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Cassani: «Gli errori di Richmond, le speranze per Rio»
Il ct azzurro è stato tra i relatori di un convegno al Coni
Davide Cassani è stato tra i relatori del corso di alto livello “Comunicare lo sport” organizzato a Roma dal CONI. Tanti e di prestigio i relatori: tra loro, Cassani ha saputo attirare l’attenzione dei partecipanti, raccontando tanti passaggi delle sua carriera, iniziata come atleta, proseguita per 18 anni da giornalista, ora come Commissario Tecnico della Nazionale e coordinatore delle squadre nazionali FCI.
Il CT, dopo aver illustrato i numeri della federazione, ha fornito alcune informazioni generiche del mondo ciclistico ha raccontato alcuni aneddoti che non ci siamo lasciati sfuggire.
IL CICLISMO ITALIANO ED IL SUO PROGETTO. Attualmente abbiamo una difficoltà: nelle corse a tappe siamo competitivi, nelle gare in linea no. Corridori da corse di un giorno ce ne sono pochi e non ho atleti vincenti. Negli ultimi due Mondiali i percorsi non erano adatti alle nostre caratteristiche e gli altri erano più forti. Non avendo campioni fortissimi, sto investendo sui giovani: organizzo stage con loro per assicurarmi atleti validi un domani. Dalla categoria Junior inizia un calendario internazionale ed ho cercato di avere più controllo sui giovani, facendo - oltre agli stage - anche test valutativi. Vogliamo permettere alle nuove leve di maturare esperienze all’estero perché i team non sono strutturati in tal senso.
COMPETENZE A 360°. Grazie al mio ruolo mi interfaccio con giornalisti, tecnici e atleti. Nella mia carriera ho sempre militato in grandi squadre, non ho mai vinto un Giro o un Tour, ma in occasione dei campionati del mondo sono sempre stato il braccio destro di Alfredo Martini. Non è stato un caso se sono salito in ammiraglia a casa sua, nel Mondiale di Firenze. Inoltre ho ricoperto il ruolo di commentatore tecnico per 18 anni in RAI. Questo mi ha permesso di maturare un’esperienza comunicativa straordinaria. Adesso devo sintetizzare tutte le competenze in un unico ruolo.
LE DIFFICOLTÀ’ NEGLI ULTIMI 2 ANNI. Quando ero corridore, Martini aveva 3-4 gregari e 3-4 campioni. A Benidorm nel 1992 avevamo vari capitani: Chiappucci ed Argentin per sempio non andavano d’accordo. Alfredo mi prese in disparte e mi chiese “oggi allenati con Chiappucci e non con Moreno”: voleva più amalgama. Trovammo l’armonia e Bugno vinse un grande Mondiale. Il problema del ciclismo è che alla fine vince uno solo. Il guadagno ed il riscontro economico vanno solo al vincitore.
Adesso gestire gli atleti è ancor più difficile. Noi avevamo l’abitudine di ragionare in corsa. Il CT ci dava delle indicazioni e noi decidevamo giro dopo giro sul da farsi. Nel 1994, ad Agrigento, Giorgio Furlan e Maurizio Fondriest si chiamarono fuori perché non stavano bene. Si risparmiò Chiappucci con Massimo Ghirotto. In un giro decidemmo di fare qualcosa di diverso da quello che era stato stabilito ed arrivammo secondi e quarti.
L’ABITUDINE A NON RAGIONARE. Mi sono reso conto che che le cose sono cambiate: questo ciclismo rispetto al mio è mutato e vi spiego in cosa. I ragazzi di oggi sono svegli, non hanno bisogno di ordini, ma di suggerimenti ben precisi. Se vengono a mancare queste certezze si crea una situazione di disorientamento. Mi sono fatto delle domande per capire dove avevo sbagliato a Richmond. Bisogna essere sempre al passo con i tempi. Ho pedalato 800.000 km in bicicletta nella mia carriera, ma non basta per essere addentro al ciclismo. Si deve essere al passo con i tempi. Forse proprio per questo anche il mio approccio deve cambiare.
