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Milano - Sanremo 2014
#41
si ma bisogna pensare anche agli spettatori non abitudinari, un appassionato la guarda lo stesso la SanRemo, mettiti nei panni di un non-tifoso, dopo le Manie non succede niente fino ai meno 20. Non condivido la scelta ma è comprensibile. È anche giusto rendersi più attrattivi al nuovo che avanza. Un po' perplesso ma vedremo.
 
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#42
E ora dopo la partenza da Milano non succede nulla fino ai -30. Asd Ma nulla nulla proprio. Mentre dopo Le Manie invece c'erano tutti i discorsi su chi era attardato, su chi si era sganciato, sul fatto che qualcuno entra/esca ecc. A me piaceva parecchio il vecchio percorso, delle ultime Sanremo solo quella di Cav non m'è proprio garbata. Secondo me - se proprio si doveva cambiare - bisognava puntare più su un compromesso tra il "vecchio" e il "nuovo", così è stata fatta una scelta un po' troppo netta. Magari conquisteranno qualche spettatore occasionale in più, di sicuro io mi guarderò le partite finché non arriveremo nella fase clou Sese

(11-09-2013, 08:55 AM)ManuelDevolder Ha scritto:
(10-09-2013, 11:56 PM)SarriTheBest Ha scritto: Però davvero rendi tutto troppo superficiale; e mi verrebbe da dire anche banale, ma non vorrei esser troppo esagerato visto che comunque il finale è intrigante e aperto a tante soluzioni...

Banale e superficiale quanto vuoi, ma la parte finale viene pur sempre dopo 250 km di corsa, l'unica corsa a superare così di netto questa quota, quindi qualcosa deve pur succedere ed è giusto che se succede, debba essere nel finale.

Prossimo anno faranno quartier tappa ad Alassio, mettendo i corridori sui rulli per un 200 km e poi partenza per Sanremo. Tanto... Asd
 
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#43
Vabbè, ma anche te sei un essere alquanto triste, dimmi che cambia dal nulla cosmico del nuovo percorso fino ai meno 30 al nulla cosmico di novanta minuti di partita di serie B? Eheh

Uno conto è se stessimo discutendo di partite di Basket, ed allora ti capirei Sese

Ma qua si parla di "big match" come Virtus Lanciano - Juve Stabia, a 'sto punto meglio la Sanremo anche se non succede nulla Sese
 
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#44
Il problema è che la Sanremo, proprio dal 2013, è stata spostata alla domenica eh Sese Asd Asd
 
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[+] A 1 utente piace il post di SarriTheBest
#45
Vabbé allora sostituiamo Virtus Lanciano - Juve Stabia con Atalanta - Sassuolo, ma il risultato non cambia...

Ed il basket lo fanno dalle 19.00, quindi dopo la Sanremo...
 
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#46
Fottesega del basket Asd

Comunque:
Bologna - Cagliari
Catania - Juventus
Chievo - Roma
Inter - Atalanta
Lazio - Milan Sese
Napoli - Fiorentina Mmm
Parma - Genoa
Sampdoria - Hellas Verona
Torino - Livorno Sese
Udinese - Sassuolo
Sese
 
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#47
Pensa te, hai giocato per cinque anni in una squadra in cui ha militato anche Pozzecco e mi snobbi il basket per guardare il calcio dove il giocatore più forte che avete avuto è stato Ferrante...
 
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#48
Gilbert ha già scoperto la Pompeiana
Il campione del mondo pensa alla Sanremo

"Chi ha tempo, non aspetti tempo" dice l'adagio e Philippe Gilbert l'ha seguito alla perfezione: il campione del mondo, che si è ritirato dalla Vuelta e sta lavorando per rifinire la condizione in vista del mondiale di Toscana2013, infatti, oggi in allenamento è andato alla scoperta della Pompeiana, la nuova salita inserita nel percorso della Milano-Sanremo tra la Cipressa e il Poggio. Come dire che il buon Philippe sta già pensando alla Sanremo...

[Immagine: showimg.php?cod=61940&resize=10&tp=n]

tuttobiciweb.it
 
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#49
Abita Montecarlo, penso si alleni spesso nelle zone di Sanremo. Con il nuovo percorso diventa certamente uno dei favoriti (come se già non lo fosse) a patto che si prepari adeguatamente.
 
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#50
VOTO "NO" ALLA NUOVA SANREMO
«La Pompeiana mi ha creato una brutta depressione»

Capisco che ancora dobbiamo metabolizzare le vicende di fine stagione, ma io sento l’impellenza di portarmi avanti. C’è una questione che mi sta troppo a cuore, perchè possa aspettare altro tempo: la Milano-San­re­mo. Tempo fa, come se an­nunciassero un cambio d’abito, gli organizzatori hanno an­nunciato che sarà cambiato il percorso: dentro una salita prima del Poggio, la Pom­pe­ia­na, più lunga e più dura delle Manie. L’obiettivo sin troppo ovvio ed evidente è proclamato con molta convinzione: rendere la corsa più avvincente e più selettiva, mettendo in croce qualche velocista prima del finale.

