25-07-2015, 07:53 PM
Cominciamo dagli uomini di classifica
Chris Froome: 9.5
Parte con poca credibilità, viene definito un ingranaggio molto fragile. Dimostra però nella prima settimana di saper correre e di saper stare in bicicletta in tutte le situazioni. Non a caso prende molto presto la maglia gialla e corre guardando i big dietro di sé. Vittoria sensazionale sul primo arrivo in salita, come due anni fa il Tour sembra chiuso e cadono le patetiche accuse di doping che, "stranamente", erano scomparse l'anno scorso. Si dimostra tuttavia umano nelle tappe successive in cui si piega dinanzi a un talentuosissimo scalatore colombiano. Vince il Tour de France, nonostante non potesse usufruire granché delle cronometro, ma comunque dando dimostrazione di solidità e di forza.
Nairo Quintana: 8.5
Tre settimane fa un podio era l'obiettivo minimo. Arriva secondo, senza però nessun risultato particolare. Quello che conforta è che dimostra delle gambe eccezionali che lo consacrano il miglior scalatore del Tour de France 2015. Forse un po' bloccato dalle costantemente scandalose tattiche di squadra, non è mai veramente in lotta per la maglia gialla, ma dimostra che ha le gambe per essere considerato uno dei favoriti principali per ogni corsa a tappe. Peccato, il percorso era ideale per lui.
Alejandro Valverde: 8
Nonostante atteggiamenti tattici molto discutibili che ormai da anni lo contraddistinguono, coglie il suo primo podio in carriera dimostrando una certa solidità e costanza in salita.
Vincenzo Nibali: 5
Se tre settimane fa gli avessero detto che avrebbe concluso fuori dal podio e avrebbe vinto una tappa, credo sicuramente che sarebbe rimasto molto deluso. Esce dai giochi che più contano nella prima settimana a causa di una condizione fisica incomprensibilmente deludente, ma cresce col passare dei giorni. Sfrutta la sua posizione in classifica per aggiudicarsi una tappa con una bellissima impresa, per poi pagare - complice la sfortuna - il giorno dopo. Ha ancora diverse occasioni per provare a dimostrare che la vittoria dello scorso anno non era solo fortuna.
Alberto Contador: 5.5
Il suo approccio alle corse a tappe è davvero lodevole e regala prontamente spettacolo lanciandosi in tentativi molto lontano dal traguardo. Purtroppo questi tentativi hanno vita breve, forse per mancanza di convinzione o più probabilmente per mancanza di gambe. In salita si dimostra decisamente inferiore ai primi 3, complice sicuramente il Giro d'Italia vinto recentemente. Il suo obiettivo, comunque, non era sicuramente il quinto posto. È dal lontano 2009 che non vince tappe né sale sul podio al Tour de France.
Tejay Van Garderen: 8
Tiene molto bene e grazie a un inizio Tour molto positivo per lui e la sua squadra, nutre speranze di podio. Sfortunato nell'ammalarsi e nel concludere la corsa anzitempo. Un abbraccio.
Mathias Frank: 9
Arriva al Tour con speranze poco credibili di Top 10 e dopo i Pirenei, corsi con costanza, entra intelligentemente in alcune fughe sulle Alpi per rientrare in classifica e tenere duro per poi concludere all'ottavo posto finale. Dopo 16 anni, uno svizzero conclude la Grande Boucle nei primi 10. Bravo.
I francesi: 4.5
Partono con speranze di podio, salvo poi uscire di classifica uno dopo l'altro già dopo le prime difficoltà altimetriche del Tour. Pinot e Bardet gettano al vento la vittori al traguardo di Mende coinvolti in un'eccessiva surplace, ma si mettono entrambi in evidenza nelle tappe di montagna sia inseguendo la maglia a pois, sia diventando il terzo francese consecutivo a vincere sull'Alpe d'Huez dopo Riblon e Rolland che interruppero un digiuno di 25 anni per il ciclismo francese.
Pubblico e organizzazione: 1
Come già ebbi modo di verificare due anni fa, l'organizzazione del Tour de France ha una gestione del pubblico durante le tappe decisamente insufficiente. Tralasciando fatti gravissimi come le moto che ostacolano un cambio di bici o che addirittura atterrano i corridori, l'organizzazione non è in grado di assicurare un passaggio sicuro dei corridori. In particolare lasciano che il pubblico esibisca atteggiamenti davvero deplorevoli nei confronti del corridore simbolo del Tour che veste la maglia gialla, senza prendere le giuste precauzioni. Io, fossi Froome, domani mi fermerei a 10cm dal traguardo per ritirarmi in segno di protesta verso tutti questi fatti. Purtroppo al giorno d'oggi bisogna avere molto coraggio a compiere un gesto simile visto che oltre la gloria personale, c'è troppo in ballo perché si possa verificare un fatto simile.