A RICHMOND, UN ERRORE. La mancanza di comunicazioni ben precise ha generato un malinteso ed un corridore è rimasto disturbato. E mi spiego: avevo chiesto a lui di essere onesto e se non si fosse sentito molto bene avrebbe dovuto mettersi a disposizione. Forse ho generato insicurezza in lui, che ha dato vita ad un’azione che ha destabilizzato il gruppo.
Uno dei corsisti chiede: Parla di Viviani?
Il CT ammutolisce e poi ammette: Sì, Elia Viviani. Avevo detto al corridore che avrebbe avuto un appoggio, ma se non si fosse sentito bene doveva dirmelo e mettersi a disposizione. Quella mossa ha finito per disturbare quel corridore ma l’ho capito dopo.
IO E I MEDIA. I giornalisti non sono mai stati cattivi con me. La stampa mi ha aiutato. Ho imparato una cosa: rispondere alle domande non è semplice. Bugie non ne puoi dire. Devi tacere alcune verità, quello sì. A volte ci sono giornalisti che creano problemi e altri che possono aiutarti. Due settimane dopo il Mondiale mi sono sentito attaccato da un mio corridore. Un giornalista ha dato credito a quel corridore e mi sono sentito offeso: avrei preferito chiarirmi di persona e poter dare la mia versione.
GIANCARLO FERRETTI. Ferron, che era il mio direttore sportivo, dopo il mondiale di Benidorm mi disse: “Davide, esistono 2 tipi di corridori: i vincenti ed i perdenti”. Tu appartieni alla seconda categoria. Bugno però aveva vinto il Mondiale ed io ero talmente felice che dopo la corsa rimasi tra il pubblico ad ammirarlo. Quella dichiarazione mi fece talmente riflettere che da agosto a ottobre portai a casa 7 vittorie. Io però non mi sono mai sentito un perdente per l’aiuto che avevo dato a Gianni.
ARU E NIBALI. Sto lavorando duramente per Rio 2016. Il sardo è un emergente ed ha un carattere tosto. Li ho voluti con me a Rio a gennaio. Ci siamo ritrovati a Pinerolo e li ho visti motivati. E’ una situazione che va gestita. Oggi ci sono molte interferenze: procuratori, gli sponsor, diesse...
OLIMPIADE. Nibali comunque dà più garanzie. Nelle gare in linea ha vinto il Lombardia, è stato 2° alla Liegi e 3° alla Sanremo. Vedo Aru per una soluzione al penultimo giro, Nibali all’ultimo. I fattori che determinano il risultato però sono tantissimi: il vento che spacca il gruppo, una caduta... Comunque possiamo giocarcela. Sicuramente la squadra sarà imperniata su Nibali e Aru. L’idale sarebbe avere Nibali vincitore al Giro e poi al Tour in supporto ad Aru. Perché? Perchè credo che il Tour sia il miglior viatico per l’Olimpiade. Tra i due ragazzi c’è rivalità, ma anche grande rispetto: forse sarebbe meglio vederli in squadre differenti.
MONDIALE. In quella gara dovrebbe emergere teoricamente il corridore più forte nelle gare di un giorno, ma cosa può uscire da una kermesse nel deserto come quella che affronteremo in Qatar? Deciderò i velocisti a giugno. Ora ho già in mente uomini come Oss, Quinziato e Bennati. Perché? In Qatar ho bisogno di corridori bravi, passisti forti.
LA GESTIONE DEI SOCIAL. Nell’ultimo mese prima del Mondiale non leggo i social per non farmi influenzare. Voglio isolarmi. Devi pensare alle tue idee e creare il filo diretto con l’atleta. L’inserimento di un corridore potrebbe in qualche caso creare un ostacolo all’atleta di punta: per questo o chiariamo le varie situazioni due mesi prima della gara o preferisco non portare elementi di disturbo.