Quando ho letto questa cosa mi è presa una brutta depressione. Ho cominciato a rimasticare i pensieri più malinconici. Pur­trop­po, devo dirlo senza giri di pa­ro­le, a me il cambiamento sem­bra una boiata pazzesca. Il cambiamento in sé e anche tut­ta la filosofia che ci sta dietro, questa fregola di rendere persino la Sanremo più difficile e meno imprevedibile.

Per inciso, non sono di quelli che chiedono cor­se facili per battere il doping: come dice sempre il direttore Stagi, corse alla portata di tutti inducono tutti a doparsi. In aggiunta, continuo a considerare un percorso du­ro e faticoso l’essenza stessa del ciclismo. Questo per dire che il mio no alla nuova San­re­mo non è ideologico e pregiudiziale, come direbbero a Montecitorio: no, è proprio legato alla corsa in sé e allo stravolgimento in sé.

Voto no alla nuova San­r­emo perché penso che la Sanremo sia un
gio­iello di famiglia. Uno dei po­chi. Uno degli ultimi. È un gioiello perché resta diversa da tutte le altre gare, nella sua noia per lunghe ore lungo la Riviera, per la sua imprevedibilità sul Poggio, per quei dieci minuti inimitabili di ve­ro thrilling che regala dalla ci­ma del Poggio al traguardo. Se­condo la logica tecnica e gri­gia dell’ortodossia è una corsa stupida, fatua, ingiusta. La chiamano terno al lotto. La considerano una follia. Eb­bene, voglio dirlo fino in fondo: tutti questi difetti che le attribuiscono, per me sono i pregi che la rendono unica al mondo. Nessuna come lei. E allora che vogliamo fare, stravolgerla per uniformarla a tutte le altre corse? Ma per scegliere il corridore più completo e più forte abbiamo già tutta una sequela di prove du­re, ciascuna a modo suo, dal Lombardia alla Liegi, dal Fiandre alla Roubaix: davvero non possiamo permetterci una giornata all’anno di stra­ordinaria follia?

Semel in anno licet in­sa­nire, una volta al­l’an­no è lecito impazzire, dicevano gli antichi an­dando al Carnevale. Allo stesso modo noi dovremmo go­derci la stravaganza della San­remo con il massimo gusto, senza menarla troppo con teoremi tecnici, ma assaporando gli attimi iripetibili di un me­nù pazzoide. Nessuno al mon­do può proporre qualcosa di simile: mi chiedo perché noi dobbiamo smussare, mortificare, snaturare, frustrare un pezzo tanto pregiato del no­stro made in Italy sportivo.

Temo di avere anche la risposta a questa do­manda. Temo che alla base di questo accanimento contro la Sanremo - fenomeno che peraltro dura già da qualche anno - ci sia l’appiattimento e la globalizzazione di questa nostra epoca, impegnatissima ad omologare tutto e tutti, chiudendo qualsiasi cosa dentro grigi standard universali, senza più spazio e tolleranza per la diversità, l’originalità, l’eccentricità. Anche nel ciclismo vince il grigiore delle esigenze televisive, degli schemi tecnici, del precotto e del precostituito. Ma davvero è così scandaloso se alla fine vince Cavendish, o Zabel, o Ci­pollini? Davvero è così inaccettabile che la corsa più lunga del mondo proceda mo­notonamente per sette ore e poi si risolva in un fulmineo bagliore finale?

So benissimo che anche questa della Sanremo va ad arricchire il faldone delle mie battaglie per­se. È già molto pesante. Ma non m’importa. Finché è possibile, io mi ribello. A quelli che compatiscono, a quelli che non capiscono, voglio destinare un’ultimissima domanda, un congedo per qualche serena riflessione. Chiedo: se la Sanremo non ha più motivo di sopravvivere, se anche la Sanremo deve diventare una corsa seria e vera, perché Mon­te Carlo si ostina a ospitare la Formula uno tra vetrine e sottoscala, perché Londra si ostina a ospitare il tennis sull’erba di Wimbledon? Mon­te Carlo avrebbe le risorse per farsi un circuito ipermoderno: se non oggi, certo in passato. E certo Londra po­trebbe tranquillamente piazzare sui suoi campi i materiali di ultimissima generazione, per un gioco più veloce e più preciso. Ma perché mai monegaschi e inglesi si ostinano invece a difendere i loro controsensi come patrimonio na­zionale, come valori supremi e intangibili della propria storia? Sono pazzi loro o siamo pazzi noi? Io dico solo questo: quando si vendono i gioielli di famiglia è un momento molto triste. È come non riconoscere più la famiglia. Noi non lo facciamo neppure per bisogno: lo facciamo solamente perché non siamo più in grado di comprenderne il va­lore.

Cristiano Gatti, da tuttoBICI di ottobre
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pag...63050&tp=n
 
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#51
Trovo ingiusto che Cristiano Gatti possa avere un'opinione, ed ancora più ingiusto che egli possa esprimerla...

Articolo che non dice nulla, parole messe là a casaccio tanto per...
 
