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Tyrone Bogues, il microbo virtuoso.
#1
Quando parliamo di basket, il nostro pensiero scivola immediatamente sulla constatazione, ormai inconscia, che negli aspetti moderni di questo sport, i centimetri di altezza siano una variabile ancor più decisiva rispetto a qualche lustro fa. Negli anni sessanta e settanta, i play e le guardie, erano dotati con una certa frequenza di stature ancora all’interno di una certa normalità. Diciamo pure, che non era uno scandalo vedere, in Italia, un Charly Caglieris, ad esempio, alto 1,78, pronto a dimostrarsi giocatore da top, mentre nell’elite mondiale di questo sport, un Norm Nixon, coi suoi 1,83 centimetri, si poteva permettere di essere una stella della NBA e dei Lakers. 
Ultimamente, queste altezze, sono spesso sufficienti a far “bollare” come “impossibili”, dei semplici giocatori juniores. 
Ovviamente, su un simile tema, si potrebbero aprire dibattiti chilometrici, ma non è lo scopo di questo intervento, o meglio, qui voglio parlare di uno che ha infranto queste “regole” nel modo più colossale, fino a determinarsi fenomeno da eleggere fra i più originali e grandi dello sport. 
Alludo a Tyrone “Muggsy” Bogues, un ragazzo nato a Baltimora il nove gennaio 1965, ed alto la “bellezza” di 1 metro e 59 centimetri, quanto basta per non essere assunto da qualsivoglia “esercito” o “divisa” che sia, nonché per farsi scartare, in Italia, dalla “superidiota regola”, fino a pochi anni fa discriminante nei concorsi per entrare all’ISEF. 
Muggsy (microbo), dall’alto della sua altezza, è poi diventato, almeno un evidente per meriti sportivi, se non una stella di prima grandezza della NBA. 
Al liceo nella Dunbar High School di Baltimore, il piccolo Tyrone, ebbe la fortuna di giocare nella medesima squadra di futuri e fortissimi giocatori professionisti come lui, ovvero Reggie Lewis (poi scomparso tragicamente), David Wingate e Reggie Williams. La rarità di trovare simili talenti in una squadra di college, ha avuto un peso determinante sulla formazione e sull’autoconvinzione di Muggsy, al punto di farlo vedere come un pronosticabile quando entrò nella Wake Forrest University. Qui, il suo decollo si compì e le sue doti di funambolo, arricchite dalla velocità che l’altezza gli poteva dare, gli valsero un contratto coi Washington Bullets nella NBA, sodalizio nel quale ebbe come compagno il più alto di tutta l’NBA: il sudanese Manute Bol. Era l’anno 1987. 
[Immagine: FH-xitM5jQyeZVjgjHWMyQ_bogues2.jpg]
Bol e Bogues

Alla prima stagione, Tyrone giocò 79 partite, distinguendosi nelle palle recuperate e negli assist, in particolare. Segnò ad una media di 5,4 punti a partita, mentre gli assist, furono 5,1 a match. A questo aggiunse 127 palle recuperate. Davvero un ottimo inizio. 
L’anno successivo passò ai Charlotte Hornets, e giocò tutta la stagione, viaggiando ad una media di 10,7 assist a partita, quarto assoluto nella NBA, migliorando tutti i primati dell’annata precedente, fino a divenire una certezza per la propria squadra e per il suo pubblico. 
Con gli Hornets si fermò fino a tutto il 1997, rimanendo costantemente fra i primi giocatori dell’elite mondiale del basket per talune peculiarità di gioco. Bucò solo la stagione ’96, a causa di un grave infortunio al ginocchio. 
Nel 1998, passò ai Golden State Warrios, continuando ad eccellere nelle suo ruolo al servizio della squadra, attraverso soventi funambolismi pronti a far impazzire il pubblico. Così fece, seppur già vecchietto, anche nei Toronto Raptors, sodalizio nel quale si trasferì a fine ’99. 
L’ultima sua stagione ci porta al 2001, nei New York Knicks, dove giocò pochissimo, a causa di vari malanni. 
[Immagine: MV5BNjcyNGY2ZjItYTQ3YS00ZTBlLTgyNDQtYTQz...00_AL_.jpg]
Che dire? 
Mai come per Muggsy Bogues, si può affermare che le doti di “testa”, hanno fatto faville al cospetto di quelle fisiche. Un uomo alto solo 1,59 metri, al cospetto di giganti che lo potevano sotterrare, ha saputo cancellare tutti i suoi “handicap”, al punto di entrare nella storia e di battagliare come uno dei migliori in assoluto nella NBA, fino a confondersi, per valori e importanza per i propri club, con gli illustri colleghi di ruolo, Eddie Johnson, Larry Johnson e Alonzo Mourning. 
Tutt’oggi, Muggsy, è nel primi trenta nella storia della pallacanestro professionistica, per quanto riguarda gli assist. Uomo coraggioso e funambolico sul campo (riuscì persino a compiere una quarantina di stoppate), quanto simpatico nella vita di tutti i giorni. 
Bogues, vive oggi, assieme alla moglie Kim e ai figli Tyisha, Brittney e Tyrone Jr. nella città che l’ha consacrato evidente della NBA: Charlotte nel North Carolina. Qui insegna ai giovani lo sport che l’ha reso celebre e si distingue per le molteplici attività sociali. 

Maurizio Ricci detto Morris
 
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