"La storia ti aiuta meglio a capire il presente".
Me l'ha detto anche un mio ex professore (di matematica) per il quale nutro un'immensa stima, Master in ingegneria elettronica E in matematica. Insomma, alla fine si dice che è per quello che viene studiata al storia e io devo anche ammettere che in alcune circostanze (che non mi vengono in mente adesso come adesso) ho fatto riferimento alla storia per spiegarmi un certo concetto. E per dire, alla fine è anche giusto che venga studiata, se è a questo che serve. Ma quello su cui vorrei riflettere io, a questo punto, è il modo in cui viene insegnata:
fino alle medie vengono chieste delle domande molto chiuse, del tipo "Chi disse: Sul mio regno non tramonta mai il sole?", mentre al Liceo ti dicono "Leggi il documento e fanne un'analisi critica/osserva la seguente cartina e spiega quali eventi possono essere ad essa correlati" quindi devi rispondere scrivendo una pagina dietro l'altra e per scrivere così tanto cosa bisogna fare? Una preparazione che richiede un'infinità di tempo: oltre a studiarti tutti gli avvenimenti, devi anche sapere come scriverli correttamente per costruire un discorso che sia veramente accettabile per il docente. E una volta fatto (per me questo richiede dalle 15 alle 20h di impegno, per una persona che ha della propensione per la storia ne richiede 5-10), cosa succede? Messo il caso in cui tu sappia rispondere alle domande (e che quindi, come ogni tanto capita, non sono difficilissime) ricevi un bel 4.5 (che per voi in Italia credo corrisponda a un 7) che nel mio caso abbassa la media delle altre note, e mi sono impegnato tantissimo e preparato a dovere. Può far parte del gioco, capire il presente è importante. Ma cosa succede, durante l'estate? Io sinceramente, come il 90% dei liceali, dimentico tutto, se il giorno della verifica scrivo 4 pagine su un argomento, a fine estate scrivo 2-3 righe di insicurezze. Poi, cosa succede? L'anno dopo queste cose sono le basi di ripartenza per capire gli argomenti trattati? No, è un ciclo che si ripete, l'anno dopo sono altre 60-80h di studio per il 4.5 finale, etc. Quindi, il tutto a cosa serve? Il 90% dei liceali (in Ticino c'è - se non vado errato - il 18% di licealizzazione, pertanto è già un campione ristretto) si dimentica tutto e il restante 10% si ricorda tutto perché nutre passione per la storia. A quel punto perché non renderla una materia facoltativa? Tanto agli altri chi se ne frega, al posto di togliere ore a italiano (e qua non si discute, i giovani stanno distruggendo l'italiano con tutte le loro abbreviazioni del cazzo e il fottersene nel caso manchi un "h") perché fare queste 2h di storia? Non lo so...
E questo discorso non vale per la matematica, per l'italiano, per il tedesco, per l'inglese (o non so per quali lingue in Italia)... lì non puoi dimenticarti tutto, se no l'anno dopo sono bastonate.
Un'altra riflessione... al posto di far studiare un mucchio di ore perché non utilizzare le due h settimanali per fare delle discussioni? Secondo me uno scopo utile della storia potrebbe essere quello, riflettere su come sta cambiando il tutto, su com'era tempo fa... analizzare dei grafici, bho!!!
Dopo 5 anni di analisi, credo che sia proprio questo che distingue la mentalità matematica-scientifica da quell'altra a cui sinceramente non so dare un nome
ad esempio a me piacciono le materie in cui non puoi dimenticarti tutto, quelle in cui se dimentichi la regola non ce la fai. E detesto quelle stile biologia, storia, musica... in cui finito un argomento non lo vai a rivedere neanche con la pistola alla tempia.