Minima riflessione sull'arte pubblica
L'arte non ha una vocazione prettamente elitaria, anche se così può sembrare per la deviazione mentale che è stata creata in noi prima dai romantici dell'Ottocento e successivamente dagli speculatori finanziari che hanno portato alcune singole opere, che bene o male sono e restano manufatti artigianali, a valere cifre semplicemente impossibili da pensare per una persona comune.
Non più quadri o sculture, ma oggetti sacri, oltreumani, inarrivabili.
L'arte ha due dimensioni: pubblica e privata. E no, l'arte pubblica non è quella di cui si può fruire entrando in un museo e pagando un biglietto, è quella nata per essere vista da chiunque senza limitazioni.
Arte pubblica è quella nelle chiese: lì i ricchi committenti si facevano raffigurare nelle pale d'altare inginocchiati vicini ai santi e la stima di questi ricchi personaggi si accresceva nel popolo.
Arte pubblica sono le statue equestri (e non) degli imperatori e dei tiranni.
Arte pubblica sono le pareti affrescate delle case dei nobili. Le piogge acide hanno distrutto praticamente tutto, ma esistevano pittori, come Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze (prima metà XVI secolo), specializzati in questo specifico settore.
L'Ottocento, la fine dell'antico regime, la nascita dei musei Napoleonici, il Romanticismo e l'idea dell'artista mistico e dannato hanno in parte ridimensionato il ruolo dell'arte pubblica, specialmente di quella di matrice ecclesiastica. Sopravvivono invece le sculture celebrative di tiranni ed eroi.
Nell'Italia appena unita affiorano come funghi i monumenti a supposti personaggi unificatori della nazione (Dante) e, a qualche decennio dalla loro morte, anche agli eroi del risorgimento tocca spesso una statua.
Un nuovo boom di pitture pubbliche si ha con gli anni '30 del Novecento.
Stati Uniti: la recessione economica iniziata nel 1929 spinge il nuovo presidente Franklyn D. Roosvelt ad attivare dei piani di interventi pubblici che possano consentire ai cittadini una maggiore sicurezza di occupazione . I pittori sono considerati, giustamente, alla stregua di qualsiasi altro lavoratore e conseguentemente vengono indetti concorsi per abbellire con pitture murali
università, scuole, stazioni, i primi aeroporti e altri edifici pubblici frequentati quotidianamente dalle masse.
Anche gli artisti stranieri, se residenti negli USA, potevano partecipare. Il più famoso tra questi è certamente Diego Rivera il quale non si tira indietro dall'elogiare pittoricamente il comunismo sovietico entro i confini statunitensi. Raffigura anche scene di storia americana particolarmente violenta e divisiva: in
The Civil War (opera distrutta, già a New York, New Workers' school) è mostrata l'impiccagione dell'antischiavista John Brown, mentre in basso Rockefeller si arricchisce con la vendita delle armi della guerra di secessione.
Europa: l'Italia fascista è in prima linea per la promozione di arte pubblica. Il pittore Mario Sironi, fedelissimo del regime, è il principale artista chiamato a celebrare la "nuova" Italia corporativa.
Prendo ad esempio un altro affresco distrutto:
![[Immagine: 562f892e34502247099273dd51cd5b72.jpg]](https://minerva.manchester.ac.uk/dialectics-of-modernity/files/original/562f892e34502247099273dd51cd5b72.jpg)
Mario Sironi, Il lavoro, già Milano, Palazzo della Triennale.
(Il capitolo sulle arti e il fascismo è veramente amplissimo e non me la sento di trattarlo ora... consiglio questa valida e agile pubblicazione a chi fosse interessato:
https://www.giunti.it/catalogo/le-arti-e...8809774704 )
Passata la seconda guerra mondiale, la pittura pubblica è andata piano piano perduta. E' rimasta come street art, dalla matrice spesso polemica, prima reietta, poi piano piano accettata.
Banksy è il punto terminale di un percorso di rinata accettazione dell'arte pubblica, ma ora le sfumature sono molto cambiate. Banksy non è chiamato ad abbellire luoghi aperti a tutti.
Banksy resta nell'anonimato poiché cerca di mantenere la matrice polemica e reietta della street art, è critico verso la musealizzazione, ma nel frattempo consente la realizzazione di mostre a lui dedicate con quantità di visitatori impressionanti. Ci sono delle incongruenze in tutto questo. E sicuramente lui si sta trovando nel momento storico giusto.