STARE AI BOX, SCELTA NON APPREZZATA. Non è stata apprezzata la mia scelta di rimanere ai box all’ultimo Mondiale. Strategicamente era la soluzione migliore ma i corridori hanno “sentito” che il loro CT non era in ammiraglia. Non ero tra i miei uomini e non credo che ripeterò l’esperienza.
BASTA PEDALARE CON I CORRIDORI. Molti hanno espresso la loro opinione sul fatto che io sia uscito in bici con gli atleti: forse anche quello è stato un errore. Non credo che lo farò più, almeno non nella settimana che precede il Mondiale. Ho capito che deve esserci il dovuto distacco con l’atleta.
Pietro Illarietti per tuttobiciweb.it
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Dai, a Doha Viviani batte tutti. Kittel e Greipel si annullano a vicenda, Kristoff e Boasson-Hagen pure, Bouhanni lo si batte facilmente. E Sagan e Matthews non sono abbastanza veloci
A parte tutto, a Cassani, uno che non ha avuto altre esperienze in ammiraglia, hanno dato una bella gatta da pelare: la gestione della nazionale italiana nel momento di massima crisi del nostro movimento nelle corse di un giorno.
Rio è un banco di prova, perché potrebbe una corsa per scalatori, più che da "classicomani".
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Ma gliela hanno data solo perché è un personaggio amato nell'ambiente e dagli spettatori. Una scelta d'immagine dovuta proprio al momento negativo.
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(05-03-2016, 07:14 PM)Manuel The Volder Ha scritto: Bettini manco l'ha mai convocato Cunego preferendogli gente come Gatto
Cunego, Ballan e Pozzato nel 2012 furono tenuti fuori da Renatone di Rocco che non voleva far vestire d'azzurro chi aveva problemi (iin sospeso o superati) legati al doping.
La stessa sorte era toccata nel 2011 a Petacchi.
Fortunatamente questa regola è stata tolta , guarda caso, prima del mondiale casalingo
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Cassani: «Investirò il mio compenso per i giovani»
Il ct parla del suo ritorno al Processo alla tappa
L’annuncio della partecipazione di Davide Cassani in qualità di opinionista al Processo alla tappa sulle strade del Giro d’Italia ha sorpreso parte dell’opinione pubblica e suscitato diversi interrogativi sui social.
Per dare risposta a queste domande, abbiamo interpellato il diretto interessato, vale a dire il comissario tecnico della Nazionale Italiana: «Sono contento dell’opportunità che mi viene concessa e non nascondo che mi fa piacere tornare a lavorare con amici al fianco dei quali ho percorso tanta strada - spiega il ct a tuttobiciweb -. Quando sono stato contattato, ho chiesto l’autorizzazione al presidente federale Di Rocco e al segretario generale Maria Cristina Gabriotti. Non solo mi hanno autorizzato, ma addirittura FCI e Rai hanno sottoscritto una sorta di collaborazione che è stata annunciata dal presidente Di Rocco e dal direttore di Raisport Gabriele Romagnoli proprio in occasione della presentazione dei plainsesti per il Giro d’Italia».
E ancora: «Per la mia partecipazione al Processo è stato stabilito un compenso forfettario: dovrò pagarmi tutte le spese di viaggio, albergo, benzina e via dicendo. Ho deciso di devolvere tutto quello che avanzerà all’attività ciclistica giovanile: il 29 maggio insieme agli amici della Polisportiva Zannoni organizzeremo la seconda edizione della Firenze-Faenza per juniores e poi il 20 settembre organizzerò a Solarolo, il mio paese, una prova a cronometro che sarà particolarmente utile in vista dei campionati del mondo».
a cura della redazione di tuttobiciweb
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Gatti&Misfatti: il valore aggiunto del Processo è Cassani
Gira le immagini in proprio e fa del vero giornalismo
Da contribuente, da cittadino, è una bella consolazione: al Processo c’è qualcuno che lavora benissimo. E tantissimo. Qualcuno uno: Davide Cassani, professione ct, opinionista prestato (restituito) al palco Rai della Zia, per un contributo – diciamo così – di promozione del ciclismo.
