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Culture & Cycling Tournament - Finalissima Bartali vs Coppi
#21
(29-12-2013, 07:38 PM)Pagliarini Ha scritto: Dan,Wikipedia la so guardare anche da solo...
Ma quale wikipedia, la storia della sua morte me l'ha raccontata mio zio... diceva era una belva, dopo la guerra va e vince due tappe al tour, poi mi sembra pure all'alpe d'huez...
e poi sono con il Wi-fi del barbiere sai quanto ci mette ad aprire wikipedia???
 
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#22
Un'ora e mezza che stai dal barbiere?

Che poi tuo zio sa a memoria come è morto Agostinho? Pure l'orario dell'autopsia?

Non prendiamoci per il culo...
 
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#23
Coppi : vabbè, è Coppi

Bugno : vabbè, è Bugno, il corridore più popolare di sempre

Maertens : considerato un novello Merckx vince tutto e niente, dato che in una stagione fa sue una 50ina di corse (tra cui 13 tappe e la classifica finale dell Vuelta) e 2 anni dopo, fino all'81 non vince niente, salvo poi vincere il secondo Mondiale e la Maglia Verde al Tour.
2 Mondiali, 13 tappe e classifica finale della Vuelta del '77, 3 Maglie Verdi, 0 classiche monumento.
Si è comunque bevuto (nel vero senso della parola) una buona fetta della carriera.

Virenque : beh, Virenque è un gran figlio di buona donna
 
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#24
Petit - Breton è meglio di tutti quelli escluso Coppi...

Uno dei primi grandi campioni della storia del ciclismo, primo vincitore della Sanremo e primo a vincere due Tour, morto anch'egli in guerra come gran parte dei ciclisti dell'epoca...

Comunque è un girone bello tosto, come si faccia a dare un voto ad Olano non lo concepisco...
 
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#25
Agostino è stato un gran nel corridore, ma paga il fatto di aver corso poco le gare importanti. del tempo, escluso il Tour. Ad esempio non so se ha mai corso in Italia...
Su Petit Breton non sono d`accordo, forse l`avevo giàscritto. Sulla sua popolarità del tempo non ho la minima idea...
 
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#26
Io non mi esprimo non ho le conoscenze necessarie per farlo, molti di loro li conosco solo per nome, altri non riesco nemmeno a collocarli precisamente nella storia. Boh
 
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#27
Eddai Dani chissene, se hai dubbi chiedi oppure cerca anche te su Wiki...

L'ho scritto nel primo post che è un torneo a cui DEVONO partecipare tutti, chi non ha le competenze se le fa seguendo il torneo...

Simone cos'hai contro il piccolo bretone? Negli anni dieci già correva in diversi stati(ha corso pure negli USA) ed è stato pure recordman dell'ora, una vera leggenda...
 
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#28
forse non gli piace l'ombrello di carta di riso e canna di bambù di sua nonna
 
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#29
Facciamo un po' di approfondimento:

GIRONE A

Leggenda del girone: Maurice Garin, l'italiano naturalizzato francese, il classico avventuriero baffuto di fine 800, uno dei pionieri del ciclismo, sul podio alla prima Roubaix, fu il primo a vincere due edizioni consecutive di quella che diverrà la regina delle classiche, quando ancora difendeva i colori del tricolore italiano, sul finire del 19esimo secolo. Nel 1903, quando già aveva cittadinanza francese, vinse il primo Tour de France, l'anno seguente fece il bis, ma fu privato del titolo e squalificato per due anni per aver preso il treno durante la corsa(altro che doping). Sopravvissuto a due guerre Mondiali è morto nel 1957 ad 86 anni.

