(13-09-2020, 07:22 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: (13-09-2020, 06:55 PM)Morris Ha scritto: Wout Van Aert. È semplicemente un corridore formidabile. Per me, il talento orizzontale del pedale, più brillante di questo Tour. Straordinario! La sua prestazione mostruosa, ha richiamato in una grande giornata per il talento ciclistico, quanto ha fatto il supremo Van der Poel alla Tirreno. Due che vengono dal fango del ciclocross, che è palestra essenziale per il ciclismo su strada, oltre che essere la disciplina della bicicletta, oggi più spettacolare e televisiva. Sperando lo capisca anche la RAI.
Chissà cosa avrebbe potuto fare nei GT di un'altra epoca con crono vere e abbuoni sostanziosi.
Non sarebbe stato un dominatore, ma magari un Jan Janssen sì.
Ma ora dobbiamo premiare i mitologici scalatori puri. Peccato che i Gaul (a proposito, qualcuno qua sosteneva che Coppi fosse più forte di Gaul in salita, tu che dici?) e i Pantani nascano di rado e sovente gli scalatori puri sono dei banali Mikel Landa e Adam Yates che poco hanno da dare allo spettacolo.
Caro Maurizio, ad ogni modo, la cosa più brutta della giornata odierna, insieme a quanto sta succedendo a Bernal, è il solito, miope, osservatorio ciclistico. Quello che dice di rimpiangere Chris Froome poiché dava più spettacolo dei Jumbo. Peccato che Froome non abbia mai fatto la differenza in salita negli ultimi due Tour vinti e l'abbia fatta una volta negli ultimi tre 
Il tutto con esclusive che i noiosi gialli, comunque, non hanno.
Certi personaggi, quando purtroppo vincono quelli che a loro non garbano, riescono a mistificare la realtà.
Scusa se ti rispondo solo ora, ma la famiglia riunita per cena, ha voluto che fossi lì.
L’accostamento a Jan Janssen è davvero pertinente. Wout, in questo Tour, sta recitando un ruolo che non si vedeva da decenni. Roba da sottolineare ovunque. Che sia lui, che ha vinto la Sanremo, a mandare in crisi, in salita, qualche grosso nome, rappresenta un’altra chiave che andrebbe ricordata nei commenti di un certo osservatorio in primis televisivo.
Potrei apparire di parte, perché Gaul e Pantani mi erano cari per quella conoscenza personale che qualcuno addirittura definisce amicizia. Ma Charly, quando voleva, sapeva andar forte anche a cronometro. Al Tour del ’58, vinse tutte e tre le prove contro il tempo: a Chateaulin, dopo solo una settimana di corsa, superò Anquetil e chi batteva Jacques a crono, era un grandissimo perlomeno potenziale; indi dominò la cronoscalata del Ventoux (Jacquot finì ad oltre 4 minuti), ed infine a Digione, su una distanza di 74 chilometri. Le sue stellari imprese sul Bondone ’56 e ad Aix les Bains ’58, non sono inferiori alla Cuneo-Pinerolo di Coppi. In salita sin da giovanissimo creava solchi e per chi sosteneva che pedalava agile, ricordo che il suo rapporto più leggero, era il 42x21, da azionare sulle strade di quei tempi, tra l’altro….. Ed un Gaul attento, poteva perdere su una singola salita da un Bahamontes, ma da nessuno su un insieme di salite. Dire che Coppi fosse più forte di Gaul sulle ascese è superficiale, perché non c’è nulla che possa dimostrare che le punte di Coppi, in altura, fossero migliori di quelle di Gaul. In quanto a Pantani, la sua costanza nello staccare gli altri su ogni pendenza (salvo la prime da affrontare nei GT), parla per lui. Così come i suoi tempi di scalata che non hanno pari sia nelle punte che nell’andamento medio. E di Pantani abbiamo visto assai meno del suo potenziale, sia per la gamba spezzata, ritornata all’80-85%, che lo costrinse a cambiare la posizione di impugnatura del manubrio e sia perché la nomenclatura del ciclismo, approfittò della sinergia arrivante dalla malavita organizzata, per assassinarlo psicologicamente. Comunque, confrontare gli scalatori di oggi con Gaul e Pantani e roba da Scala Wechsler Bellevue o Test di Rorschach.
L’osservatorio ciclistico è spesso a livello di quanto siamo soliti dire del tifo calcistico non violento. Per me, che nello sport ci ho vissuto, e pure vinto tanto, è la platea mediamente più “pennuta” che ci sia. Basti citare che a monte di questo sport, c’è il peggior ente mondiale in assoluto e l’osservatorio nel suo insieme non s’è mai chiesto come mai nessun dirigente ciclistico abbia pagato per talune evidenze. Il calcio, il tanto odiato calcio, ad esempio, ha fatto fuori il numero uno e due (Blatter e Platini). L’Usada nell’affaire sul padrino Braccioforte, ha indicato la strada dell’UCI, ma nessuno l’ha toccata. Lì è stata costruita la Trinità di cui il texano era componente essenziale e lì l’ondata anglosassone ha poi costruito e protetto un team che ha fatto tutto quel che voleva. Al rampollo di quel team sono stati donati GT, annullate positività, fatte passare per normali accecanti accelerazioni senza congrui aumenti dei battiti cardiaci, s’è minacciata (vincendo) l’ASO, scandalizzando un campione come Hinault e si son costruiti campioni per curriculum, dei corridori normali, ma particolari, ovvio. Ad onor del vero salvo uno, il primo, perché perlomeno in un settore del pedale è sempre stato campione vero. Braccioforte, annoiava con la squadra, ma era il padrino-padrone straprotetto ed andava bene. La Sky ha poi portato ai fasti l’acuto del più orrendo pedalatore mai visto. Nel 2012 dissi con Roger De Vlaeminck di complimentarsi con Pollentier perché era finalmente arrivato un ciclista più brutto di lui in bicicletta e ad una conferenza nel 2015 affermai che bisognava impedire ai ragazzini di guardare quel tipo mentre pestava l’uva come nelle vecchie vignaiuole romagnole, perché quel modo di pedalare mandava a quel paese anni d’insegnamenti. Non ho cambiato idea, niente nel ciclismo è stato più inguardabile e diseducativo del quel tipo.
Che oggi il ciclismo della Visma, faccia storcere il naso, non mi stupisce: il team giallo nero non è del paese dei sudditi. Ovvero di coloro verso i quali il ciclismo degli ultimi 20 anni, s’è abituato a mettersi a 90 gradi. In quanto alla differenza in salita del pedalatore orrendo, dopo l’inspiegabile Ventoux, l’ha fatta veramente poco. Ed io non sono certamente fra quelli che su Cicloweb, tollerano e salutano come esperto un nick che nella firma aveva scritto che tifava per l’orrendo anche col motorino.