi che “come abbiamo visto in questo Giro può succedere di tutto”. Non so che cosa intenda il vicedirettore della Gazzetta: forse spera che da qui a Milano saltino fuori altri cretini contromano con la bici a scatto fisso e fotografi col cannone di fuori? Se per “tutto è possibile” intendiamo un Tir di traverso, lasciamo apertissimo il Giro. Ma sinceramente mi sembra umorismo involontario.
La realtà è molto semplice e brutale: Contador sta lì davanti perché è un gigante tra i nani, ma ci sta con questo distacco, prima delle montagne, proprio grazie a una cronometro demenziale. Non voglio fare il profeta di sventure, ma con questa botta di Valdobbiadene rischiamo oltre tutto di vedere sfrondato pesantemente il gruppo, ormai svuotato e demotivato, direi quasi giustiziato. No, non mi stupirei proprio che dopo i Boonen e i Matthews andassero a casa anche i Porte, i Gilbert e compagnia cantante. Qui è come quando si chiudono gli ombrelloni a ferragosto perché è già arrivato l’autunno in anticipo.
Ti chiedo, caro Mauro: è eccitante tutto questo, quando ancora il vero Giro non è neppure cominciato? E vorrei essere molto chiaro: non sto parlando così (da ottobre) perché la tua scelta svantaggia gli italiani, non sono di questa pasta. Io parlo così solo a difesa del bene supremo che si chiama Giro, non mi importa chi ci guadagna e chi ci perde. Se posso, lo considero un puro discorso estetico. Niente di diverso.
Ormai è andata, comunque. Indietro non si torna. Ci sorbiremo quest’altra metà di Giro in muta rassegnazione, con Albertone Contador a giocare per strada. Prima ancora di cominciare, il suo lavoro è già finito. Caro Mauro, complimenti per il capolavoro.
Come dice Bergonzi, però, attenzione: in questo Giro tutto può succedere. Come no. Cretini di tutta Italia, datevi una mossa.
di Cristiano Gatti per tuttobiciweb.it
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pag...&cod=79865
Questa crono è stata una clamorosa autorete
Caro Mauro, nel senso di Vegni. A ottobre, presentando il nuovo Giro, mi hai assicurato che questa cronometro di Valdobbiadene non si sarebbe rivelata eccessiva, esagerata, mostruosa. Sessanta chilometri non li infligge più nemmeno il Tour? Ma questa non è una cronometro da Tour, mi hai spiegato. Il percorso è nervoso, ha tanta salita, gli scalatori non saranno troppo penalizzati. Vedrai, ne riparliamo a maggio…
E’ maggio, riparliamone. Con la passione e la serenità che condividiamo tutti quanti qui al Giro, lascia che ti rinfacci questa scelta. Oggi più di allora voglio dirti che in un solo giorno sei riuscito nell’impresa di rovinare un percorso fantastico. Davvero, non lo dico per attenuare le accuse: prima e dopo questa cronometro, hai disegnato un Giro magnifico. Divertente, mosso, mai noioso. Difficile, senza essere massacrante (caso mai, massacrante lo stanno rendendo i corridori con il loro impegno e le loro andature).
Purtroppo però i giudizi sono complessivi: se una squadra gioca benissimo tutta una finale, ma a un certo punto il difensore devia di testa nella propria porta, inevitabile perdere per autogol. Ecco, questa tua fissa della megacrono ha tutti i connotati dell’autogol, clamoroso e fatale. Basta vedere i distacchi e la nuova classifica, alla prova dei fatti: se ancora riesci a dirmi che questa crono extralarge non è poi così pesante, mi chiedo quale tappa possa essere definita folle ed esagerata. Dimmi tu.
Dal mio punto di vista, io vedo che adesso partiamo verso le prime montagne vere con il Giro demolito. Basta vedere i distacchi (e tu pensa se Contador non cadeva a Jesolo…). E’ questo che sognavi, caro Mauro, disegnando il tuo bellissimo Giro? Davvero non sarebbero bastati 40 chilometri? Davvero non avresti preferito affrontare le Alpi con qualche avversario in più a ridosso di Contador? Che Giro porterai in giro adesso, nella terza settimana, da sempre la più bella? Riesci a immaginare la noia e il disinteresse?
Sul palco Rai, sento dire Pier Bergonzi che “come abbiamo visto in questo Giro può succedere di tutto”. Non so che cosa intenda il vicedirettore della Gazzetta: forse spera che da qui a Milano saltino fuori altri cretini contromano con la bici a scatto fisso e fotografi col cannone di fuori? Se per “tutto è possibile” intendiamo un Tir di traverso, lasciamo apertissimo il Giro. Ma sinceramente mi sembra umorismo involontario.
La realtà è molto semplice e brutale: Contador sta lì davanti perché è un gigante tra i nani, ma ci sta con questo distacco, prima delle montagne, proprio grazie a una cronometro demenziale. Non voglio fare il profeta di sventure, ma con questa botta di Valdobbiadene rischiamo oltre tutto di vedere sfrondato pesantemente il gruppo, ormai svuotato e demotivato, direi quasi giustiziato. No, non mi stupirei proprio che dopo i Boonen e i Matthews andassero a casa anche i Porte, i Gilbert e compagnia cantante. Qui è come quando si chiudono gli ombrelloni a ferragosto perché è già arrivato l’autunno in anticipo.
Ti chiedo, caro Mauro: è eccitante tutto questo, quando ancora il vero Giro non è neppure cominciato? E vorrei essere molto chiaro: non sto parlando così (da ottobre) perché la tua scelta svantaggia gli italiani, non sono di questa pasta. Io parlo così solo a difesa del bene supremo che si chiama Giro, non mi importa chi ci guadagna e chi ci perde. Se posso, lo considero un puro discorso estetico. Niente di diverso.
Ormai è andata, comunque. Indietro non si torna. Ci sorbiremo quest’altra metà di Giro in muta rassegnazione, con Albertone Contador a giocare per strada. Prima ancora di cominciare, il suo lavoro è già finito. Caro Mauro, complimenti per il capolavoro.
Come dice Bergonzi, però, attenzione: in questo Giro tutto può succedere. Come no. Cretini di tutta Italia, datevi una mossa.
di Cristiano Gatti per tuttobiciweb.it
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pag...&cod=79865