Fenomeno del girone: Rik Van Looy, l'imperatore di Herentals, il più grande sprinter di tutti i tempi probabilmente, un uomo in grado di vincere 371 corse in carriera(solo Merckx ha fatto meglio) tra cui tutte le classiche monumento ed un paio di Mondiali. Carismatico e popolare fu famoso per le svariate rivalità coi migliori ciclisti della sua epoca tra cui spicca quella con Benoni Beheyt che lo tradì ai Campionati Mondiali del 1963; per ripicca Van Looy fece in modo che nessuna squadra belga lo ingaggiasse, il giovane belga finì così a correre in Olanda e non vinse più nulla di importante in carriera.

Divo del girone: "Tommeke" Tom Boonen, talmente amato dai belgi da divenire persino protagonista di un fumento, non è raro scorgerlo d'inverno in qualche località esotica in compagnia di qualche figa mozzafiato. La passione per le feste lo aveva fatto entrare nel tunnel della cocaina, ma ad oggi ne è uscito e quello è fortunatamente solo un vecchio ricordo.

Controverso del girone: Frank VDB, l'enfant prodige che come Icaro si avvicina troppo al sole e poi cade in disgrazia. Nel 1999 fa il marziano un po' ovunque, alla Liegi porta a scuola Boogerd, ad Avila alla Vuelta è autore di uno degli scatti più belli di sempre. Poi più niente, la testa non è quella del campione, salta da una grande squadra all'altra senza ottenere risultati, il ciclismo non è più la sua priorità, nel 2005 tenta pure il suicidio e nel 2009 - quando sembrava potersi rimettere in carreggiata - viene trovato morto in un hotel in Senegal a causa di un embolia polmonare.
 
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#30
Ho tagliato i gironi che avevo messo di troppo, per colpa del copia-incolla del post di Daniele .
 
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#31
nono, non ho niente contro Petit Breton ... :D

Lo conosco ovviamente solo per aver letto qualcosina e ha sicuramente il grande merito di aver vinto per primo due Tour consecutivi (in un tempo però in cui era corsa a punti, non per tempi), provenendo anche da una realtà diversa da quella francese. Rtengo solo che anche ai suoi tempi (anni 00-10) ci fosse qualcuno più forte di lui...
 
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#32
Il resto del girone A è formato da:

Nicolas Frantz: uno dei più grandi ciclisti lussemburghesi di sempre, nonchè l'unico ad aver vinto due Tour de France, nel 1927 e nel 1928 (anno in cuì vinse la prima tappa e tenne la maglia gialla fino a Parigi). Il suo nome è legato soprattutto alla corsa francese nella quale, oltre alle due affermazioni, colse due secondi posti, un quarto e un quinto, vincendo sedici tappe in linea e quattro cronometro a squadre. Vinse inoltre la Parigi-Tours 1929 e si impose dodici volte (tante quante gli anni di carriera) nei campionati lussemburghesi.

Ferdi Kubler: primo svizzero a vincere il Tour de France nel 1950, nel suo palmares ci sono anche vittorie in tutte le più importanti corse svizzere (Romandia, Tour de Suisse e GP di Zurigo) e non solo (Liegi-Bastogne-Liegi, Freccia Vallone e Campionati del Mondo). Allo svizzero è legato anche un aneddoto: al Tour 1955, incurante dei consigli del compagno di fuga Géminiani, inizia la scalata al Ventoux ad un ritmo infernale. Probabilmente "carico di dinamite" Kubler comincia a star male a metà salita, cade e si rialza più volte e taglia il traguardo con mezz'ora di ritardo dal vincitore Bobet. Il suo Tour finisce con queste parole: "Ferdi ne repart pas, il s’est tué dans le Ventoux" (Ferdi non riparte, lui si è ucciso sul Ventoux).

Roger Pingeon: detto "Le grand échassier" (Il trampoliere) per le lunghe gambe, passò al professionismo nel 1965, a 25 anni, dopo aver combattuto in Algeria. Personaggio particolare, dopo il ritiro al Giro del Delfinato 1966 dichiarò che sarebbe tornato a fare il suo mestiere di idraulico ma cambiò idea e colse le importanti vittorie del Tour de France 1967 grazie ad una lunga fuga e della Vuelta a Espana 1969.