Nata da un accordo diretto tra televisione pubblica e federazione (anch’essa ente di diritto pubblico), nata cioè come optional aggiuntivo allo storico dopogara, questa scelta si sta rivelando l’unica veramente riuscita, in un quadro di desolazione generale (comunque complimenti sinceri e doverosi alla Zia: è difficile peggiorarsi ogni anno, lei riesce sempre, un vero talento naturale).
Detto per placare subito i moralisti da retrobottega, in Italia sempre pronti a mettere una parola buona, che i soldi dovuti a Cassani serviranno a finanziare attività giovanile, bisogna davvero dire che i servizi del ct sono proprio gustosi. Non giornalista tra duemila giornalisti, fa giornalismo vivo e divertente. Ogni giorno sale in ammiraglia e racconta con stile diretto, un po’ “Iena” e un po’ “Report”, la vita rosa dal di dentro. Ci sono le quattro radio e il frigoriferino poco vegano del direttore di corsa Allocchio. C’è Reverberi junior che rischia la multa per accompagnare sul traguardo il suo baby-vincitore Ciccone, c’è Scinto che fa lo Scinto. Eccetera.
Oltre a non gravare sulle casse della collettività con pesanti note-spese, visto che scrocca sempre passaggi alle ammiraglie, per sovrapprezzo Cassani gira pure le immagini in proprio, facendo da solo quello che solitamente richiede popolose troupe. Poi porta il materiale in regia, quindi sale sul palco per esprimere opinioni, infine generalmente va a due o tre cene di rappresentanza: comitati di tappa, veloclub, Rotary, Alpini, Dame della San Vincenzo.
Il vero messaggio che esce da questa esperienza è molto consolante: dimostra che non necessariamente il “Processo” deve essere fumoso, sciatto, parolaio. Non necessariamente deve tramortire il pubblico con vuoti minuetti, sempre tra gli stessi, sempre tra i prediletti discepoli della Zia.
Assieme a Beppe Conti con il suo “Indiscreto”, il ct è sicuramente il valore aggiunto del “Processo” nuova gestione. Cassani fa divertire, Conti fa ridere.
di Cristiano Gatti per tuttobiciweb.it
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Fa troppo caldo
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21-05-2016, 11:19 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 21-05-2016, 11:20 AM da Italbici.)
Non voglio difendere la De Stefano,è giusto che il pubblico e i tifosi del ciclismo la criticano,però un collega che se ne esce con questo articolo irrispettoso...nemmeno per nome la chiama,ma che stiamo all'asilo?ma sti giornalisti fanno pena,evidentemente chissà cosa è successo tra i due,almeno le palle di chiamarla per nome.
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Cristiano Gatti che dà lezioni di giornalismo è un po' come Tano Badalamenti che dà lezioni di legalità.
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IL MORGAN DEL FORUM
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4 mondiali e 0 medaglie nelle corse in linea ma sinceramente non credo che questo possa giustificare l' "esonero" di Cassani da CT della nazionale.
Sta facendo un gran lavoro di coinvolgimento di giovani e di coordinatore delle varie nazionali, ha premuto fortemente per la rinascita del Giro U-23.
Qualcuno dice "che faccia il dirigente allora". Ci può stare ma al momento non vedo nessuno di potenzialmente più adatto di lui nel ruolo di CT.
Una sola volta eravamo favoriti (Rio 2016) e abbiamo corso magistralmente, peccato non aver raccolto niente per la caduta di Nibali.
