24-02-2015, 11:59 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 25-02-2015, 12:02 AM da BidoneJack.)
Culi, tette, in pubblicità se ne vedono in continuazione, anche quando c'entrano ben poco col soggetto pubblicizzato, è una cosa questionabile sì, no, forse, la molestia sessuale però questa mancava, diciamo che è stato sfatato un altro tabù.
Non voglio fare numeri di cui non sono a conoscenza con precisione ma posso dire che c'è una percentuale da far rabbrividire di donne che almeno una volta ha subito attenzioni particolari se non violenza vera e propria. Magari c'è anche intento ironico in questo cartello, ma è basato -per stessa ammissione degli organizzatori- su un episodio (passibile di denuncia penale) accaduto un paio d'anni fa riguardante Peter Sagan che ricade esattamente in questa percentuale. Si tratta di una problematica seria, sulla quale fare ironia in un ambito pubblico, peggio ancora se con intenti lucrativi, è del tutto fuori luogo.
In più c'è il parallelo tra la vittoria di una corsa ciclistica e una maniata di culo, non il culo della propria moglie o della propria fidanzata ma di una estranea dipinta senza un volto proprio a indicare la spersonalizzazione della donna in un paio di chiappe messe lì per essere strizzate dal vincitore, come se toccare i culi in metropolitana fosse un gesto da vincenti.
Ora come ho già detto, l'organizzazione ha scelto di seguire questa strada, con intento provocatorio, ironico se preferite, non per questo giustificabile nel momento in cui risulta offensivo (è inutile che si dica che non lo è perché è solo una trovata pubblicitaria, se qualcuno si offende è offensivo per definizione), se poi ad offendersi sono in tanti (e le donne che sono state vittime di aggressione sessuale sono un bel po', poi no vedo perché non debba offendere le donne che hanno avuto la fortuna di non esserlo e anche in misura minore gli uomini che si vedono dipinti come dei malati sessuali) allora ecco che chiunque sia associato al prodotto pubblicizzato dalla campagna deve per forza di cosa prendere le distanze altrimenti si rende complice dell'offesa.
In questo caso invece l'immagine è soft come dici tu ma qui non stiamo parlando di pornografia, sarebbe stato probabilmente anche meglio mostrare due tizi che scopano, ma come ho cercato di spiegare sopra (mi auguro in maniera efficace) è la problematica di fondo ad essere grave, e farci su dell'ironia per attirare spettatori è una scelta deplorevole.
Non volevo perdermi in discorsi del genere ma alla fine non sono riuscito a farne a meno, ripeto ancora una volta che la questione che volevo invece sollevare riguardava il contrasto tra i due episodi e la differente almeno per ora reazione (o meglio non reazione a quanto pare in questo caso) da parte dell'UCI nelle due circostanze, una dove era coinvolta una insignificante squadretta colombiana e l'altra invece riguardante una importante corsa del calendario internazionale (tanto importante che perché si parli di loro hanno bisogno di fare quello che hanno fatto).
Lasciare perdere tutto per non attribuire importanza come dice Micheliano è una stronzata, si tratta di una questione importante che non può essere ignorata nella vita di tutti i giorni come in un contesto già eccessivamente fallocentrico quale quello del ciclismo agonistico. E una volta che questa importanza la ha già ottenuta, viste le critiche che si stanno levando da più parti, all'esterno ma anche all'interno del mondo ciclistico, allora ecco che ignorare diventa sinonimo di approvare.
click!
Non voglio fare numeri di cui non sono a conoscenza con precisione ma posso dire che c'è una percentuale da far rabbrividire di donne che almeno una volta ha subito attenzioni particolari se non violenza vera e propria. Magari c'è anche intento ironico in questo cartello, ma è basato -per stessa ammissione degli organizzatori- su un episodio (passibile di denuncia penale) accaduto un paio d'anni fa riguardante Peter Sagan che ricade esattamente in questa percentuale. Si tratta di una problematica seria, sulla quale fare ironia in un ambito pubblico, peggio ancora se con intenti lucrativi, è del tutto fuori luogo.
In più c'è il parallelo tra la vittoria di una corsa ciclistica e una maniata di culo, non il culo della propria moglie o della propria fidanzata ma di una estranea dipinta senza un volto proprio a indicare la spersonalizzazione della donna in un paio di chiappe messe lì per essere strizzate dal vincitore, come se toccare i culi in metropolitana fosse un gesto da vincenti.
Ora come ho già detto, l'organizzazione ha scelto di seguire questa strada, con intento provocatorio, ironico se preferite, non per questo giustificabile nel momento in cui risulta offensivo (è inutile che si dica che non lo è perché è solo una trovata pubblicitaria, se qualcuno si offende è offensivo per definizione), se poi ad offendersi sono in tanti (e le donne che sono state vittime di aggressione sessuale sono un bel po', poi no vedo perché non debba offendere le donne che hanno avuto la fortuna di non esserlo e anche in misura minore gli uomini che si vedono dipinti come dei malati sessuali) allora ecco che chiunque sia associato al prodotto pubblicizzato dalla campagna deve per forza di cosa prendere le distanze altrimenti si rende complice dell'offesa.
(24-02-2015, 06:52 PM)Gershwin Ha scritto: Io sono stato il primo a prendermela con Sagan 2 anni fa, perché ha fatto una cosa oggettivamente stupida. Però sta cosa credo sia più che altro ironica, anche se loro si prendono molto sul serio a quanto pare. Rispetto alla questione delle divise, c'è da dire che quelle in pratica erano esplicitamente pornografiche, qui c'è un'immagine volgare ma "soft"precisazione da fare, le divise del team colombiano presentavano un colore oro che non era affatto osé, la polemica nacque da quella famosa foto dove per uno sfortunato gioco di ombre sembrava c'avessero la gnocca di fuori.
In questo caso invece l'immagine è soft come dici tu ma qui non stiamo parlando di pornografia, sarebbe stato probabilmente anche meglio mostrare due tizi che scopano, ma come ho cercato di spiegare sopra (mi auguro in maniera efficace) è la problematica di fondo ad essere grave, e farci su dell'ironia per attirare spettatori è una scelta deplorevole.
Non volevo perdermi in discorsi del genere ma alla fine non sono riuscito a farne a meno, ripeto ancora una volta che la questione che volevo invece sollevare riguardava il contrasto tra i due episodi e la differente almeno per ora reazione (o meglio non reazione a quanto pare in questo caso) da parte dell'UCI nelle due circostanze, una dove era coinvolta una insignificante squadretta colombiana e l'altra invece riguardante una importante corsa del calendario internazionale (tanto importante che perché si parli di loro hanno bisogno di fare quello che hanno fatto).
Lasciare perdere tutto per non attribuire importanza come dice Micheliano è una stronzata, si tratta di una questione importante che non può essere ignorata nella vita di tutti i giorni come in un contesto già eccessivamente fallocentrico quale quello del ciclismo agonistico. E una volta che questa importanza la ha già ottenuta, viste le critiche che si stanno levando da più parti, all'esterno ma anche all'interno del mondo ciclistico, allora ecco che ignorare diventa sinonimo di approvare.
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