José Manuel Fuente: grande scalatore spagnolo, vinse quattro volte la Classifica scalatori al Giro d'Italia (ininterrottamente dal 1971 al 1974) e una volta quella alla Vuelta a Espana, corsa che si aggiudicò nel 1972 e nel 1974. Corridore istintivo, un attaccante nato, il classico corridore che nel bene o nel male dà spettacolo.

Giovanni Battaglin: capace di imporsi soprattutto nelle classiche italiane (Milano-Torino, Giro dell'Appennino, Milano-Vignola, Coppa Bernocchi, Coppa Agostoni, Trofeo Matteotti, Coppa Placci) ebbe ottimi risultati anche nelle corse a tappe, vincendo nel 1981 sia Vuelta a Espana che Giro d'Italia.

Maurizio Fondriest: un classicomane, vinse la Milano-Sanremo 1993 scattando sul Poggio, festeggiando al meglio la nascita della figlia avvenuta lo stesso giorno. Oltre alla classicissima nel suo palmares figurano GP di Zurigo, Freccia Vallone, Giro del Lazio, Tirreno-Adriatico e svariati podi nelle classiche più importanti. Grazie alla sua continuità di risultati durante la stagione si aggiudicò due volte (1991 e 1993) la classifica della Coppa del Mondo. La sua vittoria più famosa è comunque il Mondiale 1988, al termine di una volata a tre nella quale Bauer e Criquielion si ostacolarono a vicenda, Criquielion cadde mentre Bauer rallentò vistosamente e Fondriest, rimasto leggermente indietro rispetto ai due ebbe via libera per la vittoria.

Se avete qualcosa da aggiungere fatelo pure, io ho copincollato qua e là.
 
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#33
GIRONE B

Leggenda del girone: Luigi Ganna. Originario di un'umile famiglia contadina del varesotto, Luison è il pioniere del ciclismo italiano. Comincia a correre in bici nel 1905 per sfuggire alla povertà. Nel 1909 vince la Milano-Sanremo e soprattutto il primo Giro d'Italia della storia. Nella prima edizione della corsa rosa si aggiudica tre tappe e batte la concorrenza dei ben più famosi Gerbi, Galetti e Rossignoli. Negli anni successivi vince ancora tappe al Giro e altre neonate corse italiane, ma la Grande Guerra lo costringerà ad appendere la bici al chiodo. Al termine della carriera inizia a costuire biciclette che portano il suo nome.

Fenomeno del girone: Federico Martin Bahamontes, lo scavalca-montagne. Uno dei più grandi scalatori che il ciclismo ricordi fonda le sue fortune sul Tour del France, a cui partecipò 10 volte, con tre podi, sette tappe e soprattutto ben sei classifiche dei GPM (record battuto solo da Virenque nel 2004). Il suo anno di grazia è il 1959: vinse la maglia gialla finale (primo spagnolo a riuscirvi) distanziando i suoi avversari francesi, Anquetil, Anglade e Riviere, nella cronoscalata del Puy-de-Dome e nella tappa con arrivo a Grenoble, nella quale trovò la collaborazione di un altro grande scalatore dell'epoca, Charly Gaul.

Divo del girone: Mario Cipollini. Protagonista sulla bici (42 tappe al Giro, 12 al Tour, un Mondiale, una Sanremo e molto altro...), ma anche giù dalla bici per i suoi atteggiamenti da duro, le sue dichiarazioni mai banali, il suo modo di fare da istrione e i suoi look esuberanti. Un campione che, insieme a Marco Pantani, ha saputo avvicinare l'Italia al ciclismo come solo pochi altri hanno fatto.

Controverso del girone:
Gianni Motta. Talento purissimo, passa prof a 21 anni e subito si mette in mostra al Giro d'Italia vincendo una tappa e al Lombardia dominato in solitaria. L'anno successivo va al Tour e arriva terzo alle spalle di un altro giovane campione italiano, Felice Gimondi, col quale avrà nei primi anni di carriera una rivalità capace di infiammare l'Italia. Il '66 è l'anno della consacrazione del corridore della Molteni, che vince il Giro davanti a Zilioli e Anquetil. L'anno dopo, a soli 24 anni, coincise con l'inizio declino di Motta a causa di una vita non sempre d'atleta e un grave infortunio alla gamba sinistra.
 
