dopo quella di Bates Motel ora un altra recensione da crepare dal ridere di tale Andrea D. di serialmente su Banshee
Sono stato colto, nel momento in cui ho finito di vedere l’episodio pilota di Banshee, da un profondo sconcerto che mi ha accompagnato per tutte le nove settimane a seguire: avevo di fronte la serie probabilmente più idiota di tutto l’anno televisivo e allo stesso tempo la mia serie preferita di tutto l’anno televisivo.
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Ideata da due illustri sconosciuti, i romanzieri newyorkesi David Schickler e Jonathan Tropper, ma prodotta da
Alan MI PIACE ESAGERARE Ball ... In Banshee convergono idee ed elementi per qualcosa come quattro telefilm diversi, tutti di merda, che però, combinati insieme, contribuiscono a creare un universo sfaccettato e affascinante che…
Ahaha ma cosa sto dicendo, è una merda anche così! Con l’aggravante che è tutto più confusionario. Eppure, in qualche modo, questa folle sovrabbondanza di personaggi e storyline fa di Banshee una serie imprevedibile e divertentissima.
Semplicemente, c’è tutto. Tutto. Nominate una cosa, in Banshee c’è. Violenza? Ovvio. Nudi? Questa era facile. Religioni buffe? Sì! Travestitismo? Anche! Intrighi, figli perduti, daddy issues: check, check, chek. La mafia russa? Certo. La mafia Amish? Anche! Auto fiche, sparatorie, bande di motociclisti, stupri in prigione… Non so, uhm, bambini malati, scambi di identità, indiani? Sì, cazzo, come ve lo devo dire, che c’è tutto! (
La mancanza di vampiri la imputo unicamente al fatto che forse Alan Ball doveva averne fin sopra le orecchie, ma non sono pronto ad escludere l’ingresso degli alieni nella seconda stagione.)
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La recitazione è impostatissima, i dialoghi fatti praticamente solo di frasi fatte, mai più di due alla volta e mai più lunghe di cinque parole in fila; la sigla troppo lunga e di rara, rarissima bruttezza; i personaggi mezzo milione. Ragazzi, è una telenovela. Una telenovela da uomini, un Pretty Little Liars dell’action (è fantastico come Pretty Little Liars sia diventato l’unità di misura di tutto quello che è così eccessivo da fare il giro e diventare geniale — grazie bitches). Lavora per accumulo, non ti lascia un attimo di respiro, per riordinare le idee, per renderti conto che quello che sta succedendo non ha alcun senso, e anche quando te ne sei reso conto, è già ora di vedere un altro episodio. La trama del pilot è tutto un programma
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I personaggi:
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- La legge. La polizia di Banshee, piuttosto numerosa nel pilot, si riduce negli episodi successivi all’essenziale: il nero, la donna e quello antipatico che non si fida di Hood. Si aggiungono il sindaco idealista e il procuratore distrettuale fissati con la giustizia e altre baggianate del genere. Il loro ruolo, fondamentalmente, è essere degli incapaci e stare a guardare, all’occorrenza urlare “non puoi fare così, ci sono delle regole da rispettare”, mentre Hood risolve ogni problema da vero uomo.
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- Il crimine. Il re del crimine organizzato di Banshee è Kai Proctor, un Amish che ha abbracciato il lato oscuro e per questo è stato disconosciuto dalla propria famiglia. Come tutti i signori del crimine ci tiene così tanto a passare per un onesto uomo d’affari che la sua attività di copertura è una macelleria. Dà in pasto ai cani gli sgherri che lo deludono e fa recapitare teste mozzate a casa dei suoi nemici. I suoi fetish sessuali includono far travestire le prostitute da Amish (non sto scherzando!). È il mio personaggio preferito so far. Rebecca è sua nipote, si riconosce in lei quando viene cacciata dalla comunità e la prende sotto la sua ala criminale, ma fa una fatica boia a non scoparsela. Ha uno strano rapporto con Hood, di quelli se non stessero dalle parti opposte della barricata andrebbero a bere insieme ogni sera.
- I nativi. Potevano forse mancare gli indiani? Ovviamente gestori di casinò e per estensione invischiati in una serie di affari più o meno loschi. Il capo tribù è un amico e un socio d’affari di Proctor, mentre i suoi due figli, pur non avendo alcun problema nel portare avanti le attività criminali del padre, vedono in Proctor e la sua organizzazione un potenziale rivale.
- L’FBI. A volte è un agente solo, a volte sono in diciotto, non servono a un cazzo. Al pari della polizia, il loro ruolo è generalmente quello di non combinare niente, dire a Hood cosa non può fare
e minacciare di aprire un’indagine su di lui (cosa a cui lui è solito rispondere “indagate questo” afferrandosi il pacco).
- Il crimine (in trasferta). Direttamente da New York, la mafia ucraina arriva a Banshee,
perché due sole organizzazioni criminali in paese non bastavano! 15 anni prima Hood e Anastasia ne facevano parte, poi hanno cercato di fregare il boss, l’inquietante Mr. Rabbit, e da allora questi dà loro la caccia. Colpo di scena (ma anche no): Rabbit è il padre di Anastasia.
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Sebbene la premessa sia proprio che Hood si finge un poliziotto, da un certo punto della stagione in poi è quasi sempre il suo giorno libero perché si sono accorti che era più sexy in jeans e maglietta attillata che con la divisa da sbirro.
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NOTE SPARSE
- Bonus: i miei 3 massacri preferiti della stagione: Hood massacra il campione di MMA (1×03); Hood massacra il gigante albino in prigione (1×06); Ana massacra l’amico d’infanzia Olek (1×08).