"Non un uomo, ma: un bestione"
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Una stagione più che orribile ma nei 10 al Mondiale ci arriva lo stesso, per inerzia
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IL MORGAN DEL FORUM
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Il 2023 sarà la sua ultima stagione ai massimi livelli.
Nel 2024 penserà soprattutto alla MTB.
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27-01-2023, 07:59 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 27-01-2023, 08:02 AM da Hiko.)
Scelta saggia, sotto tanti punti di vista.
Spero ci sia il rammarico a fine stagione perché avrebbe fatto una grande stagione.
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"Non un uomo, ma: un bestione"
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Non sarebbe una sorpresa perché é una corsa che ha dimostrato di poter vincere nonostante il processo di saponificazione fosse già in corso.
Aspetto che darebbe anche la misura della corsa ma tralascio la questione perché oggi mi sento buono.
Invece sarebbe veramente molto spiacevole se si dimostrasse competitivo in corse serie.
Si che ormai 'sto circo di pagliacci ci ha abituato a tutto.
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Ferribotte
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Purtroppo si,la sua ultima vera stagione e' stata il 2018,poi ha fatto il minimo indispensabile,ma essendo un grandissimo qualche vittoria comunque e' arrivata......certo adesso e' ben lontano dai migliori,sa che non ha speranze contro i nuovi giovani,quindi meglio un ritiro che altri 3 o 4 anni a livello molto piu' basso sia come risultati che economicamente.
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GIORNALISTA MALGIOGLIO
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Il ciclismo era più bello quando Sagan era un infante (2010-2011).
L'entrata di Sagan nel prime, seppur non per causa sua, coincide con il declino totale delle due ruote.
Comunque non è mai stato il personaggio che hanno cercato di dipingere.
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Ritenete sia possibile che sul suo declino abbia influito pesantemente la caduta al Tour oppure è solo una coincidenza?
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(27-01-2023, 12:21 PM)jwill Ha scritto: Ritenete sia possibile che sul suo declino abbia influito pesantemente la caduta al Tour oppure è solo una coincidenza?
Sono in tanti a esserne convinti, ma io no.
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(27-01-2023, 11:46 AM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Il ciclismo era più bello quando Sagan era un infante (2010-2011).
L'entrata di Sagan nel prime, seppur non per causa sua, coincide con il declino totale delle due ruote.
Comunque non è mai stato il personaggio che hanno cercato di dipingere.
Costruito.
Costruito male peraltro, ma la procedura è stata sufficiente per darlo a bere al pubblico del ciclismo, che si beve qualunque cosa.
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È stato il ciclista che più mi ha fatto appassionare a questo sport. Ho esultato per ogni singola vittoria e il primo mondiale è uno dei momenti, per me, più belli di sempre.
Quindi da un lato sono triste che vada via. Però questi ultimi anni da ex corridore mi facevano veramente male. Quindi meglio così.
Sulla carriera é uno che le sue soddisfazioni se l'è prese, ma resterà sempre uno che poteva vincere di più,molto di più.
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Se ne andrà un corridore tanto talentuoso quanto erculeo, nato per correre istintivo, purtroppo piovuto nell’era sbagliata, dove il ciclismo e lo sport intero, si sono spianati sul peso ricercato oltre logica e nelle sostanze come mai nella storia. Se ne andrà da una disciplina che ha sicuramente aggiunto qualcosa di criminoso, passato sotto silenzi più simili al mafioso rispetto alla narrazione cruda, dove talune sue sconfitte, al pari di quelle di un collega altrettanto famoso, sono passate come tali, quando meritavano indagini ed inchieste, se non l’avvio di procedure penali. Se ne andrà un campione raro, che poteva vincere tanto di più, se fosse stato libero di recitare, senza dover soggiacere ad iniziali guide dal valore infimo, nonché ai freni di servizio verso il corridore nazionale e, da ultimo, quale fattore scatenante di declino più mentale che fisico, la stupida legge che impone il raggiungimento di un obiettivo nel Tour de France, anche a costo di una grave e probabile incrinatura del domani.
Un corridore che ha dovuto rispondere a lungo alle domande delle tastiere spente dell’oggi sulla sua diversità, col chiasma della sorda sudditanza dell’eguaglianza degli altri. Uno che è stato, ed è, considerato dagli snob (uno in particolare) di Cicloweb, come uno zotico, che non ha mai letto un libro, insomma un minus, quando il suo mestiere non era quello d’esser letterato o scienziato, ma di poter dipingere libero per un posto sempiterno da naif dello sport. Un naif che il denaro (troppo, immotivato e squilibrato nel vertice ciclistico odierno), ha reso confondente per un osservatorio, come quello del pedale, così capace di aggiungere sempre “eufemistica ingenuità” alle miserie gestionali dei dirigenti. Un personaggio, Peter, che non ha mai saputo di esserlo e che non s’è mai cercato, nonché contemporaneo componente del poker di grandi, che han fatto del 26 gennaio, ieri, il compleanno più cospicuo degli erculei del ciclismo. Gli altri in ordine di nascita, erano: Constant Huret, Francois Faber ed Ercole Baldini.
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Meglio bruciare in fretta che farsi venire le rughe lentamente. (cit. Girolamo Savonarola)
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La notizia del ritiro della patente per guida in stato di ebrezza, che fa il paio con la notizia post-covid di un altro fermo a causa del suo stato alterato dall'alcol, purtroppo temo che spieghi molto degli ultimi suoi anni di carriera.
Non per criminalizzare la persona per un comportamento che tiene una buona fetta della popolazione mondiale, ma semplicemente la sua non credo sia proprio quella che definiamo "vita d'atleta".