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#34
Girone C

Leggenda del girone: Lucien Petit - Breton, e chi sennò, già ne abbiamo ampiamente parlato, altro avventuriero di inizio novecento, vissuto per anni in Argentina prima di tornare in Francia, correva sia su strada che su pista, è stato il primo a vincere la Sanremo ed il primo a vincere due Tour. Recordman dell'ora nel 1911 fu per un giorno in testa al Giro prima di essere costretto a ritirarsi. È morto durante la grande guerra.

Fenomeno del girone: Fausto Coppi, il campionissimo, il primo a fare la doppietta Giro - Tour, se mi mettessi ad elencare tutti i suoi successi domani mattina sarei ancora qua. Forte in salita, a cronometro, su pista, la storica rivalità con Bartali è ciò che lo eleva ad autentico mito del pedale, nata già prima della guerra quando il 21enne Coppi vinse il Giro del 1940 dopo che il capitano Bartali era uscito di classifica a causa delle cadute e proseguita nell'immediato dopo -
guerra dove Ginetaccio - ormai sul viale del tramonto - cercava in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote all'airone. L'essere morto giovane a causa della malaria contratta in Africa durante una battuta di caccia è ciò che ha reso il suo mito immortale.

Divo del girone: Richard Virenque, l'idolo dei francesi, l'uomo che ha vinto sette maglia a pois, corridore spregiudicato sempre pronto a buttare il cuore oltre l'ostacolo. Non aveva i mezzi per vincere il Tour, troppo più debole di Ullrich a cronometro, troppo inferiore a Pantani in salita, ma stringeva i denti e non mollava mai, ed è riuscito così a fare in modo che un intera nazione lo amasse. Da ricordare anche la sua impresa alla Parigi - Tours 2001 quando vinse grazie ad una lunghissima fuga...

Controverso del girone: Gianni Bugno, classe cristallina, sapeva vincere ovunque ed in ogni modo, sull'Alpe d'Huez come al Giro delle Fiandre. Eppure in carriera ha raccolto meno rispetto a quanto ci si aspettasse, colpa di un carattere debole a causa del quale si è più volte fatto sottomettere da Indurain, a tal punto che al Tour del 92 aiutò lo spagnolo a limitare i danni su Chiappucci nella mitica tappa del Sestriere. Uscito dal mondo del ciclismo ora guida elicotteri...
 
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#35
Gli altri del Girone B:

Learco Guerra: il suo soprannome, "Locomotiva umana", dice tutto: eccezionale passista, fu molto popolare e amato dai tifosi. Vinse, tra le altre cose, il Giro d'Italia 1934 (aggiudicandosi anche dieci tappe), la Milano-Sanremo 1933 e il Giro di Lombardia 1934. Nel suo palmares figura anche il Campionato del Mondo 1931, nell'unica edizione in cui il titolo fu assegnato con una gara a cronometro di 170 chilometri.

Raphael Géminiani: l'ho già nominato un paio di volte per fatti extraciclistici: avvertì Kubler che il Ventoux è un monte infernale, ma lo svizzero non lo ascoltò. Avvertì i medici della malaria di Coppi (contratta dal francese in Burkina Faso, dove si trovava insieme proprio a Coppi) ma essi non lo ascoltarono. Dal punto di vista sportivo fu un ottimo corridore da corse a tappe vincendo due volte la classifica scalatori al Giro e una volta al Tour. Fu il primo a concludere nei primi dieci tutti e tre i GT nello stesso anno, ma non riuscì mai ad aggiudicarsene uno.

