Il trenino Ineos ieri ha fatto il suo lavoro ma non ha brillato. La differenza penso stia nelle condizioni di Castroviejo (speso in pianura, dove comunque ha eroso tre minuti alla fuga) e in un apporto non straordinario di Sivakov, che ha costretto Porte a lavorare prima e a spendere maggiormente (aspetto che potrebbe avere a che fare con quanto considerava Jwill nel post precedente).
Entrano in gioco anche le doti di fondo. Ieri non si era lontani dai 200 km. e i 5.000 mt. di dislivello hanno tagliato le gambe a molti. La differenza tra una singola salita e una vera tappa di montagna è netta, le seconde hanno fatto la storia di questo sport, le vediamo sempre più di rado ma dovrebbero essere un must. È un limite di diversi corridori, lo abbiamo annotato più volte per Simon Yates e probabilmente vale anche per Ciccone, comunque ad un livello evidentemente inferiore rispetto all’inglese.
Non è chiaro se sia un limite di Kelderman ma qui mi sembra più rilevante una certa mancanza di “forza mentale”. Ieri ha forato, ha cambiato la bici e ha fatto fatica a rientrare nel tratto di discesa / pianura in cui la Ineos ha spinto molto, poi ha voluto cambiare nuovamente la bicicletta e non è più riuscito a rientrare. Probabilmente era già affaticato e il voler tornare alla prima bici era una sorta di tentativo di trovare un bandolo che non c’era. Resta forte la sensazione che la sua avrebbe potuto essere tutt’altra carriera.
Skeleton Carthy non è naufragato del tutto ma è evidente che è lontano dal livello dei primi. La Vuelta 2020 potrebbe restare l’apice della sua carriera.
Finora sorprendente la stagione di Bardet, dopo un declino negli ultimi 4 anni che sembra irreversibile. Mai dire mai. Paglia lo scriveva già tanti anni fa che avrebbe dovuto dedicarsi al Giro piuttosto che al Tour…
Diesel Almeida ci aveva già mostrato questa capacità di andare del suo passo senza perdere molto dai primi. È ancora giovanissimo, non facile intuirne il futuro.
La Tassoni ha organizzato anni fa un concorso di cocktail, ovviamente con i suoi prodotti. Diverse proposte con ingredienti esotici e di difficile reperibilità ma a vincere è stato un cocktail più semplice ed abbordabile, denominato “Denny”: 5 cl di Porto Tawny, 5 cl di Aperol, 6 cl di Cedrata, twist di scorze di arance e limone, preparazione in bicchiere senza shakerare.
Metteteci qualche tartina e una terrazza fronte mare (altri ingredienti per la mattinata a piacere).