Chris Froome: 9.5
Parte con poca credibilità, viene definito un ingranaggio molto fragile. Dimostra però nella prima settimana di saper correre e di saper stare in bicicletta in tutte le situazioni. Non a caso prende molto presto la maglia gialla e corre guardando i big dietro di sé. Vittoria sensazionale sul primo arrivo in salita, come due anni fa il Tour sembra chiuso e cadono le patetiche accuse di doping che, "stranamente", erano scomparse l'anno scorso. Si dimostra tuttavia umano nelle tappe successive in cui si piega dinanzi a un talentuosissimo scalatore colombiano. Vince il Tour de France, nonostante non potesse usufruire granché delle cronometro, ma comunque dando dimostrazione di solidità e di forza.
Nairo Quintana: 8.5
Tre settimane fa un podio era l'obiettivo minimo. Arriva secondo, senza però nessun risultato particolare. Quello che conforta è che dimostra delle gambe eccezionali che lo consacrano il miglior scalatore del Tour de France 2015. Forse un po' bloccato dalle costantemente scandalose tattiche di squadra, non è mai veramente in lotta per la maglia gialla, ma dimostra che ha le gambe per essere considerato uno dei favoriti principali per ogni corsa a tappe. Peccato, il percorso era ideale per lui.
Alejandro Valverde: 8
Nonostante atteggiamenti tattici molto discutibili che ormai da anni lo contraddistinguono, coglie il suo primo podio in carriera dimostrando una certa solidità e costanza in salita.
Vincenzo Nibali: 5
Se tre settimane fa gli avessero detto che avrebbe concluso fuori dal podio e avrebbe vinto una tappa, credo sicuramente che sarebbe rimasto molto deluso. Esce dai giochi che più contano nella prima settimana a causa di una condizione fisica incomprensibilmente deludente, ma cresce col passare dei giorni. Sfrutta la sua posizione in classifica per aggiudicarsi una tappa con una bellissima impresa, per poi pagare - complice la sfortuna - il giorno dopo. Ha ancora diverse occasioni per provare a dimostrare che la vittoria dello scorso anno non era solo fortuna.
Alberto Contador: 5.5
Il suo approccio alle corse a tappe è davvero lodevole e regala prontamente spettacolo lanciandosi in tentativi molto lontano dal traguardo. Purtroppo questi tentativi hanno vita breve, forse per mancanza di convinzione o più probabilmente per mancanza di gambe. In salita si dimostra decisamente inferiore ai primi 3, complice sicuramente il Giro d'Italia vinto recentemente. Il suo obiettivo, comunque, non era sicuramente il quinto posto. È dal lontano 2009 che non vince tappe né sale sul podio al Tour de France.
Tejay Van Garderen: 8
Tiene molto bene e grazie a un inizio Tour molto positivo per lui e la sua squadra, nutre speranze di podio. Sfortunato nell'ammalarsi e nel concludere la corsa anzitempo. Un abbraccio.
Mathias Frank: 9
Arriva al Tour con speranze poco credibili di Top 10 e dopo i Pirenei, corsi con costanza, entra intelligentemente in alcune fughe sulle Alpi per rientrare in classifica e tenere duro per poi concludere all'ottavo posto finale. Dopo 16 anni, uno svizzero conclude la Grande Boucle nei primi 10. Bravo.
I francesi: 4.5
Partono con speranze di podio, salvo poi uscire di classifica uno dopo l'altro già dopo le prime difficoltà altimetriche del Tour. Pinot e Bardet gettano al vento la vittori al traguardo di Mende coinvolti in un'eccessiva surplace, ma si mettono entrambi in evidenza nelle tappe di montagna sia inseguendo la maglia a pois, sia diventando il terzo francese consecutivo a vincere sull'Alpe d'Huez dopo Riblon e Rolland che interruppero un digiuno di 25 anni per il ciclismo francese.
Pubblico e organizzazione: 1
Come già ebbi modo di verificare due anni fa, l'organizzazione del Tour de France ha una gestione del pubblico durante le tappe decisamente insufficiente. Tralasciando fatti gravissimi come le moto che ostacolano un cambio di bici o che addirittura atterrano i corridori, l'organizzazione non è in grado di assicurare un passaggio sicuro dei corridori. In particolare lasciano che il pubblico esibisca atteggiamenti davvero deplorevoli nei confronti del corridore simbolo del Tour che veste la maglia gialla, senza prendere le giuste precauzioni. Io, fossi Froome, domani mi fermerei a 10cm dal traguardo per ritirarmi in segno di protesta verso tutti questi fatti. Purtroppo al giorno d'oggi bisogna avere molto coraggio a compiere un gesto simile visto che oltre la gloria personale, c'è troppo in ballo perché si possa verificare un fatto simile.