Gosta Pettersson: forse il più forte dei (pochi) corridori svedesi. La sua vittoria più importante è sicuramente il Giro d'Italia 1971, ma riuscì ad arrivare terzo al Tour de France 1970, unico svedese mai salito sul podio al Tour, e alla Milano-Sanremo 1971.

Luis Herrera: aspettando Quintana è lui l'unico colombiano ad essersi imposto in un GT, alla Vuelta 1987. Vinse la classifica scalatori di tutti e tre i Grandi Giri e si impose su salite importanti come l'Alpe d'Huez, le Tre Cime di Lavaredo e Lagos de Covadonga. Fece suoi anche due Giri del Delfinato.

Charly Mottet: ciclista completo caratterizzato da un fisico minuto, forte a cronometro (suoi tre Gran Prix des Nations), vinse alcune classiche soprattutto in Italia tra cui un Giro di Lombardia e brevi corse a tappe importanti. Gli mancò l'acuto in un Grande Giro, giungendo secondo dietro a Gianni Bugno al Giro 1990 e con alcuni piazzamenti al Tour.

Jan Ullrich: penso che lo conosciate praticamente tutti, sembrava avviato ad una carriera da dominatore e invece è ricordato come l'eterno secondo, nonostante abbia vinto un oro olimpico, un Tour e una Vuelta. Godefroot (direttore della Telekom) diceva di lui: "Avesse la testa di Zabel, sarebbe un nuovo Merckx".
 
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#36
Learco Guerra era anche il frontman del fascio...

Tra l'altro ho trovato questo bel ritaglio di giornale su internet:
[Immagine: gazzettaguerra.jpg]
 
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#37
Già, Guerra fu uno dei molti sportivi che diventarono per il loro spirito combattivo dei simboli che il fascismo usava in maniera propagandistica. Probabilmente non tutti erano concordi con la dottrina fascista ma per quieto vivere non si ribellarono mai a questa cosa, come fece invece il calciatore austriaco Matthias Sindelar che non nascose le sue antipatie per il regime nazista (non c'entra niente ma volevo dirlo).
 
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#38
Beh Bottecchia per dire si dice sia stato fatto ammazzare dal duce...

Il pistard tedesco Richter - la cui biografia dovrei leggermela prima o poi - stava fuggendo dalla Germania proprio perché non voleva essere assoggettato al regime nazista. La Gestapo lo catturò e lo uccise...

Eroi d'altri tempi...
 
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#39
GIRONE D

Leggenda del girone: Carlo Galetti. Il più vincente degli albori del ciclismo italiano. Ritenuto un ciclista molto scaltro e calcolatore non era amato dal pubblico al pari di Ganna e Gerbi. Il suo nome è legato a doppio filo ai primi Giri d'Italia: nel 1909 si piazzò secondo alle spalle del compagnò di squadra Ganna, mentre nel 1910 e nel 1911 dettò la sua legge. Vinse anche il Giro del 1912, il primo (ed unico) dedicato alle squadre, con il team Atala in compagnia di Pavesi, Micheletto e Ganna. Fu primo anche nella -non ufficiale- classifica a tempo. Atleta dalla longevità notevole, corse e concluse due Milano-Sanremo alla soglia dei cinquant'anni.

Fenomeno del girone: Felice Gimondi. Grande campione degli anni '60 e '70. Da neoprofessionista vinse subito il Tour de France. Corridore molto completo, nella sua lunga carriera ha vinto: un Tour, tre Giri, un Mondiale, una Vuelta, una Sanremo, una Roubaix e due Lombardia. E tutto questo incontrando sulla sua strada il signor Eddy Merckx...