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GIORNALISTA MALGIOGLIO
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Oddio di gente più adatta ce n'è.
Diciamo che lui però non è un cattivo CT.
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25-09-2017, 06:42 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 25-09-2017, 06:42 PM da SarriTheBest.)
A me fa ridere comunque che in quattro anni l'unica critica arrivata a Cassani sia stata da sé stesso. Pure ieri in Rai si son lamentati del fatto che si fosse creato immotivato ottimismo: cazz', Cassani dice che ha la nazionale più forte della su gestione, Trentin dice che Sagan è battibile... e ti stupisci se c'è ottimismo tra i tifosi!? Mah!
Così come mi son suonate un po' strano le convocazioni, a questo punto: quando le ho viste (in concomitanza con la rinuncia dei velocisti da parte della Francia, che a 'sto punto immagino sia stata più che altro punitiva), pensavo ad un circuito comunque insidioso, che permettesse attacchi a coppie ecc. Poi a fine corsa se ne esce con un "avevo subito capito che si arrivava in volata perché non c'era la possibilità di inventare nulla". Ma allora portare qualche gregario un poì più "puro"? No?! Non so, un Puccio, un Villella; Cimolai in buona forma sarebbe stato ottimo; magari poteva essere competitivo anche Guarnieri.
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In fin dei conti Ballan è stato l'ultimo a vincere,ed è anche l'ultimo che ha vinto un Fiandre e podio alla Roubaix(Nibali a parte con il Lombardia)...direi che il quarto posto è un buon risultato per quelli che hanno corso(quelli più maturi intendo) perchè Moscon ha appena iniziato.
L'anno prossimo però non ci sono scuse...sul podio bisogna per forza salirci.
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Se la Quick Step non ha puntato forte su Trentin un motivo c'è e ieri l'abbiamo visto.
Capitolo Villella, il tipo di salita sarebbe stato pure adatto (4ª categoria), la caratura degli avversari però sarebbe stata ben altra rispetto a quelli incontrati alla Vuelta.
Su De Marchi si sono sprecate le parole, la vede solo Cassani l'utilità a farlo attaccare così.
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25-09-2017, 07:01 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 25-09-2017, 07:06 PM da Italbici.)
Se andiamo a vedere i podi italiani non ne trovi uno che non sia fuoriclasse o campione eh(giusto Paolini terzo)...e l'Italia al momento nelle corse di un giorno in prospettiva ha Moscon e speriamo Bettiol nelle Ardenne,Trentin è un ottimo corridore che può ancora trovare una dimensione migliore ma è da vedere.
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con questo tipo di mondiali, dal 2014 ad oggi, per l'Italia era quasi impossibile fare risultato, dobbiamo essere franchi. Non abbiamo ruote veloci in grado di vincere. Ci fosse stato il Moscon di oggi nel 2014 magari avresti avuto chance, quanto meno di fare medaglia. Ma l'unica occasione mancata è stata quella di Rio dove purtroppo c'ha messo lo zampino la sfiga.
Il prossimo anno Nibali deve correre per vincere. Ogni risultato fuori dall'oro sarà una delusione, c'è poco da dire, è l'unico corridore di oggi da GT adatto alle corse di un giorno. Certo avversari ne ha, ma il suo palmares parla chiaro. Tra coloro che correranno Innsbruck nessuno ha fatto la metà di ciò che ha fatto lui tra classiche e GT. Capitolo a parte per Valverde.
Ma anche il prox anno, se nibali dovesse avere problemi nella preparazione dove volete andare? Aru non dà garanzie e gli altri non esistono. Va a finire che il migliore sarebbe di nuovo Moscon ma su di un tracciato stavolta un po' troppo duro.
Non abbiamo i corridori per le gare di un giorno, o cmq non li abbiamo avuti negli ultimi 10 anni e i risultati sono lì da vedere. Innsbruck speriamo non arrivi fuori tempo massimo per Vincenzo
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