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#52
Si parla della Pompejana come se fosse la morte definitiva di una classica.
Esagerati.
E' giusto che si provi con esperimenti di questo tipo, se verrà uno schifo si cambierà .

(si camberà? forse... Confuso ... cfr lombardia)

Personalmente credo che sia più utile una salita come questa rispetto alle Manie, l'inconveniente è che diventerà assai dura, e i velocisti una possibilità in almeno una delle 5 classiche monumento ce la devono avere.

Qui solo Degenkolb e Sagan possono resistere... forse anche Dèmare? Modolo? Mah.
 
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#53
Io invece sono d'accordo con Gatti per una volta, non c'era alcun bisogno di modificare il finale della Sanremo. Si poteva anche togliere Le Manie e basta. Perché bisogna per forza renderla più dura, è sempre stata una corsa per velocisti e non c'è motivo perché debba cambiare. Anche perché tutte le volte che negli ultimi anni si è arrivati in volata ci sono stati grandi vincitori, a parte Goss forse. Il nuovo percorso favorisce il Ciolek di turno, di certo non garantisce che a vincere sia un campione. Al pubblico non credo cambi niente, gli appassionati la Sanremo la guardano perché è la Sanremo, i non appassionati se capita la guardano sia che ci sia la Pompeiana, sia che non ci sia nulla. Tra l'altro col percorso vecchio, ma anche senza Manie, era una corsa apertissima, la più aperta del calendario. Così escludi Cavendish, Kittel, Greipel, che probabilmente neanche si presenteranno. Dove stanno i lati positivi?
 
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#54
Favorisci gli attaccanti, più attacchi uguale più possibilità di attirare lo spettatore occasionale, è una mossa di marketing...

In realtà non è mai stata una corsa per velocisti, con il passare degli anni e l'evolversi del ciclismo si è adattata agli sprinters...

I Ciolek, i Goss ed in misura minore Gerrans mi pare abbiano vinto con il vecchio percorso, io prima la vedo e poi giudico. Tra l'altro mi pare anche che i Cav, i Kittel ed i Greipel negli ultimi anni non ci siano nemmeno andati vicino a vincerla...
 
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#55
Cavendish l'ha vinta poi non si è più presentato perché è un bifolco, Kittel e Greipel con la preparazione giusta potrebbero vincerla però se li tagli fuori col percorso non ci provano neanche. Io preferisco avere al via da Cavendish a Nibali e poi vedere Nibali che cerca di fare la corsa dura e Cavendish che cerca di tenerla chiusa, senza escludere nessuna possibilità a priori. Sarà comunque una corsa bella, qualche anno verrà bellissima e altri meno, ma rimane il fatto che hai cambiato un finale che era lì da un sacco di tempo e non era assolutamente obsoleto. Il ciclismo è anche fatto di tradizione, non bisognerebbe cambiare le cose se non ce n'è un bisogno evidente
 
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#56
Milano - Sanremo 2010 11% di share, Milano - Sanremo 2012 8%...

Non ho trovato i dati del 2013, ma considerando lo spostamento alla domenica potrebbero essere pure peggio, mi pare un buon motivo per provare un cambiamento...
 
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#57
Un dato isolato così non significa nulla, ce ne vogliono altri per capire se è una tendenza solo della Sanremo oppure è un caso o una tendenza del ciclismo in generale. Comunque vedremo, dal punto di vista sportivo per me la corsa ci rimette
 
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#58
Non stiamo parlando di un GP Beghelli qualsiasi, stiamo parlando di una corsa che fa storia a se in Italia, il nome Milano-Sanremo è un brand riconosciuto tanto quanto il Giro d'Italia, un calo di oltre tre punti di share da un anno ad un altro(anche nel 2011 lo share era dell'11% ) vuol dire che c'è qualcosa che non va. Che poi il Giro d'Italia continua a stare abbondantemente sopra il 10%, quindi tanto un problema del ciclismo non è...
 
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#59
Passare da 12 a 10 non è come passare da 30 a 10, ci possono essere mille motivi casuali per cui è successo. Comunque se c'è un calo di ascolti in Italia al massimo è dovuto al fatto che gli italiani non sono più competitivi, non al percorso che non piace. Non pensassero che ora con la Pompeiana vincerà Nibali perché possono inserirci tutte le salite che vogliono ma continuerà ad essere molto improbabile che vinca un italiano, specialmente Nibali
 
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#60
No no, un calo del 3% in un anno è tanto tanto, e nel 2013 dovrebbe essere stato ancora peggio(non si trovano i dati, ma in quella fascia oraria Rai 3 faceva il 7% circa). Intanto - come ho detto prima - una salita in più vuol dire più attacchi e quindi più possibilità che lo spettatore occasionale facendo zapping si ritrovi nel bel mezzo di fase concitata della corsa che lo convince a non cambiare canale. E poi - ricollegandomi al tuo discorso - in Italia abbia più attaccanti che velocisti, una salita in più uguale più attacchi degli italiani, quindi è più facile che ci siano italiani in avanscoperta e dunque ci sono più possibilità che lo spettatore occasionale non cambi canale e resti a vedere come va a finire l'azione dell'italiano di turno...
 
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