Divo del girone
: Hugo Koblet. Soprannominato Pedaleur de Charme dai giornalisti d'oltralpe, era un ciclista dal bello stile e dal bell'aspetto. La sua rivalità con Kubler fece vivere alla Svizzera il periodo di massimo splendore nel mondo del ciclismo. Corridore con molti tifosi soprattutto del genere femminile, fece di tutto per alimentare la sua aura di James Dean del pedale, compreso il suo "vizio" più famoso ovvero avere sempre con sè un pettinino per sistemarsi i capelli appena prima o appena dopo il traguardo. Pupillo di Learco Guerra, seppe vincere il Giro del '50 (primo straniero a vincere la corsa rosa) ed il Tour del '51, ma è forse è più celebre per la sua sconfitta più bruciante, sullo Stelvio a firma Fausto Coppi. Morì in un incidente stradale a soli 39 anni.

Controverso del girone: Raymond Poulidor, il perdente per antonomasia. Detiene il record di podi al Tour (8), ma nonostante ciò non solo non ha mai vinto la corsa a tappe francese, ma non è mai riuscito ad indossare la maglia gialla neppure per un giorno. Pou-Pou ha avuto la sfortuna di incrociare le ruote con qualcuno sempre più forte di lui: Gimondi, Merckx e soprattutto Anquetil, suo nemico-amico. Questa rivalità con Jacques lo ha reso simpatico al grande pubblico francese, da sempre amico dei più sfortunati.
 
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#40
Devo dire che quella di Bottecchia non la sapevo.
Comunque noi tre potremmo anche smetterla di mettere Like a tutti i messaggi Asd

Gli altri del Girone C:

Achiel Buysse: gran parte della sua carriera coincise con la II Guerra Mondiale, ma fu il primo corridore a vincere tre edizioni del Giro delle Fiandre. Vinse anche Scheldeprijs e Kuurne-Bruxelles-Kurne e ha piazzamenti nei dieci praticamente in tutte le classiche del pavè, ma poco altro al di fuori di queste. Una frattura del cranio in una kermesse del 1948 lo costrinse al ritiro anticipato dalle corse, a 30 anni.

Jo de Roo: corridore olandese adatto alle classiche ma poco propenso alle salite, vinse due Giri di Lombardia, un Giro delle Fiandre e due Parigi-Tours. Proprio la vittoria della sua prima Parigi-Tours nel 1962 lo rese detentore del "Nastro giallo", assegnato al corridore con la più alta velocità media in una gara di oltre 200 chilometri.

Walter Godefroot: il "Bulldog delle Fiandre", vincitore di numerose classiche e tappe al Tour de France, spiccano nel suo palmares una Parigi-Roubaix (vinta staccando a una quarantina di chilometri dall'arrivo un certo Eddy Merckx), una Liegi-Bastogne-Liegi e soprattutto due Giri delle Fiandre a distanza di dieci anni l'uno dall'altro, nel 1968 e nel 1978, ultima vittoria di una grande carriera.

Freddy Maertens: considerato un novello Merckx vince tutto e niente, dato che in una stagione fa sue una 50ina di corse (tra cui 13 tappe e la classifica finale dell Vuelta) e 2 anni dopo, fino al 1981 non vince niente, salvo poi vincere il secondo Mondiale e la maglia verde al Tour. 2 Mondiali, 13 tappe e classifica finale della Vuelta del '77, 3 Maglie Verdi, 0 classiche monumento. Si è comunque bevuto (nel vero senso della parola) una buona fetta della carriera.

Joaquim Agostinho: il primo corridore portoghese famoso, passato dalla guerra coloniale in Angola alla vittoria sull'Alpe d'Huez. Si piazzò terzo in due edizioni del Tour de France e secondo in una Vuelta a Espana. Rimasto tristemente famoso per la sua prematura morte, a causa di un trauma riportato in una caduta alla Volta ao Algarve nel 1984.

Abraham Olano: per caratteristiche simile al connazionale Miguel Indurain, passista-scalatore molto forte a cronometro è attualmente l'unico corridore ad essersi aggiudicato il Campionato del Mondo sia in linea (nel 1995, proprio davanti a Indurain e a Pantani, nonostante gli ultimi metri percorsi dopo una foratura) che a cronometro (nel 1998). Colse buoni piazzamenti in tutti i GT, vincendo la Vuelta del 1998.
 
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